domenica 11 agosto 2013

Notte di San Lorenzo


LUIGI: Nel giorno di San Lorenzo, gli innamorati guardando le stelle, il loro sguardo è sempre alto.

ETT: Credo di sapere che il vostro sguardo verso il cielo è anche il mezzo o l’abitudine per avvistare noi extraterrestri, vero?

LUIGI: Non ti sbagli!
Nella notte di San Lorenzo, però, i nasini rivolti verso l’alto sono numerosi e volti a cercare stelle cadenti.

ETT: Una strana consuetudine!

LUIGI: Direi una bella occasione che noi umani sfruttiamo per rinfocolare quel senso d’amore sempre relegato per eventi privati.

Tutti i dolci di cuore, quella notte particolare, tornano ad essere bambini in pubblico senza la paura di essere biasimati. 

Afferrano con lo sguardo qualsiasi luccichio nel buio del firmamento. 

Sperano di essere privilegiati e catturare il magico momento della stella cadente.

La tradizione popolare suggerisce che i fortunati che riescono ad essere testimoni oculari di una stella che cade, possono esprimere un inconfessabile desiderio. 

Il Dio dei cieli in quel momento è in ascolto e per intercessione del Santo della notte, non può esimersi dall'esaudire una così tenera aspirazione.

Per conto mio, le stelle con tutto il suo firmamento formano un fantastico tappeto steso sotto gli occhi dell’osservatore. 

Tutti gli astri lucenti, nel buio di una notte romantica, sono gli infiniti occhi dell’amore universale che ci guardano e quando siamo tristi piangono con noi ....... romanticamente diventano stelle cadenti.

La vita con tutto ciò che vediamo è dentro di noi.

Le stelle, il sole, il mare e l’umile lucertolina che corre tra i sassi sono proiezioni di un gran bel film che il regista dell'ultrauniverso ci proietta.

Siamo modi separati e interferenti attraverso le emozioni che corrono sotto la pelle o che rendono irregolari battiti e respiri.

Prendiamo uno straccio di pensiero buono e alziamolo al cielo, cancellando la cattiveria degli sfortunati.

Impariamo a sorridere, rendiamo spontaneo l’abbraccio, consuetudine la comprensione e la disponibilità. 

Soltanto allora non avremmo bisogno di cercare con lo sguardo le stelle cadenti, perché saremmo noi a guidare il pensiero felice.

Le stelle non cadranno più perché sarebbero sempre occupate a sorriderci.

San Lorenzo ritornerebbe sulla terra come un comune mortale per riguadagnarsi in diverso modo la popolarità raggiunta attraverso le manifeste nostre debolezze.


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