venerdì 14 giugno 2024

Niente accade per caso


 

Hai mai pensato al motivo per cui ti trovi qui nella tua realtà attuale? Io ho pensato alla mia e ho scoperto che tutto ha avuto un senso. Per esempio, la mia scelta di facoltà universitaria è stato un errore!

Me ne sono pentito? Inizialmente, sì, ma poi mi sono detto che quella era forse la mia strada. Ma mia madre era orgogliosa di me e poi … sono diventato un ingegnere! Un titolo di studio rispettabilissimo, ma il mio profilo interiore era un altro. Quell’errore iniziale, però, mia regalato una realtà di cui non avrei potuto pensare di meglio.

Si è verificato l'effetto farfalla! Questo fenomeno è stato descritto meravigliosamente da uno studioso. Egli affermava che un piccolo cambiamento in un determinato momento può scatenare una rivoluzione futura. Usò la metafora della farfalla: "Se una farfalla sbatte le ali al momento giusto nel posto giusto, può causare un uragano a migliaia di miglia di distanza”.

In altre parole significa che anche il più piccolo cambiamento, in un grande sistema, può influenzare tutto.

Nella storia reale, un esempio ci viene dato da Annibale il quale nel 218 a.C., durante la seconda guerra punica, attraversò le Alpi, cosa ritenuta impossibile dai romani in pieno inverno, e inflisse quattro micidiali sconfitte ai romani al Ticino, Trebbia, Trasimeno e Canne, mettendo in ginocchio la repubblica romana. Nonostante la strada per Roma sembrasse ormai spianata, Annibale non l’assediò per distruggerla definitivamente. Decise invece di temporeggiare a Capua. Quell’apparente, insignificante, decisione lo condusse alla sconfitta finale. Un piccolo dettaglio ha cambiato il percorso della storia.

La realtà accade come un domino. Ciò che cade toccherà un altro, e tutto cade.

La morale? La nostra vita è una connessione tra passato, presente e futuro. Ciò che accade adesso è stato influenzato dal passato. Spesso non riusciamo a capire il motivo finché non arriva ciò che accade dopo. Ma il passato offre sempre lezioni preziose.

Se mia madre non fosse “scappata” con mio padre, oggi non esisterei o forse esisterebbe qualcun’altro al posto mio. Se non avessi avuto quella malattia infantile e non sarei stato in un ospedale pediatrico per molto tempo, il mio carattere si sarebbe formato diversamente. Oggi non scriverei poesie, non sarei un ingegnere atipico.

Ogni accadimento ha una ragione dietro. Ma non significa che possiamo semplicemente lasciare che le cose accadano. Dovremmo dare il massimo oggi come ragione per cui domani dovrebbe essere migliore. Quindi, abbracciamo la realtà attuale; poi facciamo del nostro meglio. I nostri giorni migliori non devono ancora arrivare se intendiamo farli arrivare.

 

giovedì 13 giugno 2024

L'intelligenza emotiva

 

opera pittorica di Silvia Senna

 

L'intelligenza emotiva o EI è la capacità di comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle delle persone che ti circondano.

Nella vita, le emozioni possono essere come i venti che ci fanno deragliare dal percorso per raggiungere qualsiasi cosa vogliamo realizzare.

Ecco perché di tutte le abilità di vita che una persona può possedere, l'intelligenza emotiva è importante quanto l'intelligenza mentale quando si tratta di avere successo.

L'intelligenza emotiva è difficile da mantenere. Si tratta di tenere sotto controllo le proprie emozioni, invece di lasciarle padrone della tua vita. Devi concepire le tue emozioni come uno strumento, e non come un peso da sopportare. Riporto alcuni suggerimenti da tener presente quando si vuol essere emotivamente intelligenti.

La reazione emotiva è sotto la tua responsabilità

Una chiave per l'intelligenza emotiva è capire che i tuoi sentimenti non sono colpa di qualcun altro. Sono tuoi. Non puoi aspettarti che le persone sappiano sempre come reagirai emotivamente a qualcosa, o che si preoccupino anche solo di quella questione. Un'azione di qualcun altro potrebbe farti sentire in un modo che non intendeva, quindi devi capire che è TUA responsabilità gestire correttamente la risposta emotiva.

Cercare la novità

La cosa divertente della felicità è che è un valore infinito. Quando pensiamo alla felicità, la mettiamo in relazione alle esperienze del nostro passato, ma ciò non significa che non possiamo raggiungere un livello di felicità maggiore di qualsiasi cosa abbiamo mai conosciuto. Pertanto, le persone emotivamente intelligenti capiscono che andare avanti e sperimentare cose nuove è l'unico modo per raggiungere qualcosa che assomigli alla "vera" felicità.

La paura e l’ansia sono legate a esperienze nuove

La paura nelle nuove esperienze è del tutto normale. Le persone sono spesso troppo veloci a presumere che solo perché qualcosa ti spaventa, sia una cosa negativa. Essere spericolati ed essere impavidi sono due cose diverse. La paura è solo un modo per la tua mente di farti considerare cosa sta succedendo, quindi tienila sotto controllo.

Le emozioni sono reazioni, non una realtà

Capire che come ti senti non è la caratteristica distintiva di una situazione è probabilmente l'aspetto più importante dell'intelligenza emotiva. È anche il più difficile da realizzare nella foga del momento. È importante capire che le tue emozioni sono ciò che sono per una ragione specifica per te.

Le brutte emozioni non durano in eterno

Un segno molto ovvio di un'elevata intelligenza emotiva è capire che non possiamo essere tutti felici tutto il tempo. Solo perché stai avendo una brutta giornata non significa che la tua vita stia andando a rotoli. Significa che un certo numero di fattori hanno cospirato insieme per farti avere una brutta giornata. La felicità è una scelta, ma ciò non significa che dobbiamo sceglierla ogni volta.

Scegliere le amicizie

Una delle cose più importanti nella vita è con chi scegli di circondarti. Essere consapevoli di come ti fanno sentire le altre persone e perché è fondamentale per fare delle buone scelte quando si tratta di amicizie. Di nuovo, come tutti gli aspetti dell'intelligenza emotiva, questa non è una cosa che accade da un giorno all'altro.

Non si può essere sempre all’altezza di capire tutto

Solo perché sei emotivamente intelligente, non significa che non la perdi ogni tanto. Capita a tutti. Essere emotivamente intelligenti non significa essere un robot senza emozioni. Significa solo che sai come ti senti, perché ti senti in quel modo e lo gestisci di conseguenza.

Scegliere i propri pensieri

Le persone emotivamente intelligenti sono spesso considerate testarde. Questo perché possiedono i propri pensieri e le proprie emozioni allo stesso modo, con una profonda comprensione di come gli altri influenzano le loro emozioni. Chi è emotivamente intelligente non è tanto testardo quanto schizzinoso.

 

mercoledì 12 giugno 2024

La mente come soggetto che si sente qualcosa

 

Opera pittorica di Silvia Senna

 

Qual è la differenza tra te e il tuo corpo? La risposta è che tu sei l'essere del tuo corpo. Tu sei l'aspetto soggettivo del tuo corpo. Tu sei ciò che si prova a essere il tuo corpo dall'interno, anziché guardarlo, osservarlo, dall'esterno come un oggetto. 

La mente non è un oggetto. È un soggetto. Ma il fatto che abbiamo anche una prospettiva oggettiva sulla mente, che abbiamo anche un organo della mente, a cui il corpo è correlato, ci offre opportunità per comprendere meglio cosa intendiamo per "essere" del tuo corpo.

Tutto ha un aspetto soggettivo, ma non tutto ha una mente. Guardare la tua mente da un punto di vista esterno, l'organo corporeo della mente, ci dà l'opportunità di discernere quali aspetti della cosa che sei, sono necessari per far sì che tu senta qualcosa.

Quindi la mente non è solo un soggetto. È un soggetto che si sente come qualcosa.

Fissando un dipinto, tu usi la mente per essere te stesso, ne fai soggetto per sentire l’oggetto in te che si inserisce nel tuo schema cognitivo attraverso cui dai una risposta esterna in forma ti emotività.

 

Un cucciolo sfortunato

 

 

Roberto era un bellissimo giovane con un cuore grande. Amava gli animali nel modo più tenero immaginabile. Egli si rese protagonista di una storia commovente; ha adottato consapevolmente un cane a cui restavano solo poche settimane di vita, dopo che l'animale malato era già stato rifiutato da altre quattro famiglie.

Il cane, ancora cucciolo, aveva un tumore canceroso che gli cresceva sulla testa. Lo stato avanzato della malattia gli aveva cancellato quasi tutta la parte sinistra, compreso l’occhio. Immaginate come poteva tristemente apparire agli occhi della gente!

Il dolce cucciolo era stato tristemente abbandonato dalla famiglia che lo aveva visto nascere quando prendersi cura di lui con quel grave “problema” era diventato un impegno troppo grande per loro. Fu così abbandonato in un rifugio per animali in attesa che il brutto destino si compisse.

Un giorno Roberto passò dal canile e vedendo il cucciolo dimesso che apriva appena l’occhio destro, decise di adottarlo. Lo portò a casa sua dove fece arrivare il veterinario, un vecchio amico. Domandò se poteva operarlo o comunque far qualcosa per sperare di salvarlo. Il veterinario, sconsolato, gli rispose che era ormai troppo tardi. In quelle condizioni avrebbe potuto vivere non più di un mese. Non poteva far nulla per il cucciolo, neanche provare una cura tale da estendere il tempo che gli rimaneva da vivere.

Roberto, enormemente dispiaciuto, decise di curarlo con la sua presenza amorevole, dandogli quelle attenzioni, fatte di tenere carezze, fino al momento in cui il cucciolo sembrò addormentarsi senza più svegliarsi.

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