martedì 26 febbraio 2013

Anelasticità, il sentiero obbligato


L’anelasticità è una proprietà dei corpi rigidi; questi, sottoposti a uno sforzo insopportabile, perdono memoria di se stessi e rimangono deformati per sempre.

Il corpo umano mostra questa caratteristica se lo rapportiamo allo stress che subisce a causa del tempo.
Tale fenomeno avrei potuto chiamarlo invecchiamento ma non avrei avuto la possibilità di evidenziare un aspetto che intendo sottolineare.
Invecchiare implicitamente nasconde l’idea di un processo lento molto legato al futuro e per nulla al presente.
Improvvisamente, come succede per l’anelasticità, un giorno scopriamo che il fattaccio è accaduto.
Non distinguiamo bene quando il fenomeno è iniziato!
Quel futuro immaginato lontano diventa immediatamente un passato che ha delegato al presente la sua annunciazione.
Ormai il tempo ha esercitato quello sforzo insopportabile dal corpo e ora, perdendo memoria, ci riflette sullo specchio la nuova realtà.
Come sta succedendo in questo periodo di post elezioni, la sorpresa è notevole. 
Programmi e promesse ora devono fare i conti con una struttura deformata, impossibile da prevedere per la natura stessa dell’oggetto.  
Si aprono dibattiti interiori e nascono esigenze nuove, quasi strane rispetto a un modo di essere, assunto da molto tempo.
Sembra che inizi un periodo di decantazione della novità, attraverso cui s’intraprende un percorso di accettazione.
La consapevolezza del fatto è una grande forza ammaliatrice che frena l’irruenza per far strada alla saggezza.
Quando la rottura anelastica si completa, anche i concetti di solitudine, estraneità, diversità, assumono sfumature mistiche.
Ci si ritrova a riciclare anche le emozioni poiché quelle nuove sembrano diradarsi come oasi nel deserto.
Si appendono ricordi nell’anima per estrarre piaceri che la sensibilità distilla con incredibile abilità.
 

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