ETT: Mi sorge un dubbio.
Nelle tue parole non leggo delusioni riguardanti
aspetti o atteggiamenti connessi con i rapporti con colleghi e amici.
Ho l’impressione
che mi nasconda qualcosa.
Voi umani siete così bravi a litigare!
LUIGI: Effettivamente, questo tuo dubbio è
ragionevole.
Per mia caratterizzazione, tendo a spegnere o a ignorare situazioni
che mi rattristano o che mi facciano perdere la serenità dell’anima.
Inoltre, riferire delle debolezze di coloro
che potrebbero avere mille motivazioni per giustificarle, mi appare
irriguardoso e poco interessante.
ETT: In ogni caso, hai un tuo sistema per individuarle
e reagire?
LUIGI: Ovviamente, sì!
Le persone tristi o poco propense a
dialogare, riescono a tenere gli occhi bassi, piegano la testa verso ciò che è
terreno, materiale, contingente.
Solitamente il nostro sguardo non si
allarga di pochi metri oltre la sfera privata.
L’orizzonte lo notiamo soltanto quando
decidiamo di essere romantici o quando vogliamo abbandonare momentaneamente la situazione
in cui siamo immersi.
Lo sguardo basso è il sintomo dei delusi,
degli sconfitti, dei timidi, dei deboli e di tutti quelli aggrediti dai disagi
psicologici.
Lo sguardo basso pone il divieto al
pensare, all’ottimismo e alla speranza.
Dialogare con una persona senza poterla guardare
negl’occhi, per me è assai duro.
In questi casi, non è possibile sorridere, non
si capiscono fino in fondo i problemi di cui si dibatte.
Sorge ambiguità e si fanno presunzioni.
Lo sguardo basso impone anche il capo chino
e le braccia chiuse; si crea esattamente una trincea, lasciata libera all’assalto
del povero avventuriero che tenta un approccio improbabile.
ETT: Queste persone le abbandoni?
LUIGI: Quasi sempre sono loro che si
escludono o scelgono, in consonanza con il proprio essere, quali amici su cui
sollevare un po’ più in alto lo sguardo.
Per conto mio, rispondo a questa esigenza
in modo molto solerte, cioè evaporo.
ETT: I tuoi amici devono stare bene attenti
per non vederti scomparire.
LUIGI: I miei amici non devono temere, ho l’abitudine
di guardare direttamente negl’occhi e di sentire le loro vibrazioni.
Ho sempre
la necessità di non trascorrere il tempo inutilmente e quindi ricavo il massimo
del piacere attraverso le emozioni che emergono dall’interloquire.
Successivamente,
quando ritorno al pensar solo, allora quelle emozioni si condensano in pensieri
tra i quali mi cullo per vivere attimi eterni.
ETT: In Inghilterra hai conosciuto qualcuno
con lo sguardo basso?
LUIGI: Purtroppo siamo esseri umani e
sebbene la maturità è la cultura ci raffinano, alcune debolezze non riusciamo a
nasconderle completamente.
La naturale predisposizione alla comunione e alla
gioia, è il discriminate che rende diverso il singolo individuo nei rapporti con
i suoi simili.
Nella mia avventura all’estero, come in
Italia o come nel mio condominio, trovo sempre qualcuno con lo sguardo basso.
Illusoriamente
spero sempre di conquistare qualcuno e convertilo alla vista alta.
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