LUIGI: Amico mio, devo confessarti un problema dell’umanità.
La nostra
sete di sapere, la voglia di correre col pensiero e di percorrere strade
inusuali, ci rende simile ad una spugna, contentissima di bagnarsi nell’acqua ma
consapevole di non poterne trattenere più del suo stesso volume.
Riflettendo in merito, la
triste constatazione padroneggia lo spirito e, come la spugna, la ragione dispera,
vedendo cadere acqua a grandi gocce e rimanere impotenti nel opporsi alla loro
fuga, essendo ben consapevoli che è impossibile contenere il mare.
I tuoi consigli discendono dall’osservazione del nostro corpo, per
quali riconosciamo chiaramente la loro importanza ma che invece, svalutiamo,
perseverando con vecchie abitudini, ignorando il prezioso sapere.
Certamente,
il nostro modo di fare non sempre corrisponde a quanto razionalmente ammettiamo.
La nostra letteratura è piena di aforismi, proverbi, perle di verità, guide
spirituali e nonostante questo, molti di noi umani si comportano come
miserabili e autolesionisti.
Nella vita degli umani, conoscere una verità non comporta la sua automatica
applicazione.
Siamo come pecore che pascolano lungo il
letto di un fiume, sempre pronte ad abbeverarsi ma con la continua voglia di
brulicare tra l’erbetta fresca.
ETT: Effettivamente, da questo punto di vista, devo ammettere che
siete strani!
La vostra società contiene contraddizioni che persino ad un
extraterrestre appaiono ingiustificabili.
Per esempio, come potresti spiegarmi un prete pedofilo, un marito che ammazza la
moglie, un figlio che uccide i genitori e … …. …
LUIGI: No, ETT, non continuare, altrimenti la vergogna potrebbe
colorare di rosso il mio viso.
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