lunedì 16 ottobre 2023

Antonio vuole capire l'arte

opera di Silvia Senna

 

Ieri Andrea casualmente incontrò Antonio. L’argomento sull’arte pittorica lo aveva scosso. Probabilmente, quel mondo completamente estraneo nei suoi pensieri aveva toccato la sua sensibilità. Non perse occasione per riprendere il discorso con Andrea.

-“Andrea, sai, ho sognato quelle figure confuse dei quadri dell’amica tua.” Iniziò cosi, Antonio.

-“Ti riferisci ai quadri della pittrice Silvia Senna?”

-“Certo, chi altri conosco!”

-“Quell’opera deve averti scosso così tanto da portarla nei sogni?”

-“Succede così quando non comprendo bene la questione.”

-“Antonio, comprendere un’opera d’arte non è facile! Chi non è abituato si affida agli occhi e a ciò che il pensiero comune suggerisce come bello.”

-“Ora non capisco neanche te!” ammise sconsolato Antonio.

-“Ti faccio un esempio. Sai riconoscere una bella donna?”

-“Ma che domande mi fai? È ovvio che sì!”

-“Ebbene, per esserne così sicuro tu ti affidi a ciò che vedi. E cioè, un viso da angelo e magari un corpo da Miss Italia! Con questi elementi, riconoscibili da tutti, puoi senz’altro affermare di aver visto una bella donna! Per l’arte non funziona così!”

-“Allora dimmi come?” Antonio si senti quasi impedito a capire.

-“Antonio, ti avevo detto prima che non è facile perché intervengono molte componenti e non tutte disponibili nello stato dell’essere di una persona.”

-“Mi fai preoccupare! Dimmi che cosa serve … magari cerco di adeguarmi!” Antonio tentò una leggera ironia poiché già immaginava ciò che Andrea intendesse.

-“Antonio, lo stato dell’essere a cui mi riferisco non si acquisisce dall’oggi al domani, non si rimedia con la disinvoltura di chi si procura qualcosa. La maturità in questo campo ha bisogno di tanta sensibilità interiore che si acquisisce dopo un fortunato e lungo percorso educativo.”

-“Questo significa che gli ignoranti come me non possono ambire ai piaceri dell’arte?” Antonio si mostrò quasi risentito.

-“Beh, non è proprio così. La cultura rappresenta la via più sicura per giungere alla sensibilità di cui parlo. Per fortuna, non è l’unica strada. Esistono persone che non hanno frequentato grandi scuole, però per la sana educazione ricevuta, per la saggezza acquisita nel condurre una vita sostenuta da valori morali, hanno aperto la via all’essere speciali. La loro sensibilità si è formata in seguito a esperienze dure e a volte, drammatiche. Quindi davanti ad un’opera d’arte loro non ragionano molto, ma si lasciano trasportare da un “sentire” interiore con il quale apprezzano e catturano il messaggio di “cuore” che l’artista trasmette.”

-“Mi spiego solo ora, quel sentimento di paura che mi ha colto nel sogno. Avevo un senso di piacere nel guardare quel quadro ma nello stesso tempo temevo su cosa potesse realmente rappresentare.” Antonio rispose alle spiegazioni di Andrea.

-“Nota, Antonio, Tu hai immaginato il terremoto vedendo quel quadro. Hai avuto paura del terremoto, ma non lo hai visto con gli occhi … lo hai ricavato con la tua sensibilità. Vedi, questo è il miracolo che fa l’arte: ti esalta in quello che tu desideri o che temi.”

-“Grazie, Andrea … mi hai fatto dimenticare di essere ignorante.”

-“Consolati, Antonio … in misura diversa, siamo tutti ignoranti!”

domenica 15 ottobre 2023

Handshake (stretta di mano)

HandShake, dall’inglese, significa stretta di mano. Esso è un termine usatissimo nella comunicazione tra sistemi automatici.

Solitamente quando ci stringiamo la mano, quasi involontariamente compiamo delle oscillazioni. I due amici si alternano nel far forza. In questo modo si dichiarano complici e si assicurano vicendevolmente di essere vivi e pronti allo scambio psicologico.

Una stretta di mano senza oscillazione è formale e inutile. 

Potrebbe essere sostituita con la frase: “Ti saluto, ma non interessi più di tanto!”.
La stretta di mano potrebbe essere: molliccia (fai finta che non ci sono), a grilletto (ho fatto il mio dovere), a mezza mano (non ti conosco, scusami), alta rispetto al corpo (per ora non ti conosco, stai alla larga), bassa rispetto al corpo (non sembri cattivo).
Coloro che si stringono la mano, si dichiarano apertamente e manifestano le loro qualità o paure interiori. 

In altre parole, preparano uno scenario indispensabile per far partire un colloquio. Diciamo che si apre una fase di sincronizzazione. Il più debole si adegua al più forte, come il discepolo al maestro. Il seguace si adegua al suo leader, come il condotto al conduttore.
Non c’è ex equo poiché siamo diversi per nascita.

Se ci pensate bene, troverete sempre qualcuno migliore e qualcun altro peggiore di noi (per fortuna!).
La differenza tendente a zero rende elettrizzante, interessante il colloquio.
La differenza tendente all’infinito, indirizza il nascente dialogo all'aborto.

Quando un colloquio interessante parte, si assiste allo spettacolo della natura umana. Il conduttore dichiarato diventa condotto dall’interesse dell’ascoltatore. L’ascoltatore attento, impone i ritmi a chi parla. Chi parla mediante le pause, capisce di essere seguito. Segnali di sincronizzazione arrivano da cenni del capo, consensi verbali o intercalati, posture corporali. 
Tutti questi segnali indicano a chi parla, come sta procedendo il dialogo. Da questi, si capisce se deve accelerare, perché sta dicendo cose banali o se deve rallentare, perché richiede riflessione.
La durata delle pause è una modulazione della trasmissione. 
Si stabiliscono i momenti precisi per lo scambio dei ruoli. 
L’alternarsi nel parlare e nell’ascoltare avviene con una fluidità incredibile.

I due sistemi comunicanti si dicono efficienti.
Consumano nel migliore dei modi il tempo vita.
 

sabato 14 ottobre 2023

Serotonina: ormone del buon umore e macchina di verità

 

Un meccanismo simpatico utilizzabile per sapere in che modo siamo considerati o in quale misura siamo apprezzati, è quello di considerare il tipo di reazione emotiva che si scatena nel momento in cui incontriamo gli amici. 

Qualora fossimo considerati simpatici, piacenti e quindi apprezzati, l’amico si mostrerebbe sorridente e gioioso alla nostra apparizione. L’intero suo corpo si predisporrebbe per manifestare il responso emotivo, coinvolgendo particolari posture ed espressioni verbali. Sorrisi, baci, abbracci e fiumi di parole farebbero parte di un quadro generale di spontanea allegria.

Contrariamente, una persona che ci reputerebbe antipatici o degni di scarsa stima, si mostrerebbe quantomeno indifferente, se non addirittura ostile. Brevi e formali frasi legati al saluto o alla routine del lavoro, si renderebbero necessarie per attenersi alle regole della buona educazione e convivenza civile, non conflittuale.

Tale processo, non siamo in grado di comandarlo poiché è frutto di una naturale reazione creata da una produzione si serotonina nel cervello, determinata dalla storia relazionale avuta con il nostro amico.

Si tratta di una macchina della verità che scatta a nostra insaputa e che crea quel feeling di simpatia o di astio di cui si parla tanto.
 

giovedì 12 ottobre 2023

La bellezza è nel cuore

Un uomo brutto e con la gobba si era innamorato di una bellissima donna. Tentò di corteggiarla usando mille modi. Usò la gentilezza e sfruttò ogni occasione per mostrarle tutto il suo amore. 

La donna non voleva saperne. Quell’uomo era così brutto che non voleva nemmeno guardarlo. Paolo era basso e con una cifosi che lo faceva leggermente gobbo e questo lo rendeva infelice.

Nonostante il chiaro rifiuto della donna, regolarmente le inviava fiori, intercedeva in tutte le sue necessità. Voleva saperla felice.

Un giorno, si fece coraggio e decise di parlarle a cuore aperto. Conoscendo le sue abitudini, si sedette al bar dove spesso si tratteneva per la colazione. In attesa di vederla comparire da lontano, cercò di organizzare mentalmente il suo discorso. Pensava che se non avesse voluto la sua compagnia, almeno le avrebbe chiesto di poterla guardare da lontano senza che ciò la disturbasse.  

Appena la vide arrivare, le andò incontro e le chiese di sedersi al suo tavolo, volendole offrire la colazione. La donna si mostrò seccata, ma per evitare la prevedibile insistenza dell’uomo accettò. 

In attesa della consumazione, l’uomo iniziò a parlare.

-“Valeria, posso farti una domanda?”

-“Che cosa vuoi dirmi, Paolo? Ti ho già detto mille volte che pur se sei una brava persona, io non provo nessun sentimento per te.” La donna mise subito in chiaro i suoi propositi.

L’uomo cercò di tranquillizzarla:

-“Non voglio annoiarti con il corteggiamento, voglio soltanto che mi togli una curiosità.”

-“Avanti, di cosa si tratta?” domandò Valeria.

-“Dimmi, cara amica, tu credi che i matrimoni avvengono in paradiso?”

-“È una strana domanda. Non so dove vuoi mirare.” - la donna imbarazzata, ribaltò la domanda:

- “Tu ci credi?”

 “Certamente!” rispose l’uomo.

 -“Al momento della nascita Dio ti dice chi sarà la donna che amerai e che sposerai.” – ebbe una pausa e poi continuò – “Quando sono nato io, Dio mi disse che avrei sposato una donna brutta e con la gobba.”

-“Ecco, vedi? Dio ti ha predetto che non posso essere io la tua sposa.” La donna rise.

L’uomo attese che la donna tornasse seria e disse: “Quando Dio mi disse così, lo implorai di dare a me la bruttezza e la gobba perché per la mia donna sarebbe stata una tragedia.”

La donna restò basita. La profonda morale del suo pensiero l’aveva segnata.


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