Scendo per il sentiero senza origine.
Non conosco me stesso.
Imparo dai miei limiti.
Le paure mi frenano.
Nuvole minacciose,
or parole or tuoni or lampi,
contornano l'anima con una dura corteccia.
La mia linfa si perde alla vista del mio vicino.
Il mondo si sposta sul mio apparire.
Il tempo irrompe,
scuote l'antica quercia.
Complici le onde del mar incerto del sapere,
sobbalzano il cuore e toglie fiato ai timori.
Il grande nocchiero attraversa oceani e la solitudine è la sua ciurma.
Ormai, non si fida più dei suoi occhi,
né dà gusto all'ornamento.
Maestro il vento,
gli ha insegnato a volgere il viso per orizzonti lontani.
La tenera brezza musica emozioni.
I clamori della grande festa si odono.
Annunciano il senso del momento
che tra poco sarà ricordo.
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