LUIGI: ETT, forse è giunto il momento per chiederti
come sei approdato tra noi umani, considerando le gigantesche distanze
planetarie?
ETT: Il meccanismo
che mi permettere di dialogare con te, illudendoti di avermi accanto, è complesso
riportalo nella vostra logica. Comunque, per quel poco che ho imparato durante
i nostri colloqui, tenterò di forniti un quadro orientativo del nostro mondo.
Confido molto sulle
tue risibili nozioni scientifiche garantite dalla qualifica di ingegnere
elettronico per non discutere senza utilizzare riferimenti tecnici di cui voi
umani sbandierate orgogliosamente e magari, rapportate ad animali o a oggetti
inanimati.
LUIGI: Non ti
sembra di offendere?
ETT: Lungi da me
l’idea di schernirti ma, come ben sai, difficilmente potrai incontrare un
alieno che non dice apertamente ciò che pensa.
Molti dei vostri
filosofi hanno condotto grandi battaglie in merito a questa questione.
LUIGI: Se ti
riferisci a Voltaire, convengo! Concedimi, però, di risentirmi leggermente,
poiché la critica non giunge da un umano.
ETT: Esterni
solidarietà con il genere umano?
LUIGI: Ora ci sono
solo io a difenderlo!
ETT: Lascia perdere
queste sciocchezze e ritorna nella tua saggezza, se effettivamente sei curioso
di ascoltare qualche mia stranezza.
LUIGI: Mi affido
alla tua superiorità intellettiva di alieno per comprendere i limiti degli
umani e tentare una conciliazione con i suoi bisogni primordiali.
ETT: La vostra
impazienza di cercare la vita oltre i confini del pianeta vi conduce ad
abbandonare il sentiero della razionalità e abbracciare ipotesi facilmente
annoverabili nella fantasia.
Ovviamente, capisco
la vostra frustrazione, combattuta da uno spirito di egocentrismo e la
consapevolezza di sentirvi estremamente piccoli, deboli e incapaci, per cui le
vostre supposizioni o come sento dire spesso dai tuoi amici, i vostri voli
pindarici, sono almeno commoventi.
LUIGI: In seguito mi
descriverai i sintomi della tua commozione, giacché voi alieni non provate
emozioni!
ETT: Non ho mai
detto questo! Ho solo annuito alle tue presunzioni. Ti ricordo che apparteniamo
a mondi diversi e la condivisione delle idee non può attenersi agli stessi
paradigmi. Le emozioni, in altre dimensioni, le sperimentiamo anche noi
extraterrestri, considerando che non siamo sottoposti alle leggi della vostra
biologia.
LUIGI: il lungo
procedere del nostro colloquio si rivela come bere acqua salata, tentando di sciogliere
un dubbio, mille altri si aggiungono. Trattengo la mia curiosità per farti
procedere con la trattazione.
ETT: La fisica newtoniana
vi convince che, essendo il vostro corpo materia, siete condannati ad avere una
massa in cui è racchiusa energia costretta a raccogliersi in spazi tanto piccoli da nascondersi
a se stessa.
LUIGI: Non ti
seguo, aiutami con una metafora.
ETT: Immagina di
osservare la corsa dei cento metri piani. Gli atleti mostrano la loro energia
nella corsa tra la partenza e l’arrivo. Quelli più veloci impiegheranno il
tempo minore.
LUIGI: Bene,
continua.
ETT: Voi uomini vi
concentrate sulla prestanza degli atleti per capire fino a che punto l’umanità si
potrà spingere per vincere le leggi dell’universo.
Vi preoccupate di
studiare le leggi che migliorano le qualità fisiche e se vuoi, anche quelle mentali,
per spostare i limiti dolorosi di cui siete consapevoli.
Dimenticate che la distanza da percorrere
rimane la stessa, la quale essendo comunque maggiore del nulla, deve necessariamente
esistere il tempo per giustificare l’arrivo dell’atleta.
La variazione della
distanza percorsa mentre il tempo passa, voi la chiamate velocità.
Come i
vostri bambini, che ritenete ingenui, avete cercato tra le vostre cose qualcosa
da affidarle il compito di Campione di velocità.
LUIGI: Infatti,
abbiamo dichiarato tramite Einstein che non c’è nulla di più veloce della luce.
ETT: Ecco, vedi,
anche Il vostro scienziato ha tentennato prima di sciogliere le sue riserve con
la teoria dei quanti!
LUIGI: Continua, ti
prego, prosegui con la metafora.
ETT: Dovreste
spostarvi di livello e ragionare non sugli atleti ma sulle posizioni di partenza
e d’arrivo.
LUIGI: Buio
assoluto!
ETT: Secondo il tuo
parere, con quale velocità gli atleti si sposterebbero se gli estremi della
distanza coincidessero?
LUIGI: Bella
scoperta! Non si muoverebbero per nulla
e quindi la velocità sarebbe zero!
ETT: Questo, appunto,
è il vostro errore!
Potresti, invece,
pensare al contrario.
LUIGI: cioè?
ETT: i due atleti
si sposterebbero a una velocità infinta, tale da apparire immobili!
In altre parole, se
la tua osservazione procedesse a una velocità crescente fino a superare quella
della luce, vedresti gli estremi del percorso allontanarsi e gli atleti
rallentare.
LUIGI: una particolare
dilatazione delle masse?
ETT: pressappoco!
LUIGI: In sostanza,
è ciò che ha intuito Einstein.
ETT: Sì, ma c’è di
più. Einstein, avendo una mente condizionata dal rigore scientifico, non ha
potuto sbilanciarsi molto.
(continua nel prossimo articolo)
Nessun commento:
Posta un commento
Esprimi il tuo pensiero