giovedì 21 febbraio 2013

Cattiveria

 
 
 
 
 
 
 
 
Udir di pianti, al cor dispiace.

Gemere del perduto incanto,
arrovella l’animo caro.
 
Truce  miseria all’umana specie,
che di antiche glorie il capo cinge.

Aprir luce alla speranza orba,
il desiderio volge.

Lontani eroi ancor in memoria avversan.
Fumosi spiriti di canute nostalgie.

Indomito mar, che agitar tempesta,
furibondo incalza.

Tempo attende al tornar calmo,
sì che l’ira si plachi
e saggezza ondeggi.

Silente al musicar del vento,
cullar nuove promesse,
 s’appronta.  

S’apron orizzonti,
al fioccar d’arcobaleni.

‘che la vita è bella!

Bruttezza alcuna potrà sfiorir.

Forza più grande non esiste,
 che dell’Amor non tremi.

martedì 19 febbraio 2013

Il Parapalla


 
Con il peccato originale speso sull’umanità, Dio rimprovera se stesso e si offre la possibilità di misurarsi con rivali e alternative che non esistono.
Per dare un’immagine al mio pensiero, raffiguratevi il giocattolo di un tempo che io conosco con il nome di “parapallo”.
Vi confesso che da bambino, Il possesso di questo oggetto fu un miracolo per la mia gioia. 

Intanto non lo avevo acquistato ma recuperato davanti ad un portone, forse abbandonato da qualche mio coetaneo per il quale il povero e sporco oggetto era diventato noioso.  
Il funzionamento del gioco mi sembrava alquanto curioso.

Per chi è troppo giovane perché capisca di che cosa parlo, tento una descrizione. Si tratta di una palla in stoffa ricucita intorno ad un nucleo pesante e morbido. Nei casi più poveri, si trattava di segatura altrimenti plastica morbida o altre stoffe.
(L'immagine in testa al post raffigura un moderno parapallo)

La palla, così imbottita, era legata a un filo elastico facilmente estendibile.Bastava legarsi l’estremo del filo opposto alla palla, al dito medio della mano per disporre di un’arma e un gioco incredibile.
Lanciando la palla in direzione di un nemico, questa lo colpiva e ti ritornava sulla mano, pronta per essere nascosta, lasciando inebetita la vittima. Ovviamente, le vittime erano o i compagni di giochi o oggetti rumorosi o in equilibrio instabile.

Tornando al discorso sul peccato originale, Dio lo ha usato come parapallo per trasmetterci l’idea della separazione.
Il parapallo è l’oggetto che ti fa capire la “presenza” di una separazione tra due corpi.
Se vi chiedessi di figurarvi la separazione, suppongo che il vostro pensiero si organizzi con due oggetti attraverso cui passa luce.
Inconsapevolmente, però, ammettete una relazione tra i due oggetti in modo da dar senso alla separazione.
Questa è la magia usata dal Creatore! Egli ci ha creati diversi e liberi di interagire con il peccato originale.
In definitiva, ci ha lasciato in balia del concetto di separazione.
Dalla separazione l’umanità ha coniato gli egoismi, la sopraffazione, il potere, il ricco e il povero, il buono e il cattivo.
Insomma, nominate due opposti e lì troverete la separazione che, come un parapallo, ci prende in giro in continuazione!

lunedì 18 febbraio 2013

Capirsi






Ritrovo me stesso col fiato caldo a convincerti per le mie verità.

Illuso quanto ingenuo, spendo furor per il mondo sordo.

Onde d’eco solitario si perdono,
 spezzate sulle pareti di un cuore indurito.

Mesto, m’avvio per strade solitarie,
ove attendere nuove leve, conviene.

Rigirar per pensieri insoliti,
la ragion vaga.

Cotanto fiume, nuotar è d’obbligo.

Bagnar di saggezza, l’anima s’accheta.

Ribelle il cor per solitudine avversa,
muove battiti a corto passo.  

Cantar soprano, d’emozion s’impegna.

Increspar pelle che di vita parla, s’adatta.

Speranza vana di rinfrescar aria di antichi sospiri.

Ma son perle e non lacrime, che giran pel viso.

Da occhi celesti, fuggir s’allietano.

Cascar umide per spalle alleate,
è morir d’Amor.

venerdì 15 febbraio 2013

Inconsapevolmente Buoni




Vorrei patrocinare una causa persa!
Non è vero che essere troppo buoni ci si rimette!!
Potrei concedere al massimo, che ..... si prendono posizioni scomode!!!
Essere buoni non è una scelta. 
Quando si mostra tale, allora, si vorrebbe diventare buoni!
Quando si è buoni, ci si mostra drogati in positivo, drogati di bontà.
Buoni inconsapevoli sono i Santi e che per sfortuna, non sanno di esserlo.
Un Santo, per quale motivo dovrebbe far miracoli se, per farli deve scegliere di volerlo? 

Egli è così beato in se stesso che non vede altro se non bontà negl’altri.
Daresti da bere a chi credi che abbia bevuto tanto?
Verseresti acqua in un bicchiere, se credi di vederlo pieno fino all’orlo?

Il problema di chi è buono è che non sa di esserlo, né prova fatica per esserlo
e quindi non sceglierà mai di essere buono.
  

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