lunedì 29 aprile 2013

Che bello donare









Donare significa dare "qualcosa" spontaneamente e senza attendersi ricompensa.

Considero questa definizione molto superficiale perché lega l'azione ad un oggetto scambiato.

Donare, invece, rappresenta l'arte di costruire ponti fra due anime; 
l'oggetto scambiato è solo strumento all'azione.

Come un ponte che unisce le sponde di un fiume difficile, o poco pratico da attraversare, così l'atto del donare fa nascere opportunità a due anime di incontrarsi e di godere reciprocamente della comunione e della gentilezza dell'essere.

Entrambi i protagonisti dell'atto, sono chiamati moralmente a corrispondersi, affinché si celebri compiutamente la donazione.

Entrambi ricevono qualcosa che sorpassa l'oggetto.

Quindi, nel donare, non è vero che non c'è ricompensa, anzi questa è di livello superiore alla razionalità che suggerisce l'atto.

Donare comporta l'innesco di una miriade effetti secondari molto salutari.

Per esempio, aumenta l'ottimismo, espande il cuore, predispone alla socializzazione e alla conciliazione, favorisce sorrisi e abbracci.

Inoltre, migliora la biologia stabilizzando la pressione sanguigna, stimolando il sistema immunitario, sensibilizzando gli organi sensoriali, riducendo la moria dei neuroni nel cervello.

Coloro che pensano che sia più importante ricevere rispetto al dare, devono ricredersi.

Nel confronto, il ricevente s’impegna di più del donante poiché, dovendo questo corrispondere, sente il peso dell'obbligo morale innescato dall'atto.

Il donante compie subito il suo “sforzo” mentre il ricevente lo farà nel futuro.

(La parola “sforzo” non è stata usata a caso; essa sta a indicare che l’inerzia dell’anima è la conseguenza di quella del corpo fisico in cui essa alloggia. 

Per motivi di sopravvivenza, il corpo, in risposta ad una possibile azione, tende a reagire nella forma migliore che abbia precedentemente sperimentato, cioè l’immobilismo, poiché con questo è possibile ricreare la situazione precedente in cui la minaccia era assente.)

Se amiamo qualcuno, ci riesce spontaneo donare, esattamente perché attraverso il dono vorremmo “entrare” nel suo cuore e “abitarci” nella durata del suo sorriso. 

Un “grazie” vorremmo non udirlo immediatamente perché ci ricorda la discesa del sipario sulla rappresentazione che l’anima fa della nostra vita di esseri d’amore.
 

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