mercoledì 1 gennaio 2025

Tra mondo pensato e vissuto (Ortega Y Gasset )

Ortega Y Gasset (1883-1955)

 

C'è un dato necessario nella mia esistenza: e cioè che co-esisto. Una frase, questa, che apre sin da subito le porte della dimora ortegassiana. In verità, co-esisto senza il bisogno che Altri me lo ricordano. 

Esisto dunque co-esisto, pur prevaricandomi con un io che vuole solo se stesso. L'io è sempre con sé stesso. Non posso fuoriuscire da me stesso per gli altri. Eppure gli altri me lo impongono, insieme alla vita, assieme all'esistenza. 

Ma ad avviso di Ortega "per incontrare il mondo diverso non ho bisogno di uscire da me stesso, il mondo è sempre congiunto a me". 

Secondo il pensatore spagnolo, parlare di mondo e/o parlare di un io, significa parlare della stessa cosa. In altre parole, io sono quel luogo o quella dimensione di fatto (che ortega piace chiamare circostanziale) dove il mondo è sempre unito a me. Pertanto, il dato necessario di cui parlavo suddettamente, è oltretutto costitutivo, radicale. Il punto di partenza di questa riflessione filosofica non è semplicemente che l'io va auto-delineandosi, come voleva la dialettica Fichtiana o addirittura, per essere più precisi, come voleva quella hegeliana. 

Ortega libera persino l'io di Cartesio dalla prigionia della soggettività. Egli propone un progetto esclusivo: cioè quello di rompere con forza quella prigione riportando la coscienza di ogni uomo nel mezzo del vociare del mondo: in quel luogo tanto bello quanto ostile dove l’io sperimenta la vita. L'io che pensa, in sostanza, è anche il mondo pensato e vissuto.

Infatti Ortega lo rammenta: "[entrambi] esistono insieme, senza separazione". Se non ci fossero cosa da ammirare, da contemplare, o banalmente da vedere, l'io non vedrebbe, stop. A tale proposito, si potrebbe pensare anche a una intimità del mondo? Certo. Perché l'intimità del mondo rientra in quel tutto, omnicomprendente che l'Io di Ortega è: vale a dire la sua circostanza. Io, in quanto esistente, divento intimamente conservato con la realtà relata del mondo, smetto di essere prigioniero e persino parte della mia sola intimità; la mia apertura al mondo è espositiva. 

Una esposizione (sul mondo, sulle cose) che non va pensata come una dualità, ma come una coesistenza. Le cose sono, per così dire, imparentate con noi. Non ci sono cose che vivono nell' in-se, come voleva Sartre. Ortega scriverà  che "non serve a nulla parlare delle cose ponendosi dinanzi ad esse, senza entrarvi".  

Il primo compito della filosofia è proprio quello di definire assolutamente questo dato radicale. Proprio come il biologo, (come lui scriverà), che incontra la vita organica dentro la sua vita, come un dettaglio di essa. 

 

articolo scritto da Fabio Squeo

martedì 31 dicembre 2024

È tempo di rinnovarsi


Oggi è il 31 dicembre, siamo circondati da un innegabile senso di tacita euforia. Non siamo lontani dal equinozio invernale. Questo giorno è un potente simbolo di dualità ed equilibrio, con il suo delicato equilibrio di luce e oscurità perché ci sono tante ore del giorno quante sono le notti. Accogliamo pienamente l'energia equilibrata dell'equinozio e lavoriamo per coltivarla in ogni aspetto della nostra vita, dalle relazioni al lavoro.

Mentre vediamo questo incredibile allineamento celeste, ci viene ricordato il delicato equilibrio richiesto per il nostro viaggio di trasformazione interiore. Siamo presi da paure inconsapevolmente celate per un futuro incerto.  Se stiamo bene, vorremmo continuare a star bene; se stiamo soffrendo, speriamo che presto passi questo periodo, volendo credere a tutti i costi che il prossimo anno tutto cambierà in bene.

L'equinozio incoraggia la crescita personale e la guarigione, rafforzando la nostra connessione con la natura e noi stessi. Mentre attraversiamo questi cambiamenti energetici, siamo condotti a una profonda trasformazione interiore, abbracciando l’aspetto misterioso dentro di noi e nel mondo che ci circonda. Un promemoria del nostro equilibrio interiore e delle polarità che compongono il nostro mondo naturale. Buio e Luce, Notte e Giorno, Maschile e Femminile, Terra e Cielo. Questa dualità ci consente di trovare unità dove si incontrano, si fondono e si collegano. Come sopra, così sotto. Come dentro, così fuori.

Il capodanno astrologico coincide con l’inizio della primavera dello spirito e porta l'energia dell'emersione, del rinnovamento, della fertilità e dell'attività mentre passiamo alla stagione più attiva di espansione ed espressione esteriore. Questa stagione ci ricollega con l'energia della Fanciulla, il lato giovane, fertile e giocoso di noi stessi. Quella che è piena di speranza e ispirazione sul potenziale e le possibilità di ciò che viene creato e di ciò che verrà.

Mentre attraversiamo la Cuspide della Rinascita dai Pesci all'Ariete, passiamo dall'acqua profonda al fuoco attivo. L'iniziatore del ciclo, Ariete, ci chiama all'azione, incoraggiandoci ad abbracciare il nostro Coraggio, la nostra Passione e la nostra Leadership. Ispirandoci a prendere l'iniziativa e a difendere ciò in cui crediamo, a essere pionieri, pionieri e guerrieri spirituali e ad entrare in questo nuovo ciclo con entusiasmo e sicurezza.

La nuova stagione dello spirito offre opportunità per piantare semi nei nostri giardini e dentro noi stessi. Sentire l'energia crescere e diffondersi con ogni nuovo fiore, foglia e germoglio. Assistere al ritorno della luce e all'intensificazione del calore del sole. Ascoltare gli uccelli, le api e le rane cinguettare nell'aria. Tutto si risveglia dal suo letargo invernale, pronto a dispiegarsi, sbocciare ed espandersi.

Questo transito ti dà l'energia per amare incondizionatamente te stesso e gli altri. Prenditi un momento per considerare il problema che stai affrontando attualmente. Cosa farebbe l'amore vero e incondizionato? Quali condizioni imponi per amare te stesso? E se lasciassi andare quelle condizioni e amassi semplicemente per amore? Quali condizioni imponi per amare gli altri? E se lasciassi andare quelle condizioni e amassi semplicemente per amore?

Occorre fidarsi che ogni cosa ha il suo tempo per aprirsi, crescere e sbocciare. Stai onorando il nostro ritmo mentre ci imbarchiamo in questa nuova stagione di opportunità ed espansione. 

Le stagioni del cuore non hanno date! 

Puoi iniziare la tua stagione quando vuoi e non soltanto a capodanno!

Non è fantastico decidere da soli?

lunedì 30 dicembre 2024

Se il tuo cane potesse parlare!


Caro padroncino,

credi di sapere tutto di me? Ti presumi più intelligente?

Discutiamo un attimo del tuo comportamento. So che pensi di essere tu chi decide tutto, ma lascia che te lo dica, sono io quello che ti consente di comandare e ti porta avanti lo spettacolo di tutti i giorni. 

Ti vedo entrare dalla porta dopo una lunga giornata, con un'aria stressata, e poi mi guardi e dici: "Poldo, vieni qui … lasciati accarezzare … mi sei mancato!". Sappi che sono io quello che sente veramente la tua mancanza. Te ne accorgi da quei giri senza fine che faccio appena ti sento arrivare. Nota la frenesia della mia coda, la felicità selvaggia nei miei occhi, il modo in cui mi lancio praticamente addosso come se stessi facendo un provino per la squadra olimpica di salto. Se non sono io, c’è qualcuno che fa queste cose?

Non riesco neanche a ribellarmi per quelle crocchette secche che mi dai da mangiare ogni giorno. Mi hai mai chiesto se ho fame o se sono stanco? Certamente, mi dai del cibo e forse quando hai fame tu, oppure quando casualmente mi passi ciò che scarti a tavola e che non ti va di mangiare.

Se potessi parlare, ti direi che preferirei di gran lunga una bistecca o anche una fetta di pizza. Sai cosa farei per un solo pezzo di formaggio? Fidati, farei di più che sedermi. Farei la Macarena. E se potessi parlare, ti ricorderei di quella volta che hai lasciato cadere quella patatina sotto il divano. Ho conservato quel ricordo per mesi.

Ora, parliamo delle passeggiate quotidiane. Prima di tutto, so che pensi di guidare la strada. Ma siamo realistici, stai solo seguendo i miei suggerimenti. 

Ogni volta che mi fermo ad annusare esattamente quello stesso punto per la ventesima volta, tu rimani lì sorpreso, come se fosse la prima volta. Non sai nulla di quell’angolo: quanti miei amici sono passati di lì … e non voglio ricordarti delle mie cagnette preferite. Inoltre, non fare tanta scena quando raccogli i mei escrementi: io non ho un bagno su cui stare comodamente seduti e in perfetta privacy.

E poi, non urlare e non mi strattonare quando pensi che non ti ubbidisco! Cosa proveresti se qualcuno ti tirasse dalla gola soltanto per richiamarti al suo volere?  Sei fortunato che non ti abbaio e non ti faccio cadere per terra, avvolgendoti il mio guinzaglio tra le tue gambe.

E quando me ne sto lì stravaccato sul divano come un re, sappi che non mi sto soltanto riposando … sono in guardia e ti tengo d'occhio. Invece, tu pensi che mi stia rilassando? No, non è così! Perché sei nel mio spazio e ti permetto di rilassarti tenendoti sotto controllo. Mi sto solo assicurando che tu non stia progettando di andartene di nuovo senza di me. Non succederà. Non sotto la mia supervisione. Dici "Torno subito", ma so che hai mentito. Vedo l'espressione sul tuo viso quando prendi le chiavi. Ti ho scoperto, anche se ti lascio credere che sei furtivo. Sappi solo questo: ogni volta che te ne vai, conto i secondi fino al tuo ritorno. Non pensare nemmeno di sgattaiolare via senza di me.

Oh, e non dimenticare di farmi qualche grattino dietro le orecchie: mi fa piacere, ma non basta! Ho bisogno del trattamento completo. Sai di cosa sto parlando: grattini sulla pancia, bacetti e carezze complete sulla faccia e, per favore, ricordati di essere delicato … non sono fatto di legno o di gomma.

Qualche altra raccomandazione: lasciami correre dietro qualche piccione … mi fa bene correre. A volte, vorrei sembrare cattivo e quindi se mi vedi ringhiare, non mi urlare, concedimi un po’ di dignità di cane.

domenica 29 dicembre 2024

Unicità e predeterminazione della personalità


 

Quali sono i fattori che definiscono e formano la nostra personalità? Si ereditano o si acquisiscono?

È chiaro che tratti come l'altezza e l'intelligenza non sono scelti consapevolmente, seppure  sono parte dell'identità di una persona. Però, altri fattori, come i comportamenti e le esperienze apprese, non sono innati e possono o meno essere del tutto essenziali per la costituzione di una persona in un dato momento. Ciò che costituisce un comportamento o un'esperienza "essenziale", che conduce e influenza la personalità di una persona, può essere in qualche modo situazionale, mentre è certo che i comportamenti e le esperienze devono svolgere un ruolo, a volte decisivo, nel costituire o costruire l'identità di una persona.

Praticamente tutti i comportamenti sono "acquisiti", per così dire, poiché gli esseri umani devono progredire dall'infanzia verso l'adolescenza e poi nella prima età adulta, prima di raggiungere la maturità; ogni comportamento deve avere un punto di partenza.

Cos'è che spinge una persona ad appropriarsi di un certo comportamento o tendenza? O che spinge una persona ad acquisire un certo comportamento e un'altra a non farlo?

Fattori relazionali, comportamenti ed esperienze acquisite, devono svolgere un ruolo definito nel contribuire all'identità di una persona e possono avere un'influenza duratura per il resto della sua vita. Ad esempio, un incontro ravvicinato con la morte durante l'adolescenza (sopravvivere al cancro, ad esempio) può influenzare profondamente l'atteggiamento di una persona verso la vita e la morte e, di conseguenza si modificano i suoi paradigmi comportamentali o di pensiero, gli atteggiamenti emotivi o intellettuali, ecc.

La morte è spesso considerata una questione soggettiva fondamentale sia in psicologia che in filosofia e la relazione o l'atteggiamento di una persona verso la morte e la perdita possono rappresentare una caratteristica significativa dell'identità di quella persona. In questo caso, l'esperienza assume un ruolo determinante. In ogni caso, una persona potrebbe manterrebbe anche alcuni comportamenti innati o di lunga data unici per la sua personalità, anche quando esposta a eventi polarizzanti e fatali.

Tuttavia, la questione della "natura" che trasmette l'intera personalità di una persona è fuori questione. È probabile che le tendenze e le attitudini innate di una persona esercitino un'ampia influenza sullo sviluppo di quella persona, mentre è probabile che anche il suo background, l'educazione e i fattori ambientali abbiano un'ampia influenza. Ciò che determina realmente la personalità, gli stati d'animo, i capricci, le decisioni, i gusti e le antipatie di una persona, ecc., può essere più o meno indipendente rispetto al suo ambiente o alle sue attitudini innate.

Un individuo può, come un albero, crescere secondo certe regole apparentemente caotiche o semi-casuali che "decidono" la direzione presa dai rami dell'albero mentre cresce. Ci possono essere certi limiti relativi alle dimensioni in cui un albero cresce, certe "leggi" seguite dalla germinazione di un seme, dall'impostazione delle sue radici e dall'estensione di rami e foglie, ma ogni albero rimane decisamente del tutto unico. Non ci sono mai stati due alberi identici nel tempo, o anche lontanamente simili, se visti su scala microscopica. L'unicità degli individui non è, e non può essere, in discussione. Ciò che potrebbe essere in discussione è il significato attribuito all'unicità degli individui, più o meno nello stesso modo in cui gli esseri umani generalmente non attribuiscono significato all'unicità degli alberi.

Ad esempio, se lungo un viale devono essere piantati alberi che devono conformarsi, più o meno, a determinati standard e dimensioni richiesti dalla comunità, potremmo allo stesso modo prevedere che le persone si conformino agli standard e alle dimensioni per gli esseri umani della loro comunità. Questi standard e dimensioni designati possono rappresentare non solo aspettative negative per il comportamento (come vincoli legali che specificano atti proibiti e criminali), ma anche linee guida o precetti positivi che regolano più in generale, e forse esteticamente, il tipo di comportamento che è considerato non solo "appropriato" ma "raccomandato". Che ciò significhi parlare con un certo accento o a un certo ritmo, quali emozioni sono socialmente appropriate da esprimere e in quali circostanze, se salutare o meno gli sconosciuti mentre si cammina per strada, ecc.

È chiaro che l'elemento “caos” predomina, mentre l'unicità completa e assoluta di ogni individuo, che sia un albero o un essere umano, guida lo sviluppo di ciascuno, sia determinando che lasciando indeterminato. Non è il semplice caos a predestinare ogni singolo organismo all'unicità, ma i processi organici che definiscono e delimitano l'elemento del caos stesso.

 

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