Leggendo dal dizionario il
significato della parola egoismi, trovereste: "Amore eccessivo ed
esclusivo di sé stesso o valutazione esagerata delle proprie prerogative, che
porta alla ricerca permanente del proprio vantaggio, alla subordinazione delle
altrui esigenze alle proprie e alla esclusione del prossimo dal godimento dei
beni posseduti."
A questo punto diventa impossibile
rifuggire dall'idea che l'egoismo sia una malattia dell'anima da cui
vaccinarsi.
L'egoismo è un valore
positivo se una persona mettesse sé stessa al primo posto e vivesse
correttamente per il proprio bene nel rispetto degli altri.
Però, il pensiero comune confonde
questo aspetto della parola egoismo e la interpretano come uno slogan
o un'arma, trasformando il significato in qualcosa di terribile.
L'idea centrale non è dover
usare gli altri come oggetti per soddisfare i propri bisogni. Non è un modo per
sfruttare gli altri. Il punto è che non devi essere costretto a trasformarti in
un oggetto da usare per gli altri; devi dare rispetto alla tua vita e i tuoi
valori.
Ma molte persone “vedono” la parola e le assegnano la licenza per maltrattare gli altri.
A causa di questo
uso improprio, la parola “egoismo” ha un sapore amaro, cattivo: diventa qualcosa
che le persone temono o rifiutano.
Le parole stesse possono essere fuorvianti. Proprio come i bambini imparano le etichette prima di comprenderne il significato, spesso accettiamo un concetto senza comprenderlo appieno.
Ad esempio, una madre potrebbe avvertire suo figlio di aiutare sempre gli altri, dicendo: “Se aiuti gli altri, loro aiuteranno te”.
Questo consiglio viene insegnato e ripetuto, ma non dimostra ciò che è giusto o vero in ogni situazione.
Allo stesso modo, sentirsi dire fin dall'infanzia che “l'egoismo è
sbagliato” e non contestualizzarlo alle diverse situazioni, può impedire di
comprendere il sano rispetto di sé.
La natura ci mostra un quadro più sfumato. L'interesse personale esiste naturalmente nella vita, anche negli alberi, nelle nuvole e nei fiori, ma non sempre si manifesta come crudeltà.
Prendiamo le nuvole: quando scaricano la pioggia, nutrono la terra e tutto ciò
che cresce su di essa. Un albero produce frutti e offre ombra, ma cresce anche
per sé stesso. I fiori sbocciano e diffondono il polline senza malizia; la loro
natura è quella di dare e di realizzarsi allo stesso tempo. L'“egoismo” della
natura spesso porta a un vantaggio reciproco: abbondanza, non danno.
Contrastiamo questo con il
comportamento umano che porta il nome di “egoismo”, ma che in realtà è
egoistico al punto da causare danni. Prendiamo ad esempio un politico che
svolge il servizio pubblico solo come mezzo per conquistare popolarità e voti.
La sua gentilezza è calcolata: non è una generosità naturale, ma uno strumento
per ottenere potere. Questo tipo di “egoismo” crea corruzione e vuoto.
Quindi il punto è semplice: amare
sé stessi e prendersi cura della propria vita non è automaticamente immorale e
non dovrebbe essere demonizzato. Allo stesso tempo, dobbiamo criticare e
rifiutare la variante dell'egoismo che tratta le altre persone come semplici
strumenti per il proprio guadagno.
Dobbiamo distinguere il vero
rispetto di sé, che può coesistere con la gentilezza e la generosità, dal mero
interesse personale che danneggia gli altri.
Se una persona eccezionale dona liberamente e in silenzio, la sua generosità è autentica. Non ha bisogno di applausi.
Quando la generosità è reale, attira l'abbondanza come la pioggia attira la vita. Ma quando l'“aiuto” è solo una messinscena per ottenere un vantaggio personale, diventa vuoto e dannoso.

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