Ritrovo me stesso col fiato
caldo a convincerti per le mie verità.
Illuso quanto ingenuo, spendo
furor per il mondo sordo.
Onde d’eco solitario si perdono,
spezzate sulle pareti di un
cuore indurito.
Mesto, m’avvio per strade
solitarie,
ove attendere nuove leve,
conviene.
Rigirar per pensieri insoliti,
la ragion vaga.
Cotanto fiume, nuotar è d’obbligo.
Bagnar di saggezza, l’anima s’accheta.
Ribelle il cor per solitudine
avversa,
muove battiti a corto passo.
Cantar soprano, d’emozion s’impegna.
Increspar pelle che di vita
parla, s’adatta.
Speranza vana di rinfrescar
aria di antichi sospiri.
Ma son perle e non lacrime,
che giran pel viso.
Da occhi celesti, fuggir s’allietano.
Cascar umide per spalle alleate,
è morir d’Amor.
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