LUIGI: La mia fremente curiosità mi spinge a frugare
tra i tuoi segreti incoraggiandoti ad approfondire l’argomento.
Quali ingredienti mancano nella nostra
concezione di energia per cui avremmo bisogno di tempo per considerarli?
ETT: Ti propongo un banale esempio mediante
il quale potresti, almeno vagamente, figurarti il mio pensiero.
LUIGI: Sono tutto intento ad ascoltarti.
ETT: Voi umani utilizzare gli occhi come
strumenti per cogliere la realtà esterna, analizzarla con la ragione e reagire
di conseguenza, vero?
LUIGI: Certamente, e non dico altro per non
interromperti!
ETT: L’intervallo di tempo che trascorre
dal momento della formazione dell’immagine sulla retina fino a quello in cui le
è associato un significato dal meccanismo cerebrale, avrà un valore piccolo ma
comunque determinato.
E’ così?
LUIGI: Sì, è proprio come tu dici!
Il
nostro sistema di decodifica non è istantaneo.
ETT: In questo intervallo di tempo la
vostra coscienza non vi entra. Non siete consapevoli di quanto potrebbe
succedere. L’assenza della consapevolezza elimina il tempo e perde di
significato il concetto di velocità con tutti i suoi annessi e connessi.
Non ha senso l’eternità, lo spostamento, il
conteggio e in generale la successione.
Senza la consapevolezza, Il prima e il
dopo sono concetti astratti o come dite voi, irrazionali. Di conseguenza, ciò
che è irrazionale, voi lo giudicate impossibile, esattamente come la presenza di
noi alieni.
LUIGI: Forse, comincio a intuire il punto
d’arrivo.
ETT: Sii paziente ancora per qualche altro
attimo.
LUIGI: La mia sorpresa per ciò che stai
raccontando vuole il tuo riconoscimento.
Ti prego di scusarmi e continua.
ETT: Noi alieni, almeno in questa fase
della vostra storia, sfruttiamo la vacanza del senno umano per manifestarci e
tentare un ricongiungimento a un qualcosa che voi intendete come passato ma che
per noi è la girandola dell’universo in espansione.
LUIGI: Permettimi di intervenire per
evidenziarti una contraddizione legata al concetto del tempo, del quale mi è
sembrato che tu voglia presentarlo come un elemento virtuale del nostro mondo e
invece, lo utilizzi nei termini di “passato” ed “espansione”.
ETT: Purtroppo, non abbiamo termini
migliori per indurvi pensieri non ancora maturi al vostro mondo.
Non vado oltre
questo concetto per non trascurare l’esempio che ti ho proposto, ma, se vorrai,
potremo parlarne successivamente.
LUIGI: E’ troppo ghiotta la questione per
trascurarla!
Al momento opportuno la richiamerò, per ora puoi continuare.
ETT: Tenendo conto di quanto detto prima,
circa il modo con cui acquisite l’immagine e dell’attesa imposta dal meccanismo
di decodifica, prima della completa sua definizione in termini di significato,
ti invito a seguire questo semplice esperimento.
LUIGI: Sono pronto a tutto.
ETT: Scegli due oggetti posti ad una
distanza tra loro tale da poterli osservare senza dover muovere la testa.
Per entrambi gli oggetti, la luce giungerà
ai tuoi occhi pressoché nello stesso tempo, per cui il tempo di formazione
dell’immagine sulla retina coinciderà.
I due oggetti, in quanto diversi,
subiranno da parte del meccanismo cerebrale un processo di decodifica simile
nel funzionamento ma differente per il significato associato.
Questa
differenzazione creerà un buco di coscienza per il quale manifesteresti un senso
di insofferenza nel muovere gli occhi mentre sposti alternativamente lo sguardo sui
due oggetti.
Il tentativo di riconoscere l’oggetto ogni volta che si posa lo
sguardo, provoca anche una instabilità dell’immagine sulla retina a causa dei tempi di reazione degli organi recettori.
I due oggetti danno l’impressione di
vibrare sul punto dove dovrebbero sembrare immobili.
Se ci fossero problemi connessi con la
sovrapposizione degli effetti, potremmo vedere i due oggetti muoversi o
figurare presenze di altri oggetti nel tragitto di spostamento dello sguardo.
Il livello di sensibilità degli organi percettori darà una misura più o meno
enfatizzata del fenomeno appena descritto.
LUIGI: In questo contesto io potrei vedere
te, alieno?
ETT: Non proprio così, però questo è
l’esempio che mette in evidenza la responsabilità degli organi sensoriali sul
modo di fornire materiale alla mente razionale.
Il meccanismo di decodifica cerebrale è
fatto di catene di neuroni attraverso i quali il segnale da decodificare giunge
nelle zone di memoria dove risiedono i concetti utili per le associazioni. In
tale percorso il segnale non dovrebbe perdersi, né subire alterazioni, per non comunicare
informazioni errate al sistema di decodifica.
Purtroppo per voi, lo stato di questi
binari dell’interpretazione è minacciato da numerosissimi pericoli, iniziando
dall’alimentazione, proseguendo con la patologia e finendo con
l’invecchiamento.
LUIGI: Siamo proprio mal messi, vero?
ETT: No, Luigi, è semplicemente il sistema
umano;
il vostro sistema di funzionare nell’ambito del livello universale in cui
vi collocate.
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......... tratto da "il mio caro ETT" -----di Luigi squeo-----
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......... tratto da "il mio caro ETT" -----di Luigi squeo-----
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