Ti adoro per il tempo che fu,
per ameni colori,
per orizzonti confusi,
per speranze ostinate.
Dolce immagine stagnante nel
cor ancor fresco,
affretta l’ingenuo batter al
bussar dei ricordi.
Traditrice quella lacrima,
che dimenticar bambino, recalcitra.
Occhi indulgenti, socchiudon
palpebre malferme.
Dondola ancora sulla crespa
pelle,
il vital tremore.
Scovar verbo, vorrebbe.
Ubbidiente al Dio che amor comanda,
tacito,
sospiro.
Emozioni d'infinito m'aggrado.
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