lunedì 15 aprile 2024

Responsabilità ignorate

 

Per far nascere un figlio, oggi serve una grande dose di inconsapevolezza. Se non fosse così, si dovrebbe assumere una responsabilità che va oltre le proprie possibilità. Mentre siamo padroni di decidere di procreare, siamo schiavi dell’imponderabile.

Come sarà il figlio? Sarà sano? Accetterà di buon grado il mondo che troverà? Sarò capace di educarlo nel modo giusto e di sviluppare le sue potenzialità? Avrà una vita felice?

Questi sono alcuni dei tanti quesiti le cui risposte si conosceranno a posteriori. Se avremmo avuto successo (aiutati dalla fortuna), ci rallegreremo, al contrario, non potremmo farci nulla e avremo reso un’anima infelice.

In una società in cui il lavoro occupa la maggior parte del tempo vita, crea seri problemi nel seguire lo sviluppo emotivo del figlio. L’assenza del genitore può determinare gravi problemi di relazione con risvolti   negativi sull’autostima. Tutto questo non si tiene conto nel momento della decisione di avere un figlio.

In ogni caso, l’esperienza di genitore rappresenta un vissuto che non si vuol perdere per cui ci si benda gli occhi (non ci si pensa) e ci si affida al “destino”.

Molte persone diventano genitori per “caso”, come risultato derivante da un occasionale rapporto sessuale oppure come una semplice conseguenza della vita di coppia. La loro inconsapevolezza e di secondo ordine poiché il problema del possibile nascituro non se lo sono neanche posto.

Per coloro, invece, che programmano, il momento di avere un figlio, forse non sanno che quel momento sarà determinante per la qualità della vita che verrà. Far nascere un bambino oggi o fra un anno significa determinare due caratteri e due destini completamente diversi. Il contesto attuale cambierà e con lui cambieranno tutte le condizioni in cui il bimbo crescerà.

Una persona adulta conosce bene le differenze tra il tipo di vita di oggi e quello della sua infanzia. La tecnologia ha modificato comportamenti e interessi. La famiglia ha assunto forme nuove. La società ha imposto nuove regole. Quindi, non è importante raffrontare le due epoche diverse in termini “si stava meglio allora o oggi?”, vale la pena, invece, di prendere atto che la modernità ha introdotto nuovi problemi e tutti senza esperienze pregresse.

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