giovedì 30 gennaio 2014

In attesa di me stesso

La cover del libro "Viaggio tra i bit di una email", con gentile concessione dell'artista Silla Campanini



Quando sono solo, mi trovo in compagnia di me stesso. 

Non pensate che sia un gioco di parole, perché coloro che si sentono veramente soli, hanno perso la propria anima con cui dialogare. 

Senza la compagnia della propria anima non esiste nessun’altra persona così disponibile ad ascoltarci e capace di stimolare emozioni.

A proposito di emozioni, una cara amica ha scritto: “Le chiusure emotive amputano l’identità e lasciano dentro la sensazione che nella vita ci sia poco senso”.

Ottimo spunto di riflessione, utile per dialogare con se stessi. 

Per mia fortuna, oltre all’anima, dispongo di un inusuale compagno di dialogo che ho chiamato ETT: un extraterrestre che stenta a capire le abitudini umane.

Nei miei momenti di malinconia questo mio amico mi sostiene, richiamando quelle emozioni che restituiscono il senso del mio respirare. 

Ognuno di noi dovrebbe nascondere una sveglia emotiva, pronta a strombazzare appena la “normalità” della vita quotidiana ci assopisce.

Senza le emozioni, tutti i giorni sono uguali, sovrapponibili, sono punti di una circonferenza che dicono di avere compiuto infiniti giri, che faticano a distinguersi, finendo per dichiararsi coincidenti. 

I due punti traducono la loro esistenza in eventi teorici per i quali hanno compiuto giri fuori dalla consapevolezza e quindi, dalla certezza di averli effettivamente compiuti.     



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