venerdì 28 giugno 2024

Antonio e la materia oscura

 

 

Durante la mia solita sosta al bar si presentò il mio vecchio amico Antonio che appena sedutomi accanto mi pose una delle sue imprevedibili domande: “Andrea, sai dirmi qualcosa a proposito della materia oscura?

“Non sono un fisico, né tantomeno uno esperto in materia! Però qualcosa conosco.”

Antonio, subito colse l’occasione: “Allora, dimmi tutto quello che sai!”

L’argomento mi attirava, così iniziai a parlare: “Sebbene conosciamo il peso di un protone, la forza di gravità, tutto ciò che abbiamo scoperto sulla materia, in tutta la storia umana, è solo ciò che possiamo osservare sotto il nostro spettro di luce noto, che sia visibile all'occhio umano o invisibile, come la luce infrarossa. La materia oscura ha massa, ma non sappiamo cosa sia. Gli scienziati non sono stati mai in grado di studiarla, perché non è osservabile. Eppure costituisce il 27% del cosmo."

Antonio si stupì: “Questo significa che il 27% dell'intero mondo che ci circonda è semplicemente sconosciuto, invisibile?”

“Infatti! Nonostante che ci attraversi in ogni singolo secondo e...”

"Aspetta. Cosa intendi con ci attraversi in ogni secondo?" Interruppe Antonio con le sopracciglia aggrottate. "Avevo sempre pensato a questa faccenda della materia oscura come un concetto da extra-terrestre. A quanto pare mi sbagliavo.”

Ripresi il discorso: “Si tratta di particelle che ci attraversano ogni singolo secondo, piccoli segnali nella piega dello spazio e del tempo, che si fanno strada attraverso ogni singola cellula del nostro corpo, completamente e totalmente non identificabili.”

“Incredibile!” Esclamò Antonio.

“Se fai una ricerca su Google scoprirai che sono più di 1 miliardo di particelle di materia oscura al secondo che ci trapassano. E sono tutte completamente e totalmente non identificabili.”

Antonio, stentava a crederci: “Veramente?”

“In questo momento circa 5 miliardi stanno passando attraverso la tua mano!”

Antonio nascose la mano dietro le spalle.

“No ti preoccupare, però! La maggior parte delle particelle di materia oscura sono inerte e non ci fanno nulla. Ma ci attraversano. Tutte queste minuscole, incredibilmente veloci piccole particelle, che deformano appena il cosmo, noi compresi, si lanciano verso una destinazione senza nome, sconosciuta.

E non è solo la materia oscura ad avere effetti sbalorditivi sulla nostra realtà. Le particelle cosmiche dallo spazio esterno possono scendere sulla Terra e ogni tanto ne vediamo gli effetti.

Un aereo precipita all'improvviso per centinaia di metri, due volte, segnalando dati di sensori casuali e corrotti, ma senza alcun difetto tecnico o software rilevabile. Una macchina per il voto in Belgio aggiunge casualmente migliaia di voti a un candidato politico, senza alcuna causa identificabile. In ognuno di questi casi, trovano un bit invertito, un singolo bit, microscopico in un mare di dati geroglifici, invertito, con effetti catastrofici sul sistema. Niente di tutto ciò è realmente spiegabile, a parte il fatto che potrebbe essere il risultato di una particella cosmica radioattiva, che attraversa gli atomi di metallo solido e cambia irreversibilmente la nostra realtà.

Si chiamano "single-event-upsets". È un nome così metafisico, come se dare a qualcosa di così ampiamente sconosciuto e ultraterreno un piccolo e grazioso descrittore lo contenesse. La nostra esistenza sia determinata dalle particelle e dalla fisica al suo interno. Nel nostro mondo ogni sogno, ogni vena e pensiero che attraversa la nostra mente è una manifestazione precisa ed esatta degli atomi e delle reazioni chimiche che hanno avuto inizio prima che nascessimo nell'utero, che a loro volta possono essere ricondotti alle particelle di polvere spaziale che fluttuavano nel cosmo prima della nostra esistenza, che poi risalgono alla polvere di stelle che si è scontrata per far nascere la galassia. Tutto è predeterminato, chimico, fisico e tutto è in un certo senso inevitabile.”

Antonio, perso nella sua immaginazione, si interrogò: “Allora, non contiamo nulla, non siamo nulla?”

"L’essere umano potrebbe cambiare i suoi valori e comportamenti nel corso del tempo, ma sarà il risultato di una calibrazione predestinata, non di una scelta. Nessuno può sfuggire al cocktail di sostanze chimiche preimpostate che agiscono nel cervello, o agli eventi ambientali che sperimenterà.

Estendendo il ragionamento, anche i criminali non possono essere ritenuti responsabili, anche se dovrebbero essere isolati per la sicurezza pubblica, perché non sono mai stati responsabili delle loro decisioni: erano cablate in loro, una manifestazione nella società del neurone pre-programmato.

Penso che ci piaccia credere che le persone possano cambiare, perché ci dà speranza: per nuovi inizi, per futuri migliori, per finali diversi. Detto questo, a volte, l'idea del fato o del destino sembra confortante. È adorabile, il pensiero di arrendersi e lasciare che l'universo ti porti in un posto, qualcuno, qualcosa, che è destinato a te.”

Antonio, non s’arrese e chiese: “Allora tu non credi in un Dio onnipotente e buono?”

"La risposta fu immediata: “Amico mio, lascia il tuo Dio in pace … sto parlando di fisica. Esiste una teoria, non molto famosa, che coinvolge un ipotetico essere onnisciente e onniveggente, che conosce la posizione esatta, la traiettoria e la velocità di ogni singolo atomo, ogni singola particella, nel mondo intero, in un dato momento (inclusa tutta quella materia oscura).”

Antonio insistette: “Questa creatura sarebbe in grado di predire il futuro? Potrebbe dirti quanto vivi e chi sposerai, se avrai figli, quando andrai in pensione? Come morirai?”

“La risposta risiede tanto nella fede quanto nella teoria. La questione è se pensi che questa creatura sappia tutto. Se è possibile sapere tutto. O se c'è ancora qualcosa là fuori, un fattore sconosciuto, una "X" che significa che persino l'universo non ha mai il pieno controllo. A seconda di ciò in cui credi, quella "X" potrebbe essere un Dio. Potrebbe essere magia. Potrebbe essere pura casualità. O potrebbe essere l'umanità, la capacità intrinseca e miracolosa di conoscere il mondo che ci circonda e assorbirlo.”

“Se è tutto già deciso, che motivo abbiamo di migliorarci e di preoccuparci del futuro?” altra sconfortata domanda di Antonio.

“Per quanto tu ti possa dar da fare, certe cose sono semplicemente destinate ad accadere, scegli tu a chi attribuire la responsabilità: alla fisica? Al destino? a Dio?”

“Andrea, mi hai fatto venire un mal di testa! Beviamoci un caffè … non pensiamoci più!”

 

giovedì 27 giugno 2024

La lingua parlata dà una propria forma alla realtà

 

 

Alcuni studiosi affermano che la struttura del linguaggio formi lo stile di pensiero e dà una originale visione del mondo ai suoi parlanti e che, pertanto, il linguaggio determini il modo in cui vediamo il mondo.

Platone ha suggerito nel suo dialogo con Cratilo che certe concezioni della realtà sono incorporate nel linguaggio. Anche il romantico tedesco del XVIII secolo Johann Georg Hamann scriveva che "i lineamenti della lingua di un popolo danno direzione della loro mentalità".

Per ultimo, il contemporaneo Galiberti è convinto che le parole formano i pensieri e la grammatica li struttura.

Nota come gli inglesi tendono a parlare come se il tempo fosse una retta orizzontale, con il passato alle spalle e il futuro davanti. Mentre i parlanti di Aymara, una lingua nativa delle Ande, vedono il tempo al contrario. Per loro, il futuro, essendo sconosciuto, è alle loro spalle, poiché non riescono a vedere dietro di sé. Il passato è davanti a loro, poiché possono vedere ciò che è davanti a loro. Per i parlanti di Aymara, il tempo è qualcosa che si muove oltre noi. Non ci muoviamo attraverso di esso.

Un altro esempio, comunemente citato nelle conversazioni sulla relatività linguistica, è la comprensione russa di "blu". Il russo distingue tra blu più chiari ("голубой") e blu più scuri ("синий") e la ricerca suggerisce che a causa di questa differenza linguistica, i russi percepiscono queste due tonalità in modo molto più distinto di noi. La lingua, quindi, influenza non solo il pensiero, ma anche la vista.

È oggetto di dibattito se i parlanti di Guugu Yimithirr, una lingua aborigena in Australia, abbiano un migliore senso dell'orientamento a causa della loro lingua. Laddove noi europei usiamo sinistra e destra, avanti e indietro, i parlanti di questa lingua usano nord, sud, est e ovest. Per fare questo, devono sapere dov'è il nord in ogni momento. Quindi sembrerebbe conseguirne che si orientino più abilmente di noi.

L'esistenza di parole e frasi in alcune lingue ma non in altre sembrerebbe suggerire almeno che alcune culture provano certe emozioni con una profondità o una forza maggiori di altre. I portoghesi hanno la parola piuttosto bella "saudade", che descrive un profondo desiderio per qualcuno o qualcosa che è reso più doloroso dalla consapevolezza che potremmo non incontrarlo mai più. L'espressione giapponese "mono no aware" descrive una squisita sensibilità al transitorio, osservata in modo più vivido nel vivere e morire delle cose nel mondo naturale.

Imparare un'altra lingua non significa solo cavarsela un po' più facilmente quando si va in vacanza. Significa imparare a percepire il mondo in modo diverso: a pensare in modo diverso, a sentire in modo diverso, persino a essere qualcuno di diverso, o almeno qualcuno con una prospettiva più ampia sul mondo. E questo, a sua volta, getta luce sulla tua lingua madre, sulla tua cultura e su di te.

 

Gli ultimi 10 secondi di vita

 

 

Mi restavano 10 secondi, con tutte quelle persone in piedi davanti a me, quelle che mi amavano e quelle a cui non ero altro che un qualunque moribondo. Erano in parata, come se ormai fossero tutti convinti che non li avrei mai più rivisti.

Mi ero preparato per quel momento: ero pronto a imprecare, a dire grazie, pronto a lasciar andare. Ma mentre guardavo quelle persone, ripassavano nella mia mente ricordi e versioni di me stesso.

All'improvviso, i secondi passarono a 9 e subentrò il panico.

Mi agitai e lanciai un urlo senza voce: "Per favore, riportateli a 10!"

Nessuno si mosse, mentre sentivo i miei polmoni lentamente cedere. Amore e perdono mi travolsero; sapevo che la mia perdita sarebbe stata dolorosa per mia moglie e i miei figli.

Le mie lacrime scendevano come parole silenziose. Quelle prime gocce volevano annunziare il mio addio. L’attaccamento a quegli ultimi secondi era la prova di quanto significato avesse avuto il vissuto. Per me, questo era abbastanza.

Al quinto secondo, chiusi gli occhi, guardai il soffitto e implorai in forma di preghiera: "Caro Dio, per favore portami in un posto meraviglioso. Dammi la possibilità di provare meno sofferenza, anche se è al di là di questo mondo. Prendi tutto il mio dolore e trasformalo in amore."

Riaprii gli occhi e incontrai di nuovo lo sguardo dei miei cari. Ma questa volta, sembravano tutti un po’ più sereni. Mi apparivano come immagini collocate in un luogo pittoresco … le mie preghiere erano state esaudite. Le mie labbra si stirarono a formare un ultimo sorriso e loro fecero lo stesso. 

Come può essere così bello morire? 

Come può il mio letto di morte essere un luogo di conforto?

Giunsero gli ultimi 3 secondi …

Il mio cuore iniziò a battere lentamente e gli anni tornarono indietro come la fine di un film pieno di star. Il tipo di film che ti fa venire la pelle d'oca e ti fa rimanere in soggezione, applaudendo per l'ammirazione.

Per quanto avessi voluto lasciare questo mondo in pace, una parte di me sbattette ancora la porta con rammarico. Se mi fossi reso conto del meraviglioso dono della vita, sicuramente avrei vissuto come se mi fossero rimasti soltanto 10 secondi.

 

mercoledì 26 giugno 2024

I sogni sono responsabili delle innovazioni


I sogni promettono innovazione … è il laboratorio segreto dei i capolavori. La porta per idee imprenditoriali multimilionarie.

Una donna sognò i cannibali che agitavano bastoni appuntiti. Al mattino inventò la macchina da cucire. Google è nato quando un laureato di 22 anni sognò di aver scaricato l'intera Internet.

Quando ti si presenta un sogno davvero bello, afferralo! Guarda i doni lasciati in eredità ai fortunati dormienti nel corso della storia. Naturalmente, molti di noi sono desiderosi di mettere in pratica i propri sogni. La scienza ha dimostrato che esiste un legame tra sogni e innovazione. E ci ha fornito un modo per controllarlo.

Negli ultimi decenni le tecniche neuroscientifiche hanno fatto rapidi progressi. Ora possiamo approfondire oggettivamente il cervello addormentato. Il legame tra sogni e innovazione è diventato un po' più chiaro.

Dieci anni fa, i ricercatori hanno notato qualcosa di strano nei project manager delle organizzazioni high-tech. Alcuni di loro avevano sogni particolarmente creativi e carichi di emozioni.

I dipendenti che sognavano sembravano offrire una migliore innovazione aziendale. Correlazioni come questa richiedono sempre un'attenta analisi. I ricercatori non potevano essere sicuri che fossero i sogni stessi a causare l'innovazione.  Non c'erano prove che i project manager ricevessero indicazioni notturne su come creare software.

Gli scienziati hanno invece offerto una spiegazione più cauta. Le persone aperte a nuove esperienze e meno direttive nel loro approccio alla vita, sognano più spesso. Questo tipo di manager è anche più propenso a lasciare ai propri team lo spazio per sperimentare. È stata questa flessibilità a determinare l'innovazione commerciale. In effetti, sappiamo da tempo che il tratto della personalità dell'apertura è un fattore determinante nel modo in cui una persona sogna. Tuttavia, è stato un passo avanti coraggioso legare la vita intima dei nostri sogni ai piani aziendali. Oggigiorno gli psicologi sono persino in grado di piantare sogni che guidano la creatività nei cervelli addormentati.

Alcuni ricercatori americani hanno scoperto un modo per spingere i dormienti a sognare un argomento specifico. Hanno sfruttato il momento di sonnolenza appena prima dell'inizio del sonno. Il loro nuovo protocollo ci ha finalmente dato il controllo sulla trasmissione della creatività nei nostri sogni.

Gli scienziati hanno fatto sentire ai dormienti una voce che diceva: "Ricordati di pensare a un albero". Ha funzionato. In media, il 70,3% dei resoconti dei sogni includeva un albero. In modo critico, al risveglio, la creatività nei compiti correlati agli alberi è migliorata.

Se la nostra ambizione è quella di reclutare i nostri sogni per impegnarci nella risoluzione dei problemi mentre dormiamo, siamo molto vicini al traguardo. È tempo di fermarci ed esaminare il nostro desiderio di controllo.

Sono un appassionato dei sogni e amante della psicologia. Questi progressi scientifici dovrebbero deliziarmi. Invece, l'intrusione sembra sacrilega. Forse sono stanco della marcia incessante della cultura del trambusto. Sto diventando sospettoso della nostra adorazione incondizionata della creazione di valore finanziario.

L'umanità discute sulla natura dei sogni da millenni. E non si fermerà presto. Nel mezzo di questa conversazione, c'è una cosa su cui i neuroscienziati, le religioni e gli psicoanalisti concordano: i sogni sono eventi complessi e belli. Nella nostra tradizione, lavorare sodo è un segno di carattere morale. Non farlo è pigrizia e peccato. Purteoppo, continuiamo a porre il raggiungimento produttivo al centro della nostra esistenza. Oggi siamo ancora affascinati dalle prestazioni della produttività.

Non sorprende che abbiamo guardato con disapprovazione lo spreco di sonno. Poi abbiamo radunato i nostri sforzi per sfruttarlo per una creatività monetizzabile. Siamo stati sciocchi a pensare che il nostro subconscio avrebbe obbedito.

Che tu aderisca al modello di attivazione-sintesi o ringrazi Morfeo per le tue visioni, sai che i sogni non appartengono alla mente sveglia. Non vivranno nel regno delle liste di cose da fare del lunedì mattina. Non si preoccupano delle scadenze del tuo programma di innovazione.

Fortunatamente, alcune parti del nostro mondo, alcune parti di noi stessi, sono al di là del capitalismo. I nostri antenati non hanno posto queste richieste ai sogni. I sogni offrono qualcosa di più prezioso del denaro.

Questa è la verità sui sogni. I guru dell'auto-aiuto e gli scienziati potrebbero non essere ancora pronti ad ammetterlo. I sogni non sono cani obbedienti. Non ti intratterranno con scherzi a comando. Non sono il tuo migliore amico o il tuo affidabile collega di lavoro. In un'epoca di piani di progetto, linee rette e progressi senza fine, i sogni sono ribellione. essi fanno da promemoria per ricordarci che non abbiamo bisogno di essere utili per essere preziosi.

I sogni potrebbero guidarti, ma non ti serviranno. Dovrai imparare a essere grato per i mezzi barlumi confusi del genio.

 

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