L’anelasticità è una proprietà dei corpi
rigidi; questi, sottoposti a uno sforzo insopportabile, perdono memoria di se
stessi e rimangono deformati per sempre.
Il corpo umano mostra questa caratteristica
se lo rapportiamo allo stress che subisce a causa del tempo.
Tale fenomeno avrei potuto chiamarlo
invecchiamento ma non avrei avuto la possibilità di evidenziare un aspetto che
intendo sottolineare.
Invecchiare implicitamente nasconde l’idea
di un processo lento molto legato al futuro e per nulla al presente.
Improvvisamente, come succede per l’anelasticità,
un giorno scopriamo che il fattaccio è accaduto.
Non distinguiamo bene quando il fenomeno è iniziato!
Quel futuro immaginato lontano diventa immediatamente
un passato che ha delegato al presente la sua annunciazione.
Ormai il tempo ha esercitato quello sforzo
insopportabile dal corpo e ora, perdendo memoria, ci riflette sullo specchio la
nuova realtà.
Come sta succedendo in questo periodo di post
elezioni, la sorpresa è notevole.
Programmi e promesse ora devono fare i conti
con una struttura deformata, impossibile da prevedere per la natura stessa dell’oggetto.
Si aprono dibattiti interiori e nascono
esigenze nuove, quasi strane rispetto a un modo di essere, assunto da molto tempo.
Sembra che inizi un periodo di decantazione
della novità, attraverso cui s’intraprende un percorso di accettazione.
La consapevolezza del fatto è una grande forza
ammaliatrice che frena l’irruenza per far strada alla saggezza.
Quando la rottura anelastica si completa,
anche i concetti di solitudine, estraneità, diversità, assumono sfumature
mistiche.
Ci si ritrova a riciclare anche le emozioni
poiché quelle nuove sembrano diradarsi come oasi nel deserto.
Si appendono ricordi nell’anima per
estrarre piaceri che la sensibilità distilla con incredibile abilità.
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