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| Don Gabriele Amorth |
La lotta tra il bene e il male, nella storia del pensiero è
sempre stato un tema simbolico e morale. Nel caso di Don Gabriele Amorth, la
suddetta lotta è stata una realtà concreta e quotidiana.
Don Gabriele Amorth nasce a Modena il 1 maggio del 1925,
muore a Roma nel 2016. Egli è noto per essere stato uno dei più noti sacerdoti
esorcisti della Chiesa Cattolica, appartenente alla Società San Paolo. Fin da
giovane si distingue per una fede profonda. Durante la seconda guerra mondiale
partecipa alla resistenza come partigiano cattolico, ritrovando in essa gli
stessi valori che lo hanno introdotto alla fede. Svolse un ruolo attivo sempre in linea con la
moralità e il senso di giustizia. Questa esperienza lo segnò intimamente, tanto
da avergli rafforzato il senso e il significato di bene e di male come realtà
storica, filosofica e spirituale.
Dopo la guerra, si iscrive a Giurisprudenza e matura, allo
stesso tempo, la vocazione sacerdotale. Vi domanderete cosa c’entra la
giurisprudenza con la vocazione sacerdotale: c’entra.
La sua iscrizione a giurisprudenza non fu un parcheggio o un
ripiego, ma un passaggio fondamentale che gli fornì strumenti di riflessione
razionale e rigore di pensiero. Dopo la laurea, entrò nella Società San Paolo e
fu ordinato sacerdote nel 1954. Solo dopo trent’anni di attività pastorale, nel
1986 acquisì il ministero dell’esorcismo per mano del cardinale Ugo Poletti.
Cosa si intende per esorcismo? L’esorcismo è un rito pratico
sacro della Chiesa Cattolica che ha come scopo di scacciare il demonio o
liberare una persona o una casa dalla presenza maligna, nel nome di Gesù
Cristo. L’esorcismo non è superstizione o una pratica di magia. Esso è sopra
ogni cosa un sacramentale, vale a dire un segno sacro istituito dalla Chiesa.
La pratica dell’esorcismo richiede fede, discernimento, umiltà, e una vita
spirituale molto attiva.
Don Amorth è convinto che nel mondo la presenza del demonio
sia un fatto “reale”.
Cosa intende per “reale”?
Significa affermare con forza che
Satana non è semplicemente una figura mitologica o il protagonista di un film
dell’orrore: è piuttosto, ad avviso di Don Amorth, una persona spirituale vera
e concreta, dotata di una intelligenza, di una volontà fuori dal comune. Questo
è uno dei punti cardine del suo pensiero.
Ma chi è il demonio? Il demonio è un
angelo creato inizialmente buono da Dio. Dio crea sempre cose belle e buone.
Questo angelo era bello, “pieno di luce” (da cui Lucifero), splendente,
intelligente e pienamente libero. Si sentiva orgoglioso. Purtroppo questo
orgoglio fuori misura l’ha portato a ribellarsi a Dio (suo Padre).
Egli si ribella a Dio; non vuole servirlo ma vuole essere
servito; vuole mettersi al posto di Dio e fare esattamente le cose che fa Dio.
Dio più volte lo richiama all’ordine ma egli non obbedisce e lo caccia, lo
allontana: anzi gli crea un habitat caldo a sua misura: l’inferno. Ora quella
luce che tanto splendeva in Lucifero, ora non splende più, la luce si è spenta:
da angelo luminoso è diventato ombra, tenebra, oscurità. È diventato il
principe delle tenebre.
Durante gli esorcismi, Don Amorth era fermo, sereno, senza
mai lasciarsi intimidire dal demonio. Egli seguiva sempre il Rituale Romano,
pregando con fede e autorità in nome di Gesù Cristo. Diceva nelle sue
interviste che non era lui che combatteva il demonio, ma era la potenza della
preghiera, di Gesù Cristo, della Madonna e dei Santi.
Davanti alla possessione
demoniaca, non mostrava paura perché già sapeva che il demonio aveva già
perduto una prima battaglia con Cristo. Spesso Don Amorth lo provocava per
sbugiardarlo. Egli riceveva le persone bisognose di un esorcismo solo se questa
gente era già stata visitata da uno specialista medico o psichiatra. Egli
stesso valutava i disturbi se erano di origine diabolica, psicologica o di
altra natura, per evitare errori.
Un aneddoto che Don Amorth raccontava era quello sui
“chiodi”. Egli raccontava che durante gli esorcismi le persone possedute dal
demonio sputavano chiodi: chiodi e viti arrugginite, pezzi di vetro che si
materializzavano nella bocca del posseduto, senza la presenza di sangue o ferite:
Secondo lui (e anche secondo altri sacerdoti esorcisti) questi oggetti non
erano stati ingeriti materialmente: venivano fuori materialmente dalla bocca
del posseduto senza passare dallo stomaco.
Con tutto questo, il demonio
intendeva farsi non solo presenza, ma anche potenza. Alcuni chiodi erano accompagnati da lunghe
salivazioni nere e maleodoranti.
Ovviamente queste cose non erano viste come miracoli, ma come
manifestazione dell’orrore: manifestazioni, queste, che confermavano la
presenza di qualcosa di sovrannaturale.
In un altro episodio, Don Amormth racconta che uscì
addirittura “una catena arrugginita” dalla bocca di una ragazza, sempre senza
danni fisici visibili. Egli sentenziò così:
“Quando si combatte
contro il demonio, si vedono cose che nessun medico o scienziato saprebbe spiegare”.
L’esorcista raccontava che, dopo che uscivano questi oggetti
strani, come chiodi, catene e pezzi di vetro, egli li raccoglieva con
attenzione, spesso usando dei guanti per evitare qualsiasi contaminazione sia
fisico che spirituale. Li portava in chiesa e li metteva in un luogo separato e
protetto, perché riteneva che questi oggetti potessero essere contaminati dal
male. Alcuni oggetti venivano bruciati altri benedetti con la preghiera. Egli
diceva:
“Non sono i chiodi a
spaventare, ma il peccato. È il peccato il vero veleno che il demonio usa
contro di noi”.
È il peccato la via d’ingresso del demonio. Il demonio non ha
potere su di noi, comuni mortali, se non gli diamo noi il permesso volontario.
Lui si serve dei nostri peccati per intervenire sulle vite delle persone.
Quando una persona vive nel peccato, senza mai chiedere scusa, senza mai
pentirsi, o cercare di migliorarsi, il demonio ha più libertà di agire nella
sua vita.
Per Don Amorth, anche se il demonio, nelle sue manifestazioni
straordinarie, si manifesta, la vera causa è la “condizione spirituale” della
persona. Il peccato è il vero “veleno” che consente al demonio di prendere il
controllo. Sebbene gli oggetti strani come i chiodi possano impressionare, Don
Amorth ci vuole dire che il male non sta nelle cose materiali, ma nelle scelte
spirituali che facciamo. Bisogna vivere in mondo Santo attraverso la preghiera,
dice don Amorth.
Un altro fenomeno inspiegabile nel contesto degli esorcismi e
delle possessioni demoniache, spiega don Amorth, è che la persona posseduta
“conosca e parli lingue antiche sconosciute”. Questo è un fenomeno noto come “Glossolalia”.
La persona posseduta dal
demonio sembra parlare lingue antiche senza averle mai studiate. In alcuni
casi, queste lingue non sono moderne, ma lingue che risalgono al latino,
all’ebraico, al greco antico. Quando l’esorcista utilizza il latino sacro, che
è la lingua liturgica della Chiesa, il demonio potrebbe cercare di parlare in
latino seppure in maniera distorta, come per mimare la sacralità senza poterla
veramente toccarla.
Don Amorth riteneva che la preghiera fosse il fondamento
della vita cristiana. La preghiera rappresenta il legame diretto con Dio, ed è
fondamentale per mantenere viva una relazione con lui. Padre Amorth, per tutta
la vita, ha incoraggiato i fedeli a pregare ogni giorno, anche solo con brevi
preghiere come il Padre Nostro, o l’Ave Maria, ma sempre con il cuore sincero.
Pregare ovunque, anche sotto la doccia, aiuta a essere forti,
a rafforzare la fede e a resistere alle tentazioni.
di Fabio Squeo