Ett mentre saluta
LUIGI: Ett, ti chiedo una eccezione, dammi una prova che
dimostri di essere veramente un extra.
ETT: Quale prova vuoi?
LUIGI: Attraverso le mie parole fai giungere un segnale
alla mia amica che la missione, di cui mi ha parlato, le ha tolto la gioia
proprio il giorno di Natale.
ETT: Rispetto tantissimo il dolore della tua amica e sarei
meno extra se abusassi dei miei poteri per giocare con i suoi sentimenti.
Voglio semplicemente correggere una tua parola: la
missione non “toglie” la gioia ma la trasforma ad un livello superiore che
soltanto la tua amica sperimenta.
LUIGI: Probabilmente hai ragione, però il dolore che si
prova è immenso.
ETT: Luigi, sappi, fintantoché si ragiona sulla base di
un paradigma di pensiero, consolidato da un’antica accettazione, non si possono
scrutare nuovi orizzonti e ogni segnale promettente una rivoluzione di vedute
viene deriso o nel caso migliore, ignorato. Tutto questo significa che,
nonostante tutte le mie spiegazioni, fino a quando resti umano non potrai fare
altro se non affidarti ai tuoi strumenti che, come ben sai, sono limitati e
fortemente approssimati.
LUIGI: Le tue argomentazioni sono convincenti e
personalmente credo l’esperienza umana, quantunque trasmissibile rimane sempre
una realtà individuale. Il dolore o la gioia, marcano l’esistenza degli uomini
agendo come onde sullo scafo fragile di leggere barche. Ognuna di
queste barche si aiuta come può, sfruttando i modesti mezzi a disposizione per
galleggiare sull’acqua solitamente agitata.
ETT: Per quanto credo di capire, hai ammesso che voi
uomini avete grandi problemi da superare per giungere ad una reciproca completa
comprensione e quindi, come pretendete di leggere nel futuro o intercettare
intelligenze superiori?
LUIGI: Stranamente, pur conoscendo i nostri limiti,
dimentichiamo di tenerli in considerazione. Forse questo è uno dei motivi per
cui tentiamo di evolverci senza cadere nel dramma dell’autocommiserazione.
ETT: Infatti, siete in grado di dimenticare facilmente il
vostro passato.
LUIGI: Si tratta di un dono della nostra biologia che, pur
essendo molto sensibile alle esperienze traumatiche, si affretta a dimenticarle.
In occasione del giorno di capodanno si svolge un rituale che
conferma questa inconsapevole predisposizione del nostro corpo.
Il primo giorno dell’anno, dimenticando ciò che
normalmente siamo o facciamo, ci ripromettiamo grandi cambiamenti comportamentali,
svolte decisive sulla conduzione della vita ed il tutto lo immergiamo nelle
nostre buone intenzioni e in una speranza amichevole di un destino benevolo.
ETT: Vivere nella dimensione del tempo comporta
l’esperienza del prima e del dopo per misurare il vostro punto d’esistenza.
Nel momento in cui si guarda nel passato, annebbiato
dall’oblio, tutto quello che si potrebbe fare o pensare, trova i suoi strumenti
o stimoli nel futuro.
Si finisce, così, di perdere la consapevolezza di vivere
nel presente.
Quando siete giovani il passato è ristretto mentre il futuro è
illimitato per cui il presente si contamina del senso di eternità.
Nell’età matura succede il contrario; un limitato e in
continuo assottigliamento del futuro, contrapposto ad un altare del passato che
processa l’anima.
Il futuro tenta di spostarsi nel presente e il modo di
“vedere” la vita si impregna di saggezza.
LUIGI: Hai perfettamente ragione, Ett!
Il nostro guaio è
proprio il tempo che pensiamo di averne abbondante all’inizio della vita e pochissimo
mentre questa si conclude.
Fa rabbia pensare che nella fase della vita in cui il
tempo si potrebbe utilizzare propriamente, non abbiamo al meglio le risorse fisiche per
farlo. A dispetto della consapevolezza raggiunta, l’anzianità rende difficile
la comunicazione con giovani poiché gli strumenti comunicativi nel frattempo
sono cambiati.
ETT: Luigi, i giovani sono nel vostro tempo ma non vi
appartengono, né potete entrare in quello loro, poiché essi appartengono al
futuro che per gli anziani non esiste in quanto presente.
LUIGI: Quindi, mio caro amico, l’uomo non è solo soltanto
a causa dell’incomunicabilità con l’universo e con il suo simile, ma anche per
l’effetto del tempo che lo separa all’interno del periodo generazionale di
esistenza.
ETT: Purtroppo, sì!
Consolati, però, pensando al dono che
lo stesso tempo vi fa, e cioè, la capacità di dimenticare il dolore.
LUIGI: Questa tua rivelazione mi rattrista.
Mi fa sembrare
ingenuo anche lo scambio di auguri che con gioia ogni anno in occasione di capodanno rinnoviamo tra allegri festeggiamenti.
ETT: Non devi essere triste Luigi, il sole sorge anche se
troverà le nuvole interposte tra sé e la terra.
La condizione umana è quella
che conosci con le sue bellezze e le sue limitazioni.
Consuma il tuo tempo nel migliore dei modi possibili e
avrai risposto alla legge per la quale sei nato.
Avrai tempo nella dimensione
“senza-tempo” per capire compiutamente ciò che all’umanità sta succedendo.
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