venerdì 5 aprile 2013

Ricordi d'infanzia

 
 
Assente a me stesso, vago per i sogni.
Celebrare l'ingenuità del tempo
è un piacer immenso.
Ascolto il vento.
Fisso lo sguardo laddove nulla vedo.

Danzano i pensieri.
Raccontano emozioni.
Oggi sono ricordi,
allora erano speranze.
Sospinta dalla nostalgia, 
una lacrima fugge.
Trattenerla mi duole.
Solitario, rivolgo la vista al sole.
Cieco all'esser bambino,
dimentico il tempo.
Assaporo il sentir tenero e leggero.
Ricordar m'è dolce del camminar in punta di piedi per non toglier spazio.
Che dire dello scarso cibo che la magra figura ostentava!
Non c'era penuria alcuna,
tal era abbondante la gioia di vivere.

Venne l'ora d'apparir adulto.
Salivo tra le stelle per cancellare i pensieri.
Fu invano, anche l'ubbidir alla legge dell'uomo.
Continuavo ad essere sognatore.
Quella lacrima, or ferma sulla pelle sempre meno piana, 
attende la carezza del vento 
per risvegliare
un così ostinato romantico.

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