ETT: Quando mi racconti delle
emozioni, mi è praticamente impossibile immaginarmele.
LUIGI: Descrivere
le emozioni è come spiegare i colori ad un cieco dalla nascita.
Queste vanno
vissute utilizzando appieno le qualità dell’essere umano.
ETT: Quali sono
le qualità a cui alludi?
LUIGI: Ammetti
che questo argomentare sia abbastanza buffo, avendo un extraterrestre come
interlocutore.
ETT: Non ti
preoccupare della comicità della questione e vai avanti.
LUIGI: Noi umani
mostriamo nei rapporti reciproci una propensione che ci permette di cogliere
aspetti del nostro essere molto intimi e che producono emozioni.
Si tratta di
una capacità nel comprendersi che prescinde dalle parole e che coinvolge tutto
il corpo attraverso i cinque sensi; la chiamiamo “sensibilità”.
ETT: Sbaglio o mi
hai sempre riferito che i vostri sensi sono approssimati?
LUIGI: Non
sbagli!
L’apparente contraddizione esalta maggiormente questa qualità umana.
Non ti saprei spiegare
che cosa mi succede quando guardo negli occhi la donna che amo.
Non saprei
dirti che cosa mi spinge ad abbracciare un bambino che con gli occhi teneri
attende una mia risposta.
Quasi impossibile
motivarti perché piango nelle dichiarazioni d’amore o perché sono felice assistere ai
successi del bene sul male.
Inspiegabile è il
motivo per cui sento dolcezza nelle poesie o perché dopo un sorriso darei più
di quanto mi si chiede.
La sensibilità è
una cassa di risonanza delle emozioni, è sorgente di empatia che porta
inevitabilmente a condividere sia il dolore sia la gioia.
La sensibilità è
la forza duale della razionalità; entrambe si rispettano ma non si adeguano.
ETT: Caro amico, nonostante
i miei sforzi, conciliare idee contrarie è un’attività a cui ancora non riesco a
dare un senso.
LUIGI: Ti
capisco!
Spesso mi convinco che siamo perfetti nel gestire le nostre
limitazioni.
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