Permettimi, caro amico extraterrestre, di discutere con te su una questione che mi sembra universale per il carattere del dubbio coinvolto.
ETT: Non ho problemi con il tempo e, tra l’altro, non sono inseguito dalla vecchiaia, quindi, parla pure.
LUIGI: Secondo la tua mente evoluta, perché noi umani
inseguiamo la potenza e l’affermazione?
ETT: Sembra che tu voglia provocarmi! Sei un abile pensatore e pretendi una risposta da me che mi affanno ancora a capirvi.
LUIGI: Il nostro stato di sviluppo d’intelligenza dovrebbe essere primordiale al tuo cospetto e, per tal motivo, dovresti poter offrimi una visione ad ampio raggio della questione. Le mie risposte, come quelle dei miei connaturali ed illustri pensatori, sono certamente condizionate dai limiti intrinseci della condizione umana. Ognuno di noi ha elaborato una teoria che non ha potuto prescindere dall’educazione ricevuta e dall’epoca in cui ha vissuto. Tutti abbiamo teorie valide in relazione al fuoco emotivo, dove si concentra la riflessione. Per farti un esempio, chi vive menomazioni fisiche è ossessionato, anche inconsapevolmente, dall’handicap, oppure, chi perde prematuramente una persona cara, chi sperimenta una disgrazia, chi, in generale subisce un trauma emotivo, intende e si approccia alla vita in modi assolutamente diversi.
ETT: In qualità di umani, in qualsiasi evento della vostra esistenza, difficilmente riuscirete a separare le necessità biologiche determinate dal dover sopravvivere da quelle emotive. Anche la vostra razionalità è complice nel rapporto sbilanciato tra la mente e il corpo. Soltanto quando riuscirete ad ottenere concretamente l’indipendenza della vostra anima dal corpo, riuscirete ad essere extraterrestri e divertirvi per quanto di comico si è verificato nella vostra storia.
LUIGI: Implicitamente mi stai dicendo che dovremmo morire o attendere l’indeterminata era dell’evoluzione della specie in un livello superiore e incompatibile con quello attuale?
ETT: Pressappoco! Confessa, Luigi, se tu fossi potente, ne saresti fiero?
LUIGI: Non posso negarlo.
ETT: Potresti usare la tua potenza a fin di bene o per prevaricare, soggiogare i tuoi simili.
LUIGI: Sicuramente costruirei un mondo diverso, più vicino ai miei sentimenti.
ETT: E’ vero, ma avresti anche la certezza di sopravvivere nel migliore dei modi!
LUIGI: Sì, è evidente che dovrei star bene prima io. Questo mi permetterà di pensare con tutte le mie facoltà a come far star bene tutti gli altri.
ETT: Non credi che, nonostante i buoni propositi, il tuo volere costruirebbe un mondo imposto ai tuoi simili?
LUIGI: Certamente, ma sarebbe un mondo bello per tutti.
ETT: Il mondo bello per te non è sinonimo di mondo bello per tutti. Il fatto stesso che tu possa decidere ciò che è bello per qualcuno è, in definitiva, una violazione della libertà e una castrazione per ciò che potrebbe dirsi bello.
LUIGI: ETT, non ti sembra di esagerare? Un sorriso, una carezza fa piacere a qualsiasi essere umano.
ETT: Verissimo, ed è tanto vero quanto più, chi riceve la carezza o il sorriso, è stato precedente maltrattato.
LUIGI: Che cosa vuoi far intendere?
ETT: Con la carezza o il sorriso, tu ti imponi sulla persona sostituendoti a colui che ha imposto il mondo precedente, fatto magari, con schiaffi e grugni. Entrambe le posizioni sono dominanti nel momento in cui s’impongono e ciò che bello si scopre soltanto per confronto con le posizioni che si alternano. E’ evidente che, ai fini della sopravvivenza e del benessere fisico, la carezza offre vantaggi superiori e quindi, l’alternativa trova più favore per l’essere umano. In conclusione, il più forte domina, si afferma ed erige il proprio mondo a modello per l’intera società. I deboli, non avendo alternativa, rendono più forte chi prima era già forte.
LUIGI: Secondo questa tua teoria, il più forte resterà tale per sempre, diventando un dittatore o un Dio?
ETT: Il più forte è condannato a esserlo sempre di più, e ciò, è una condanna, perché procederà fino ad annientare il più debole.
LUIGI: Non capisco!
ETT: L’annientamento del più debole è anche la rivincita del debole, perché, senza della vittima, il più forte cesserà di essere tale; inizierà una nuova era per cui le parti si invertiranno in un nuovo ciclo ma su un livello superiore. L’umanità procederà per una sequenza di questi cicli e giungerà infine a separarsi dal suo peso specifico.
LUIGI: Se ho capito bene, la voglia di dominare e di affermarsi ha una spiegazione molto più remota rispetto a ciò che il livello attuale dell’evoluzione della mente umana consente.
ETT: Qualcosa del genere!
LUIGI: Ett, forse già sai tutto, ma mentre parliamo nel nostro mondo sono in atto una grandi proteste. Siamo, forse, in uno dei quei momenti di fine ciclo?
ETT: Noto con dispiacere ciò che succede, ma non posso fare a meno di sorridere...
Lo faresti anche tu, se dovessi osservare dei pesciolini in una vasca che litigano.
Ho l'impressione che dimenticate facilmente di essere piccole espressioni di vita su un piccolissimo pianeta appena illuminato da una stella anch'essa piccola e che fra qualche battito di tempo luce non ci sarete più; per un po' di tempo riapparirete ancora senza memoria, in forme e colori diversi e chissà se il caso potrà aiutarvi.
LUIGI: Allora, ETT scendi anche tu in piazza con l'astronave e apri la mente a questi birbantelli umani!
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