giovedì 28 dicembre 2023

Amava la sua mamma

 

Nei primi anni del novecento viveva un uomo straordinario conosciuto come Carlo il genio. Il soprannome era dovuto alla sua incredibile logica matematica. Aveva studiato in autonomia ogni aspetto della disciplina. Negli anni aveva scoperto un certo numero di proprietà matematiche che presentavano interessanti risvolti nelle applicazioni pratiche. I suoi amici lo stimavano e si rivolgevano a lui per avere consigli su qualsiasi cosa. Carlo era un’anima estremamente gentile. Viveva con sua madre alla quale era legatissimo. Purtroppo, diventando anziana, la mamma divenne cieca e debole fino al punto da non poter badare a sé stessa. Aveva bisogno di farmaci introvabili nella sua zona per cui puntualmente si recava in città per comprare cibo e medicine.

Carlo offriva i suoi servizi per reperire il denaro che gli serviva. Così fu costretto a spostarsi nella grande città per poter guadagnare il necessario per vivere. Per questo motivo incaricò un amico per portare il cibo a casa e badare a sua madre.

Per i primi tempi, andò tutto bene fino a quando si creò una brutta situazione. In uno dei lavori, Carlo guadagnò tantissimi soldi; una parte li utilizzò per comprare cibi ricercati e la rimanente la consegnò al suo amico con la raccomandazione di custodirli presso la casa della madre. 

Dopo una settimana un altro suo amico giunse in città per informarlo che la mamma stava male; erano già parecchi giorni che non mangiava e che non c’era nessuno ad accudirla.

Carlo resto basito perché era sicuro della fedeltà del suo vecchio amico. Non avrebbe mai immaginato che si sarebbe dileguato con i suoi soldi. Ad ogni modo, ritornò precipitosamente a casa. Si prese subito cura di sua madre e appena lei riprese le forze e cominciò a sentirsi bene la condusse con sé in città dove poteva provvedere di persona alla cura della sua amata mamma.

L’eccezionale bravura e carisma di Carlo si diffuse in tutta la nazione fino a giungere nei centri di potere.

Il governatore dello Stato lo volle come suo consulente personale per cui mandò un suo emissario per notificare l’incarico.

Carlo, sebbene ne fosse onorato, declinò la nomina, affidando al messaggero il motivo del rifiuto. Egli non voleva separarsi dalla madre in quanto la povera donna non era auto-sufficiente e quindi bisognosa di continue cure.

Il governatore si sentì indispettito e mandò i suoi agenti a prenderlo e portarlo in maniera coatta al suo cospetto.  

Quando gli agenti giunsero a casa sua con l’intento di usare la forza qualora egli si fosse rifiutato di obbedire, per non impaurire la mamma l’uomo accettò suo malgrado di seguirli. Carlo era di animo gentile, non avrebbe mai usato la forza per qualsiasi motivo.

Nonostante l’apparente serenità del figlio, la mamma intuì che qualcosa di molto triste stava succedendo e mostrò segni di paura.

Carlo, con la calma che gli era solita, pregò la madre di non preoccuparsi. Le disse che avrebbe presto chiarita la sua situazione e poi sarebbe ritornato a casa.

Durante il trasferimento verso il palazzo egli pensava come avrebbe potuto intenerire il cuore del governatore. Sua madre stava da sola, era incapace di vedere e nutrirsi.

Quando fu di fronte al governatore era evidente la sua tristezza. Il governatore, però, non capiva il motivo di tutta quella riluttanza. Chissà quanta gente avrebbe fatto salti mortali per ottenere quell’incarico così importante e che avrebbe portato un guadagno economico notevole. Preso da questo dubbio, il governatore domandò: “Per quale motivo rifiuti di offrire il servizio al tuo governatore?”

Carlo a capo chino, rispose: “Signore, ho una madre cieca e ha soltanto me per continuare a vivere. Se la lasciassi sola morirebbe.”

Il governatore, capì e disse: “Sei libero di tornare a casa. Io avrò modo di cercarmi un altro consulente, ma tu hai una sola mamma.”

Il governatore fu toccato dalle parole di Carlo. Lo liberò per l’amore e la gentilezza d’animo che l'uomo mostrò e che molti conoscevano.

Carlo, felice, corse a casa più velocemente che poteva. Voleva rassicurare l’anziana donna e promettere che non l’avrebbe lasciata sola per nessun motivo al mondo.

Giunto a casa, cercò inutilmente di non farsi sentire perché voleva sorprenderla con una carezza. La madre finse di non accorgersene; per compiacere il proprio figlio, aveva deciso di interpretare la sua più bella finzione. 

L’amore di Carlo per la sua mamma era senza misura.

 

 

mercoledì 27 dicembre 2023

Essere normali

 

 
Esprimere un pensiero, è anche mostrare un riflesso dei propri convincimenti.
 
Parlare di frutta, per un fruttivendolo è un fatto assolutamente normale.
Parlare di rapina a una banda di ladri è un fatto poco sorprendente.
Parlare di sesso ai giovani in ricerca delle prime esperienze è naturale.
Il contesto rende “ovvio” uno stesso pensiero che altrove può far scalpore.

La morale di questa premessa è di secondo piano.

Il concetto più importante è legato al fatto che la natura umana si convince sulla “normalità” di un evento (indipendentemente dal giudizio), se lo rileva ripetutamente tra i suoi simili.

Per esempio, se da domani decidessi di camminare gambe all’aria, in un primo momento tutti mi prenderebbero per pazzo, ma se convincessi qualcuno a imitarmi, i pazzi sarebbero due.
Aumentando i miei imitatori, nascerebbe prima il dubbio sulla mia reale pazzia, e poi, la voglia di imitarmi assumerebbe il tono dello scherzo.
Continuando ad aumentare i miei seguaci, una pacata tolleranza sostituirebbe il dubbio e l’imitazione precedente si tradurrebbe in “moda”.
Quando il numero dei miei seguaci diventa considerevole, io sarei elevato a santone, precursore di idee innovative.

Questa teoria incide ancora più profondamente se la maturità degli individui è bassa o è in formazione (bambini).

Può capitare che una donna si denudi fino a mostrare le sue bellezze più intime e usarle provocatoriamente per fini non molto nobili, e allora, il giudizio prende banco poichè la normalità è stata violentata.  
Può capitare che si manchi di rispetto tra persone solitamente bene educate, e allora, l'evenienza vuole il conforto del giudizio. Anche in questo caso, la normalità ha subito uno scossone.

In sintesi, l'arrivo del giudizio è il sintomo di una normalità scossa e l'inizio di una nuova colonizazzione dell'apparire normale.

Post più letti nell'ultimo anno