giovedì 29 agosto 2024

Una impressionante esperienza da dog-sitter

 

 

Nella tarda adolescenza, Sandy e Mary andavamo a scuola di danza insieme. Un giorno Mary invitò l’amica a pranzo nell'appartamento che condivideva con il suo ragazzo, Tom. Lì conobbe il suo adorabile cane, un senza pelo di nome Aspira (non per il respiro, ma per la straordinaria capacità del cane di aspirare qualsiasi cibo cadesse a terra meglio di qualsiasi aspirapolvere). A Sandy piaceva giocare con Aspira e sembrava che i due fossero in perfetta sintonia. Probabilmente l’amicizia era determinata dalle briciole del pasto che candendo per terra finivano aspirate nella bocca del vorace cane.

Qualche settimana dopo, Mary chiamò l’amica: "Tom e io dobbiamo andare a un matrimonio fuori città sabato sera. Dal momento che tu e Aspira andavate così d'accordo, staresti da me un giorno per badare al mio cane?"

Senza esitare Sandy accettò. Non c’erano motivi per non andare incontro all’esigenza dell’amica.

"Fantastico!" Rispose Mary così sollevata. "Ho del cibo in frigo per te. E metterò degli asciugamani puliti in bagno e ti farò il letto, così dovrai portare solo lo spazzolino da denti", aggiunse.

Quando Sandy arrivò all'appartamento di Mary e Tom, Aspira era così emozionata di vederla. E lei era ansiosa di godersi la permanenza nella casa della sua amica.

Fedele alla sua parola, Mary aveva riempito di prelibatezze il frigo. Chiaramente c’erano anche degli avanzi un po' incrostati, ma da artista affamata come era Sandy, comunque non ci fece caso.

Il letto era fatto in modo impeccabile con lenzuola bianche e candide, una trapunta colorata e accogliente e c'erano degli asciugamani puliti sistemati in modo fantasioso in bagno. Sembrava un B&B a cinque stelle!

Dopo aver disfatto il piccolo bagaglio personale, Sandy prese a guinzaglio Aspira per la prima passeggiata rilassante. Che presto si rivelò tutt'altro che rilassante. Non aveva idea di quanto quel cane fosse fissato con i piccioni. E di conseguenza quanto velocemente si sarebbe liberata dalla sua dolce presa sul guinzaglio.

Senza il tempo si capirci qualcosa, Aspira scappò via! Mentre lei cercava stupidamente di rincorrerla, cadde e la lasciò per terra distesa nella polvere. Probabilmente il cane pensava ad un strano gioco della nuova padroncina.

Rialzatosi in piedi, Sandy urlava "Aspira!!! Aspira!!!" mentre provava a rincorrere per il parco il cane intento a inseguire qualsiasi volatile che fosse nei paraggi. La ragazza cercò perfino di imitare il cane nel ricorrere i piccioni, sperando che si avvicinasse a lei per il comune proposito.

La gente intorno borbottava: “Perché non controlla quel cane? Non è civile lasciarlo libero in quel modo!”

Sandy e Aspira sembravano usciti da un cartone animato, correvano in giro per il parco come Willy il Coyote e Beep Beep

Il cuore di Sandy batteva forte per la fatica. Fortunatamente, un passante calpestò il guinzaglio del cane e lo bloccò fino all’arrivo della padrona. Accidenti, come gli fu grata!!! Afferrò il guinzaglio con forza, senza allentare la presa per un secondo. La lezione era stata imparata.

Quando tornò all'appartamento, era esausta. Aspira era ancora piena di energia. Cercò di rilassarsi guardando un po' di televisione e poi si appisolò. Si svegliò sul divano e decise che era ora di infilarsi a letto.

Ma poi cosa è successo!

Qualcosa di viscido e molliccio toccava la sua gamba. Sollevò il piumone e poi il lenzuolo, spalancò gli occhi e osservò più da vicino quella cosa che sembrava una poltiglia vicino ai suoi piedi. Cos'era?

All'inizio non riuscì a identificare. Puzzava di cattivo odore. Accese la lampada del comodino.

Era un preservativo usato, ancora pieno di sostanza!!!

Sandy fu colta dal sintomo del vomito. Prese un fazzoletto di carta per raccogliere il regalo premuroso che Tom aveva scartato e poi dimenticato nel letto, raccolse e gettò quella testimonianza nel cestino dei rifiuti, che era proprio accanto a quello che ora sapevo essere sicuramente il suo lato del letto.

Poi zoppicò su un piede fino alla doccia. Lì lavò il piede per venti minuti. Dopo prese le lenzuola e le infilò nel cesto della biancheria sporca. Senza nessuna esitazione, ritornò a dormire sul divano. Sandy si addormentò profondamente, non poteva andare diversamente,  dopo tutte le sue disavventure con Aspira.

Sandy non raccontò mai a Mary la sua terribile esperienza di dog-sitter.

mercoledì 28 agosto 2024

Un ricordo che allarga il cuore


Crescendo, ho trascorso molto tempo con mia zia. I miei genitori erano troppo occupati con il resto della famiglia composta da otto figli. Per me, vivere con la zia è stato come appartenere ad una famiglia più piccola, più attenta alle mie necessità … ero in una seconda casa.

Era una casa silenziosa, piena di amor pratico e di inconsapevoli lezioni di vita. Mia zia aveva qualche momento severo, ma generalmete si mostrava paziente e comprensiva. La sua voce un po’ rauca mi ricordava che non era educato tenere i gomiti sul tavolo a cena, di rispettare gli anziani e di partecipare ai piccoli lavoretti di casa. Nel complesso, ho solo bei ricordi.

La ricordo come una donna decisa, contadina fino al midollo. Lo zio era morto prima che io nascessi e quindi era sola. Viveva dei piccoli ricavi del suo orto e della compravendita di vino e olio. Teneva per sé le sue emozioni. Non mancavano i suoi sorrisi. Pensandoci bene, poche volte l'ho vista turbata per le circostanze della sua vita.

Il tempo trascorso con lei è stato pieno di lezioni. Mi ha insegnato come curare le piante, passavamo le giornate a raccogliere le verdure che poi cucinava la sera. Mi insegnava la storia dello zio morto in guerra nella seconda guerra mondiale. Rabbrividivo quando parlava del freddo in Russia. Lo zio le aveva scritto una lettera dove raccontava le pene vissute durante la campagna militare in Russia. 

Lei teneva il foglio tra le mani, lo leggeva e rileggeva. Ogni volta non poteva evitare di piangere, anche se tentava di nasconderlo. Probabilmente, pensava che io non ci facessi caso. Quando, invece, il mio sguardo si posava su di lei mentre asciugava le lacrime, mi parlava delle cipolle che le davano continuamente fastidio.

Mi parlava dello zio come di una persona molto pacifica e la guerra era l’ultima cosa a cui poteva pensare. Fu precettato e arruolato in fanteria. Prima di partire, mi raccontava la zia, le diede un bacio e con una vena di tristezza le sussurrò all’orecchio: “Cara, abbi cura di te, non so se potrò tornare.” Mia zia aveva un’idea vaga della guerra. Probabilmente la considerava un obbligo dello Stato, fastidioso, meno piacevole di coltivare la terra, ma pur sempre qualcosa che alla fine dovesse concludersi. Non immaginava minimamente che non l’avrebbe più rivisto. L’ultima sua notizia giunse con il telegramma in cui era scritto che suo marito era stato dichiarato “disperso” in terra di Russia. Alla sua solitudine si aggiungeva l'impossibilità di piangere sulla tomba del marito.

Alla partenza, mio zio le aveva lasciato un figlio in grembo da crescere. Ma nel periodo in cui vivevo con lei, il cugino già adulto, lavorava lontano da casa per costruire il suo futuro.

Durante la mia permanenza, mia zia tentava di insegnarmi a cucire, ma fu impossibile riuscirci perché mi pungevo con l’ago. Restavo basito dalla sua disinvoltura di muovere l’ago, sebbene avesse un ditale giallo che fungeva da pressore sulla cruna dell’ago. Quelli che un tempo sembravano momenti fugaci ora sono ricordi cari, diventati più preziosi con il passare del tempo.

La zia spesso mi portava nel suo orticello. Ogni volta era un’avventura, piena di meraviglia e scoperte. Il suo rapporto con la natura era di rispetto e dedizione. Quelle lezioni di piccola agricoltura, che adoravo, erano il suo modo amorevole di nutrire la mia mente e la mia anima e oggi occupano un posto speciale nel mio cuore.

Quanto tempo ho trascorso con lei! I pomeriggi, mentre filava e forse vagava con la sua mente, io ero giù per terra, accanto ai suoi piedi, a giocare con i miei poveri giocattoli fatti con scodelle e mollette.

Mia madre si fidava di mia zia che era la sua sorella maggiore. Da grande ho saputo che mio padre sarebbe stato suo marito, se non si fosse innamorato di mia madre nel breve periodo di fidanzamento. Ma quella era storia passata e dimenticata. Tra le due donne si era creata quella complicità tipica di sorelle affiatate.

Diventando più grande, la mia presenza nella casa della zia divenne più rara. Lei, invecchiando, non ha mai dimenticato il tenero marito che la lasciata sola per l’insensato volere dello Stato. Immagino che morendo si sia ricongiunta con il suo amore per non separarsi mai più.

 

martedì 27 agosto 2024

La paura dell'imprevisto


Si parla molto di inseguire i propri sogni e di quanto sia importante avere degli obiettivi nella vita. Tutti hanno un sogno, ma non tutti lo realizzano. Realizzare i sogni significa superare dubbi e incertezze. Significa affrontare sfide inaspettate e restare svegli la notte chiedendosi: "Posso davvero farcela?" È un viaggio caotico con passi falsi e deviazioni, ed è il risultato finale che rende tutto degno di nota.

Ma tra te e il risultato finale c'è un mondo di difficoltà e sfide. E una cosa ci impedisce di fare anche un solo passo verso i nostri obiettivi è la paura!

La paura è ciò che impedisce alle persone di abbracciare il disagio e l'avventura ed è ciò che impedisce alla maggior parte delle persone di inseguire i propri sogni.

La paura non è una cosa negativa, ci mette in guardia dalle opportunità, ci mostra dove dovremmo indirizzare la nostra energia e dove sono le opportunità. Sappiamo tutti che una vita comoda non porta ad alcuna crescita. Se la vita non fosse almeno un po' spaventosa, non sapremmo di non spingerci abbastanza in avanti. Le cose belle accadono quando usciamo dalla nostra zona di comfort.

Quindi quando provi questa paura, cosa sta cercando di dirti?

La paura ti mostra ciò che ti interessa. Pensaci. Se non ti importasse ciò che lo spavento ti frena, allora quelle preoccupazioni ti avrebbero semplicemente scoraggiato.

Ci possono essere cose nella tua vita che ti riempiono di paura. Quindi, pensa a cosa c'è dietro e perché è così importante per te. Ti servirà per prendere coraggio.

Affrontare le nostre paure è dura. Non c'è dubbio.

Ciò che è del tutto inaspettato ha un effetto più schiacciante e l'imprevisto aumenta il peso di un disastro. Questo è un motivo per garantire che nulla ci colga mai di sorpresa. Dovremmo proiettare i nostri pensieri davanti a noi a ogni svolta e tenere a mente ogni possibile eventualità invece che solo il solito corso degli eventi ...” — Seneca

È importante notare che non si tratta di un consiglio a pensare troppo o di angosciarci impotenti in una spirale di ansia. Ciò di cui gli stoici intendono è un esercizio consapevole e deliberato in cui consideriamo probabili percorsi e soluzioni future. Come parte di questo esercizio, pensate a tutti i modi in cui potreste affrontare questi problemi e in cui potreste rispondere alle sfide future.

Non è pessimismo o focalizzazione compulsiva sul negativo, è realismo. Dobbiamo accettare che le cose potrebbero non andare sempre come vogliamo, quindi è utile essere preparati. Se siamo preparati, la nostra ansia diminuisce. Se oggi dovesse accadere il peggio, allora sono già preparato. L'ho ripensato nella mia mente e ho un'idea di come posso reagire.

Questo può aiutarci a superare la paura di provare qualcosa di nuovo. Ovviamente, non ci sentiremo mai veramente pronti a provare cose nuove. Non possiamo mai controllare al 100% il risultato, è impossibile. Ma possiamo pianificare, prepararci e accettare che ci sarà sempre un elemento di ignoto. Questo ci aiuta a diventare più resilienti.

È anche importante tenere a mente che mentre facciamo questo esercizio, la maggior parte dei fatti che prsumiamo accadere, in realtà non accadranno mai. In questo senso, Seneca diceva: “Spesso soffriamo più nella nostra immaginazione che nella realtà”.

Intanto, costruiamo una nostra rete interna di sicurezza che comunque ci permette di agire per andare incontro ai nostri sogni.

lunedì 26 agosto 2024

L’isola disabitata

 

 

Appartenere al mondo significa essere vivi, ma l’unico modo per prendere consapevolezza è quello di creare relazioni.

Questa necessità si rivela difficile a causa dell’isola psicologica disabitata in cui veniamo sbattuti appena nati.

Abbiamo coniato delle parole per evidenziare il grado di difficoltà che ognuno di noi ha per creare relazioni in grado di funzionare, tentatando di rompere l’isolamento. 

Sei una persona socievole?

Se la tua risposta è sì, hai trovato una scorciatoia per abbandonare il tuo isolamento. Purtroppo, dovrai ricrederti più volte perché non basta saper stendere ponti, occorre anche un punto d’attracco disponibile.


Se pensassimo alla dinamica variabile del nostro essere, ci renderemmo conto di quanto illusorie siano nostre idee circa la comunione dei valori e la condivisione delle aspettative.


Viviamo un presente modellato dal passato e proiettato in un futuro poco immaginabile ma a cui affidiamo ogni nostra costruzione mentale.

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