venerdì 4 gennaio 2013

ETT, svela le sue origini


LUIGI: ETT, forse è giunto il momento per chiederti come sei approdato tra noi umani, considerando le gigantesche distanze planetarie?

ETT: Il meccanismo che mi permettere di dialogare con te, illudendoti di avermi accanto, è complesso riportalo nella vostra logica. Comunque, per quel poco che ho imparato durante i nostri colloqui, tenterò di forniti un quadro orientativo del nostro mondo.
Confido molto sulle tue risibili nozioni scientifiche garantite dalla qualifica di ingegnere elettronico per non discutere senza utilizzare riferimenti tecnici di cui voi umani sbandierate orgogliosamente e magari, rapportate ad animali o a oggetti inanimati.

LUIGI: Non ti sembra di offendere?

ETT: Lungi da me l’idea di schernirti ma, come ben sai, difficilmente potrai incontrare un alieno che non dice apertamente ciò che pensa.
Molti dei vostri filosofi hanno condotto grandi battaglie in merito a questa questione.

LUIGI: Se ti riferisci a Voltaire, convengo! Concedimi, però, di risentirmi leggermente, poiché la critica non giunge da un umano.

ETT: Esterni solidarietà con il genere umano?

LUIGI: Ora ci sono solo io a difenderlo!

ETT: Lascia perdere queste sciocchezze e ritorna nella tua saggezza, se effettivamente sei curioso di ascoltare qualche mia stranezza.

LUIGI: Mi affido alla tua superiorità intellettiva di alieno per comprendere i limiti degli umani e tentare una conciliazione con i suoi bisogni primordiali.

ETT: La vostra impazienza di cercare la vita oltre i confini del pianeta vi conduce ad abbandonare il sentiero della razionalità e abbracciare ipotesi facilmente annoverabili nella fantasia.
Ovviamente, capisco la vostra frustrazione, combattuta da uno spirito di egocentrismo e la consapevolezza di sentirvi estremamente piccoli, deboli e incapaci, per cui le vostre supposizioni o come sento dire spesso dai tuoi amici, i vostri voli pindarici, sono almeno commoventi.

LUIGI: In seguito mi descriverai i sintomi della tua commozione, giacché voi alieni non provate emozioni!

ETT: Non ho mai detto questo! Ho solo annuito alle tue presunzioni. Ti ricordo che apparteniamo a mondi diversi e la condivisione delle idee non può attenersi agli stessi paradigmi. Le emozioni, in altre dimensioni, le sperimentiamo anche noi extraterrestri, considerando che non siamo sottoposti alle leggi della vostra biologia.

LUIGI: il lungo procedere del nostro colloquio si rivela come bere acqua salata, tentando di sciogliere un dubbio, mille altri si aggiungono. Trattengo la mia curiosità per farti procedere con la trattazione.

ETT: La fisica newtoniana vi convince che, essendo il vostro corpo materia, siete condannati ad avere una massa in cui è racchiusa energia costretta a raccogliersi in spazi tanto piccoli da nascondersi a se stessa.

LUIGI: Non ti seguo, aiutami con una metafora.

ETT: Immagina di osservare la corsa dei cento metri piani. Gli atleti mostrano la loro energia nella corsa tra la partenza e l’arrivo. Quelli più veloci impiegheranno il tempo minore.

LUIGI: Bene, continua.

ETT: Voi uomini vi concentrate sulla prestanza degli atleti per capire fino a che punto  l’umanità si potrà spingere per vincere le leggi dell’universo.  

Vi preoccupate di studiare le leggi che migliorano le qualità fisiche e se vuoi, anche quelle mentali, per spostare i limiti dolorosi di cui siete consapevoli.   

Dimenticate che la distanza da percorrere rimane la stessa, la quale essendo comunque maggiore del nulla, deve necessariamente esistere il tempo per giustificare l’arrivo dell’atleta.

La variazione della distanza percorsa mentre il tempo passa, voi la chiamate velocità. 

Come i vostri bambini, che ritenete ingenui, avete cercato tra le vostre cose qualcosa da affidarle il compito di Campione di velocità.

LUIGI: Infatti, abbiamo dichiarato tramite Einstein che non c’è nulla di più veloce della luce.

ETT: Ecco, vedi, anche Il vostro scienziato ha tentennato prima di sciogliere le sue riserve con la teoria dei quanti!

LUIGI: Continua, ti prego, prosegui con la metafora.

ETT: Dovreste spostarvi di livello e ragionare non sugli atleti ma sulle posizioni di partenza e d’arrivo.

LUIGI: Buio assoluto!

ETT: Secondo il tuo parere, con quale velocità gli atleti si sposterebbero se gli estremi della distanza coincidessero?

LUIGI: Bella scoperta!  Non si muoverebbero per nulla e quindi la velocità sarebbe zero!

ETT: Questo, appunto, è il vostro errore!
Potresti, invece, pensare al contrario.

LUIGI: cioè?

ETT: i due atleti si sposterebbero a una velocità infinta, tale da apparire immobili!
In altre parole, se la tua osservazione procedesse a una velocità crescente fino a superare quella della luce, vedresti gli estremi del percorso allontanarsi e gli atleti rallentare.

LUIGI: una particolare dilatazione delle masse?

ETT: pressappoco!

LUIGI: In sostanza, è ciò che ha intuito Einstein.

ETT: Sì, ma c’è di più. Einstein, avendo una mente condizionata dal rigore scientifico, non ha potuto sbilanciarsi molto.

(continua nel prossimo articolo)

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