Respirando polvere
in case macchiate di odio
i loro occhi scuri come nocciole
imparano presto a vivere al buio.
I bambini siriani
non hanno giocattoli
ma un sacco di juta
per raccogliere legna
da donare alla mamma.
Senza pretese attendono la cena
per poi dormire sotto una lisa coperta;
l’infanzia rubata attende ferita
che il mondo la liberi da un incubo atroce.
I bambini siriani,
però, sanno sognare:
Verdi cespugli e alberi in fiore
giocare in giardino sull’altalena
aria pulita dalle finestre
profumo di hummus nella cucina
famiglie riunite nei giorni di festa.
Sorridere almeno una volta al giorno
veder svolazzare panni puliti
e aquiloni rincorrersi sui tetti di Aleppo.
Ma il suono delle sirene
spalanca gli occhi color di nocciole:
unica amica la propria paura
si corre tutti al vicino riparo.
E i loro aquiloni non volano più:
i bambini siriani
fanno sogni di carta
che le notti divorano
con il fuoco dei mortai.
di Giovanna Sgherza

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