Mi chiedevo come avessero fatto a ottenere quelle verità su cui mostravano una
ferrea volontà di affermarla. Credevo che qualcosa mancasse nel mio carattere per cui mi era impedito di
fissare idee inamovibili.
Inoltre, queste persone imponenti nelle relazioni, sembravano non voler dare
spiegazioni delle loro verità, forse perché pensavano che le ragioni fossero così ovvie che
soltanto uno stupido non le avrebbero intuite o peggio, le avrebbero messe in
dubbio. È chiaramente, nessuno vuol sembrare stupido, tantomeno io che comunque
avevo una laurea. Così ripiegavo in me stesso, rimandando nel futuro quel mio ingenuo
disappunto.
Sono passati tanti anni, ho avuto modo di leggere, conoscere, interpretare
meglio ogni aspetto umano. Quindi ho capito che essere convinti fino a non
mettere in discussione una vecchia verità significa essere prigionieri delle
proprie idee senza avere la possibilità di rinnovarle. Il guaio si concretizza quando la
presunta verità costruisce un modo di essere della persona che si nasconde
dietro il carattere. Le fondamenta della presunta verità instaura abitudini e
modi di reagire conseguenziali.
In ultima analisi, si perde la libertà di pensiero e si mortifica il senso critico su qualsiasi analisi della verità.
Le persone di questo tipo appaiono staccate dalla realtà e se hanno una modesta cultura si possono mostrare arroganti fino ad arrivare alla violenza verbale. Difatti, non sopportano idee contrarie alle loro e si infervorano per “convertire” l’interlocutore alle loro idee. Personalmente le definisco “pericolose” e consiglio l’abbandono del colloquio per evitare ulteriori inasprimenti.
Contrariamente, le persone “aperte” al dubbio, appaiono docili e predisposte ad ascoltare. Sanno che non esiste un’unica verità, ma tante e diverse prospettive della stessa. Da queste persone non sentirai mai dire la frase: “non è come dici tu!”. Loro affiancano le proprie idee a quelle dell’interlocutore e ne tengono conto per arricchire il proprio sapere e rinnovare il modo di pensare.
Hitler non aveva nessun dubbio … soltanto certezze! Egli si circondava di esseri ubbidienti e non pensanti. Da dittatore perfetto mostrava arroganza e rabbia verso chi mostrava perplessità sulla verità delle sue idee, quindi non poteva affermarsi senza la violenza.
L’esempio opposto è dato da Gandhi, uomo mite, disponibile all’ascolto, colto, non violento.
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