Opera di Silla Campanini
ETT: Ascolta attentamente e rifletti su quanto
ti sto presentando.
Gli umani si raffigurano il tempo come una sorta di filo che si
srotola in uno spazio ideale e ogni evento prende posto su questa catena
fantastica.
L’implicazione che si coglie subito riguarda il concetto di
sequenzialità e l’ammissione implicita che per due eventi posti su punti
diversi di questo filo immaginario non possono presentarsi contemporaneamente.
Tutto questo offre all’intelletto la consapevolezza e la misura
del passato, del presente e del futuro.
Il tempo così congeniato assume l’idea di uno spazio ideale in
cui si suppongono allineati tutti gli eventi trascorsi, presenti e futuri e ai
quali si impedisce di apparire in una sola immagine.
La perdita della contemporaneità si allinea al concetto di
separazione, così caro alla vostra umanità.
I vostri aggettivi, mio, tuo, suo, loro, eccetera o i nomi e
i pronomi, sono tutti artifizi mentali che decretano nella vostra mente il “distacco”, la "separazione".
Tutto lo scibile umano è sempre inquadrato a settori, a discipline, a gradi, a livelli.
L’idea
della gerarchia condiziona inevitabilmente tutta la vostra intelligenza e
fa da padrona nella strutturazione del pensiero che voi chiamate “razionalità” del
pensare.
Qualunque logica che non subisce l’invasione della sequenza, voi la
considerate come non “scientifica” e con questo assunto rallentate lo sviluppo e
inglobate tutto nel mistero o nella mistificazione.
LUIGI: Se ho capito bene, Il nostro paradigma di pensiero si fonda
su un’idea sbagliata?
ETT: No! Più che sbagliata, io direi corrispondente al vostro status
di esseri limitati, presi in ostaggio del tempo stesso.
Questa semplice predisposizione mentale vi porta a ragionare sugli
avvenimenti utilizzando il principio di causa ed effetto.
LUIGI: Cioè?
ETT: Ti sembrerà razionale soltanto tutto ciò che ubbidisce alla
legge per cui ad una causa deve seguire un effetto!
Se ti parlassi di un effetto senza una causa o, addirittura, prima
di una causa, sicuramente urterei contro la tua razionalità e, se non sapessi
delle mie origini marziane, tu mi prenderesti per un pazzo.
LUIGI: Credo che tu abbia ragione!
......
(prosecuzione in altro articolo)
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