sabato 11 gennaio 2014

Costretta a sposare il suo stupratore



La 16enne Amina Filali dopo essere stata stuprata, picchiata e costretta a sposare il suo aguzzino, si è suicidata perché il codice penale marocchino dà la possibilità allo stupratore di sposare la sua vittima se questa è minorenne. Dopo anni di lotta per riformare la legge, lo storico voto per abolire questa follia potrebbe avvenire tra pochi giorni! Onoriamo la memoria di Amina facendo in modo che la sua tragedia non si possa mai più ripetere.
La 16enne Amina Filali dopo essere stata stuprata, picchiata e poi costretta a sposare il suo aguzzino, si è suicidata: era l'unico modo per sfuggire all'inferno in cui il suo stupratore e la legge del Marocco l'avevano rinchiusa. Abbiamo lottato per anni assieme agli attivisti marocchini per far abolire questa norma assurda, e ora la vittoria è a portata di mano. Questa settimana, un ultimo voto ci può permettere di afferrarla.

L'articolo 475 del codice penale marocchino dà la possibilità allo stupratore di evitare il processo e il carcere sposando la sua vittima se questa è minorenne. E' il peggiore incubo di qualsiasi donna sopravvissuta a uno stupro, e per Amina è diventato realtà. Ma ora, dopo che in centinaia di migliaia abbiamo contribuito a fare pressione sul Parlamento, tra pochi giorni potrebbero prendere la storica decisione di abolire questa norma. Se si arriverà al voto, gli addetti ai lavori dicono che la riforma passerà. Dobbiamo solo dare la spinta finale affinché la proposta sia discussa.

In questo momento, i giornali quasi non parlano della questione e non c'è alcuna pressione sui politici locali affinché facciano la cosa giusta. Per questo, non appena raggiungeremo 1 milione di firme, pubblicheremo delle intere pagine sui giornali più letti dai parlamentari e manifesteremo assieme agli attivisti marocchini fuori dal Parlamento con un mare di palloncini rosa a rappresentare questa nostra enorme mobilitazione globale. Onoriamo la memoria di Amina facendo in modo che la sua tragedia non si ripeta mai più. Clicca ora qui sotto per unirti a noi:


Dopo che Amina è stata violentata, la sua famiglia ha sporto denuncia nella città di Larache. Ma invece di processare lo stupratore, il giudice gli ha offerto la possibilità di sposare la sua vittima, e la famiglia di Amina ha accettato. Dopo il suo suicidio, i membri di Avaaz si sono mobilitati dalla parte dei genitori ormai disperati e degli attivisti marocchini, consegnando quasi 800mila firme a favore della riforma, guadagnando le prime pagine dei giornali. Il governo ha promesso una riforma ma da allora non è accaduto più niente. Fino ad ora.

L'articolo 475 non è l'unico problema per i diritti delle donne in Marocco, ma è diventato un gigantesco simbolo di un sistema sbagliato. E' dal 2006 che il governo promette di mettere fine a questo orrore e di adottare una legge che vieti la violenza contro le donne, ma finora sono state solo parole al vento mentre la vita di giovani donne continuava ad essere stroncata.

Finalmente sembra che le cose si stiano muovendo nella giusta direzione, e la Commissione Giustizia ha finalmente stralciato la parte più problematica della norma passando la legge alla Camera bassa affinché prenda una decisione: se si arriverà al voto, è molto probabile che il Marocco avrà una nuova legge e Amina potrà finalmente in qualche modo avere giustizia. Il voto è il primo passo fondamentale per quella vera riforma per cui i gruppi di donne in Marocco hanno lottato a lungo. Facciamo in modo che si arrivi a una decisione sulla legge 475 affinché questa cominci a proteggere le donne e smetta di calpestarle:


Dall'Afghanistan all'India fino al Giappone e al Kenya, in quanto membri di Avaaz abbiamo usato la nostra forza collettiva per sostenere i popoli in tutto il mondo nella lotta per i diritti delle donne. Oggi possiamo mobilitarci dalla parte di Amina Filali e fare sì che la conclusione della sua storia terribile possa accendere una speranza.

Con speranza e determinazione,

Dalia, Antonia, Emma, Marie, Rewan, Alex, Ricken e tutto il team di Avaaz

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