giovedì 20 luglio 2023

La piazza del mercato

 


La piazza del mercato rappresenta nella metafora di Nietzsche lo scenario della vita comune dove si rappresenta tutta la farsa del vivere.

Nella frenesia del mercato troviamo sempre rumore e ressa; è il luogo in cui serve pubblicità, chiasso istrionico, strombazzamenti … allineati al gusto fieristico.  

Il linguaggio della gente di mercato è un vero e proprio “fracasso”, una sgangherata gran cassa di parole buttate. 

Siamo nel regno del “baccano” assordante dove ogni voce, se non è agitata, si perde nel sussurro: tutti parlano; fanno propaganda della propria saggezza con squillo di campane. 

Tutti starnazzano e tutto viene logorato a forza di parole. 

Nello sfodero dei fogli moneta i frequentatori si gonfiano di potere povero.

Nello sbraitare del mercato, ciò che conta non è parlare per essere ascoltati, ma per dire qualcosa, nonché sedurre e convincere.

La parola è strumento per confondere, per “far perdere la testa” alle masse incolte: in tal modo i compratori, capendo poco su ciò che è veramente grande o bello, esalteranno i loro incantatori, attribuendo falsi poteri e considerandoli legittimi padroni del loro momento.

Per riprendersi da questa infezione collettiva occorre ritirarsi velocemente e cercare il silenzio del mare.


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