La rabbia è una forma di protesta condotta dalle emozioni, è il sintomo della sofferenza dell'anima. L'anima si turba gravemente e tenta di mostrarsi attraverso i canali espressivi del corpo.
Nella rabbia tutto il corpo è coinvolto. La voce sceglie gli antipodi per risuonare: tra il cupo silenzio e l'urlo intimidatorio. Gli occhi mostrano ferocia, organizzando lo sguardo: teso, puntato, preciso ed insistente.
Le orecchie fanno da antenna, pronte a fornire dati ad un cervello che ha sgretolato la razionalità.
La pressione sanguigna sale; il cuore è frustato a battere più velocemente; i polmoni si gonfiano a maggiori volumi;
i nervi perdono la sincronizzazione, innescando tremori;
la pelle si ritira a formare grugni.
Si completano tutti i preparativi di minaccia, segnalando l'imminente attacco.
L'attacco fisico potrebbe non concretizzarsi, resta, comunque, l'obbligo del completamento dei preparativi.
Nel momento della celebrazione, la rabbia esalta il passato, piega il presente e sgretola il futuro.
Le forme espressive di rabbia sono contaminate dalla statura morale e dall'ambiente sociale dell'individuo.
L'esperienza della rabbia acceca la ragione e consegna all'istinto la necessità d'essere.
La rabbia ha bisogno del gruppo o di rapportarsi a qualcuno per potersi sviluppare ed emergere allo stato palese e violento.
Come un violento temporale, anche la rabbia passa. La
quiete dopo la tempesta consente di guardare nuovamente alla realtà,
lasciando il tempo per contare le vittime e valutare i danni subiti.
Con l'apparire dell'arcobaleno, nasce la promessa di migliorarsi, di essere più saggi e di mantenere la calma in futuro.
Si sa ... ... le promesse sono difficili da mantenere!
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