Correre avanti con lo sguardo puntato indietro, è rendersi conto del traguardo vicino.
Una destinazione felice solo nella fede cieca o nella speranza clemente di una umanità non figlia del caso.
La corsa è affannosa e consapevole, poco importa se le parole non cadono nel cesto del senso di chi corre con noi.
Come
miseri poveracci che cercano tra i rifiuti ciò che altri, senza
pensiero, buttano via, così, nell'attimo della riflessione, cerchiamo
qualche certezza o qualche motivo per ubriacarci con l'immortalità della
nostra essenza.
Gli attimi di vita non sempre sono generosi con la non razionalità.
Fermo
al cancello dell'umana ragione e sostenuto dalla follia delle
debolezze, l'appuntamento con i propri perché, trova, senza conforto, un
dialogo interiore oscurato dalle paure ancestrali.
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