Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. (Gandhi)
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mercoledì 8 maggio 2024
Commozione
martedì 7 maggio 2024
La delusione
lunedì 6 maggio 2024
Il topolino saltellante
Sonia, la mia dolce figliola, frequentava l’università di Bari e come era suo solito, quando rientrava molto tardi, portava con sé il necessario per la pausa pranzo. Generalmente si trattava di qualche panino imbottito di prosciutto e formaggio. Lei abbandonava il suo zaino soltanto quando era impegnata nelle lezioni.
Un giorno capitò che durante la mattinata un impertinente topolino, richiamato dal profumo del formaggio, si infilò nello zaino incustodito dell’inconsapevole ragazza, per gustare il suo cibo preferito in tutta tranquillità. Quando Sonia terminò le lezioni non ebbe più tempo per consumare il pranzo a sacco poiché il dilungarsi dell’impegno universitario le consigliò di fare immediatamente ritorno a casa.
Il topolino, sballottolato della corsa della viaggiatrice, pensò bene di nascondersi alla meglio … anche perché la siesta dopo il pranzo bene si conciliava con il cullare del trasporto. Insomma, Sonia portò un ospite a casa. Anzi, lo accolse nella sua stanza dove ripose lo zaino che avrebbe svuotato successivamente.
Il topolino ringraziò l’ospitante approfittando per farsi un bel sonnellino nell frescura della stanza.
Appena fu notte, il topolino uscì in cerca del pasto serale … non curante che Sonia fosse sdraiata sul suo lettino occupata a leggere. Ovviamente, la coda dell’occhio captò la corsa del piccoletto. Immediatamente ci fu un piccolo terremoto che condusse da me la ragazza spaventata dalla visione del suo ospite.
Da padre scettico, la rassicurai convincendola che probabilmente la scena prospettata fosse una sua immaginazione causata forse da qualche sguardo distratto nella penombra della sua stanzetta.
Sonia non fu molto convinta e per questo aggiunsi la motivazione per cui un topolino non potrebbe stare senza la sua mamma e perfino in un appartamento al secondo piano, circondato da un famiglia di gatti.
La notte, il topolino, spinto dalla fame, si spostò in cucina dove trovò nascondiglio dietro la lavastoviglie. Sicuramente non trovò nulla da mangiare poiché il mattino successivo entrò in scena.
Era una magnifica e luminosa domenica, mi trovavo sdraiato sulla mia poltrona davanti al televisore, ascoltando il telegiornale, quando l’impertinente topolino mi passeggiò accanto come se fosse un cagnolino. Sicuramente cercava cibo, ormai era da molto tempo che non mangiava.
Immaginate la mia faccia mentre assistevo alla sfacciataggine dell’animaletto!
Mi alzai di scatto mentre il piccolo delinquente fuggì nel suo nascondiglio. Nel trambusto, si aggiunsero le urla delle donne di casa che vedevano il topolino come il mostro a cinque teste. Allora mi inventai una strategia di intervento risibile. Circondai l’area abitativa del topolino con divisori che nella mia ingenua prospettiva dovevano servire a bloccare il fuggitivo. Mi armai di una robusta ciabatta, pronto per colpire e stordire la vittima … ma non avevo fatto i conti con la velocità e l’agilità del topolino il quale appena fu messo alle strette, con un salto in alto simile a uno di migliori della grande saltatrice Sara Simeoni, scavalcò l’assedio e fuggì fuori dal balcone.
Ostacolato dai miei stessi oggetti, non feci in tempo per vedere dove si fosse infilato. Feci rumore, battetti ogni angolo del balcone ma non trovai più tracce del birbante. Così supposi che fosse saltato giù dal balcone e me ne fossi liberato.
Mi sbagliavo!
Il furbetto si era nascosto sul retro della lavatrice, nel piccolo bagnetto esterno. Tre giorni dopo, l’assenza completa di cibo indebolì il fuggiasco che fu costretto ad uscire allo scoperto per arrendersi. Allora fu per me una vittoria facile. Catturai il topolino chiudendolo una scatola che poi abbandonai in aperta campagna. Non ebbi il coraggio di ucciderlo, anche perché forse era già in via di morire a causa della lunga astinenza dal cibo.
Non vi nascondo che nonostante fosse un topolino, l’empatia mi lascò un sentimento di leggera tristezza.
domenica 5 maggio 2024
La casa del fantasma
In una casa isolata di un piccolo paese, abitava Clara, una donna che aveva delle misteriose visioni.
Si diceva che la casa fosse stata abitata da una qualche anima tormentata che continuava vagare tra le stanze.
Molti anni prima, un uomo di nome Ludovico Tanzi, aveva abitato la casa insieme alla sua giovane moglie, Elisa.
La vita della coppia fu molto combattuta per via di antiche questioni mai risolte tra le famiglie d’origine.
Allora Elisa ebbe un incidente domestico che non fu mai chiaramente
spiegato. La donna morì e Ludovico, devastato dal dolore per l’
improvvisa e inspiegabile perdita, non uscì di casa finì alla sua morte
che giunse poco dopo.
L’uomo fu incapace di accettare la realtà della morte di sua moglie
e così il suo fantasma rimase bloccato tra le mura quella casa.
Da quel giorno, la casa divenne luogo di strane presenze e sinistri
lamenti. Il fantasma di Ludovico vagava tra le stanze in cerca di pace
per la sua anima. Ogni notte si udivano i suoi lamenti e sussurri
disperati, mentre il suo spirito cercava un introvabile conforto.
Clara viveva in quella casa quasi sempre sola con il suo
figlioletto. Suo marito Paolo restava tutta la settimana fuori dal paese
per motivi di lavoro e rientrava soltanto per il weekend.
Di notte Clara sentiva dei rumori spaventosi, assisteva a porte che
si aprivano da sole, oggetti che si animavano, tende che si gonfiavano
come se fossero vele al vento.
In principio, attribuiva quei strani accadimenti alla sua mente,
pensava di essere stata impressionata dall’antica storia della casa.
Temeva di raccontare a suo marito ciò che le capitava per paura di apparire fuori di testa.
Unico sfogo riusciva ad averlo parlandone con la sua amica Teresa
che si manteneva sciettica mentre dava colpe al marito che la lasciava
sempre sola. A parere della sua Amica, le visioni erano causate
dall’insopportabile solitudine.
Nonostante il passare degli anni, la vicenda del Fantasma continuó a
tormentare Clara fino a determinarle una visibile instabilità mentale.
Alla fine, raccontò all’amica che il fantasma era diventato un suo secondo
marito, costringendola ad avere perfino rapporti sessuali come se fosse
materialmente in carne ed ossa.
Ancora oggi Clara vive il suo incubo; ha accettato il suo destino
come vittima predestinata del fantasma, intrappolato nel mondo dei vivi a
causa di una tragedia dimenticata.
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