venerdì 10 novembre 2023

Pensieri in movimento

 

 
Ci sono momenti in cui il chiasso della vita vegetativa di tutti giorni, si attenua. Scende un silenzio interiore che favorisce il pensare. In queste occasioni, la mente è difficile collocarla.
Appare incerta su cosa concentrarsi. Dopo un’instabilità che ha il sapore di un equilibrio d’animo smarrito, si posa su piccole immagini e abbozza pensieri.
Quei pensieri che, come cari amici, vogliono consolarti, quasi a darti qualcosa. Leggeri, inutili, a volte, pretendono solo di farti compagnia. Essi sono con noi, ma vengono da noi come se fossero estranei. Vogliono plagiarci perché sanno ciò che desideriamo e soprattutto, ciò che amiamo.
Questi amici sanno anche che abbiamo molti nemici.
Chi non ha preconcetti, manie o fissazioni?
La personalità umana è un mare di sentimenti arginati da pensieri più o meno profondi. Nei suoi alti fondali giacciono al buio, paure, sofferenze e qualche nave di speranza naufragata. I nostri meravigliosi pensieri si affastellano nella mente e creano il prototipo di ciò che vorremmo. Si assemblano in un numero vertiginoso, se il nostro desiderio e forte. 
Spesso inducono in nostalgia e richiamano quello spirito di rivalsa che ci sorprende in scatti improvvisi. In alcuni casi ci prospettano un’anteprima di ciò che potrebbero raccomandarci.
Le scene che costruiscono ci appaiono reali fino al punto che presumiamo di agire subito secondo una replica di quello che è stato pensato.
Purtroppo, la realtà si determina con altre componenti che tengono conto di svariati fattori, molti di questi, fuori dalla nostra portata.
Soltanto alla fine si capisce che la nostra vita va avanti per approssimazioni successive.
La razionalità rimane tale fino a quando non esce dalla nostra mente.
  

giovedì 9 novembre 2023

Confessioni postume di un lettore del libro "Cuore"

 

 
Aveva otto anni, ma non gli sembravano pochi. Probabilmente sembravano tantissimi quelli dei “grandi”. Per lui gli adulti erano così “grandi” che non potevano dir bugie o ancor peggio, essere cattivi.

Al compleanno dei diciotto, non sentiva di essere diventato “grande”. Probabilmente qualche bugia la diceva ancora o forse peccava di egoismo. Aveva pochi amici per provare le sue bugie, quindi supponeva di essere egoista.

Qualche anno prima, aveva letto il libro “Cuore” e ne era uscito sconvolto. Quella lettura costituì il punto focale di un cambiamento interiore. Assunse l'idea che la generosità e il rispetto dovevano essere le chiavi vincenti della sua vita.
 
La professoressa d’italiano delle medie gli aveva addirittura scritto una dedica a cui è rimasto sempre fedele: “Non fare agli altri quello che non vorresti che fosse fatto a te”.

Per un po’ rimase deluso. Non aveva compreso il senso profondo della frase. Si chiedeva: "perché mi ha scritto questo?" Cosa poteva aver indotto il suo amore per gli alunni a suggerire questo ammonimento? Non aveva mai pensato di comportarsi male con lei e tanto meno con chi conoscevo.

Proseguendo con gli studi, la sua vita si è srotolata. Molte idee ha cambiato, facendole scendere un po’ più giù dalle nuvole da dove erano nate.

Con i capelli imbiancati, capiì soltanto allora il senso di quell'antica solitudine; ha conosciuto l’amore, ma non quello letto nel libro “Cuore”; ha dovuto riconoscere che la cattiveria esiste veramente. 
 
La dedica della professoressa non si rivolgeva al lui ... doveva essere uno scudo donatogli per proteggersi dai mali del mondo.

Infine, si è convinto che non vale la pena rinascere se il mondo continua a essere quello che si è rivelato.
 

mercoledì 8 novembre 2023

Creatività

  

 

Se vogliamo essere creativi, dobbiamo abbandonare il terreno sicuro delle convenzioni e del pensar comune. La maggior libertà si paga con le ostilità dei conformisti.


L’inettitudine di coloro che consumano energie ad ostacolare la novità, si serve di merce di scarsissima qualità per giustificare l’incapacità e la rigidità di una mente chiusa.

La paura del nuovo espone il proprio essere a confronti e lo impegna in nuove battaglie solitarie. 
La stasi, l’amorfismo, l’ignoto, il vuoto di desideri, sono sinonimi di un’unica realtà: la morte del pensiero.

Nietzsche, nel suo estremo pessimismo, mostrava uno scoraggiamento di fondo, un senso di impotenza per ciò che sentiva appartenere all’essere umano ma che rimaneva chiuso nel buio di un’etica di comodo.
Egli era convito che la libertà più alta fosse quella discendente dal vincere i vincoli della morale.
Capite bene, che è difficile pensare ad una società senza prigione se ammettessimo l’esistenza del peccato come limitazione delle nostre prerogative.

La fuga nel futuro e il placebo della speranza, rappresentano lo stucco di facciata di un muro che per definizione separa, sostiene e protegge l'anima debole.
 

martedì 7 novembre 2023

Ti amo, Mondo


 

Ecco un’altra guerra!

Telegiornali e dibattiti occupano tutti i canali della TV (con spazio sempre garantito per la pubblicità).

Le notizie si susseguono, divulgando scene apocalittiche mentre gentili signori ben vestiti, seduti su comode poltrone, fanno mostra di sapere e saggezza.

Tutto quello che succede si trova oltre lo schermo televisivo. Davanti ci siamo noi, comuni mortali immersi dai problemi di vita quotidiana.

Bisogna essere dei romantici come me per richiamare alla mente un Eden in estinzione.

Non credo di essere pessimista né tantomeno un pittore a tinte fosche quando un po’ di scoraggiamento mi coglie. Mi chiedo: perché succede tutto questo?

Perché vogliono che io sappia, se manifestamente sanno che non posso praticamente far nulla oltre a rammaricarmi per il mondo con non va come dovrebbe andare?”

Perché l’attenzione dei giornalisti è così mobile … basta un nuovo evento per “dimenticare” il precedente?

Le risposte sono ovvie!!

Ho l’impressione che ci prendano in giro oppure vogliono spaventarci come si fa con gli uccelli usando spaventapasseri. Anche chi affonda nell’ingenuità, sa che il suo parere non interessa a nessuno. Ci sono troppi interessi economici che spingono le marionette politiche verso decisioni già prese. Se immaginate come si muovono le correnti oceaniche, capirete il valore e il potere che barchette senza remi hanno nello scegliere la destinazione.

Da bambino sporcavo i miei calzoni di polvere e mettevo in disordine la mia stanza. Non esitavo a definirmi uno sporcaccione che non cura il suo ambiente. Ricordo che anche quando tentavo di acchiappare farfalle spezzando steli di fiori oppure quando lanciavo sassi per colpire le povere lucertole in fuga, mi consideravo un terrorista della natura.

Come potevo immaginarmi un uccello sporco di catrame incapace di volare!

Come potevo immaginare pesci morti che galleggiano sull’acqua che lentamente riempiono spiagge come un cimitero!

Neanche la mia pur fervida creatività avrebbe potuto suggerirmi trame da libri neri, come quelle, aimè, realmente concretizzate in quelle parti del mondo dimenticate.

Ricordo da ragazzino quando rubai un finocchio ai bordi di un viottolo di campagna e lo mangiai avidamente sul luogo del “delitto”. Non potevo pensare che quel finocchio potesse essere pieno di veleni o addirittura che ci fosse qualcuno appostato dietro un albero con il fucile spianato.

Probabilmente, il tempo trascorso ha riformulato valori, ha standardizzato gusti e ha livellato intelligenze.

Il mio animo da sognatore, però, non si arrende!

Allargo lo sguardo davanti alla distesa della campagna aperta, silenziosa, sperando che nel futuro dei miei figli non ci siano recinti elettrificati, ruspe demolitrici, fumi tossici generati da incendi dolosi o per scarichi abusivi in combustione e, gente che porta a tracolla un mitra al posto del borsello di Gucci.

Scaccio dalla mia mente questi brutti pensieri e torno ad essere solo con la mia anima. Il vento mi parla, il cinguettio di un uccello favorisce la mia malinconia.

Ho bisogno di scrivere una poesia: Ti amo mondo mio.

Spero di non essere solo a dirtelo. 

 

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