lunedì 13 novembre 2023

L'informatica deve cambiare


L'informatica deve cambiare vita. Dapprima, svestendosi dei panni di macchina che produce pasticche cognitive, che fa trangugiare senza lasciare il tempo per osservarne l'etichetta della provenienza. 


Successivamente, conquistando il ruolo di compagno di viaggio delle strategie didattiche più avanzate nella scuola: facendosi quaderno elettronico di scrittura di parole, di pensieri, di intuizioni, di dubbi, di fantasie che circolano, per lo più , seminascoste, tra i banchi.

Come dire, un computer che sceglie di dare voce alle "domande" e ai "perchè" degli studenti, abbandonando il ruolo di cassaforte di risposte preconfezionate.  E che si veste dal laboratorio di ricostruzione e di reinvenzione delle conoscenze.

Questo significa aiutare la scuola ad abbandonare la logica dei saperi depositari (nozionistici ed enciclopedici) per dare slancio, ali, agli allievi-aquile perchè possano entrare nei cieli dove brillano comete  come conoscenze generative (che girano coi saperi interdisciplinari) e la cometa delle conoscenze euristiche (che coinvolgono problemi di vita reali, posizioni antidogmatiche, laiche).



Sei Amore


 

 

 

 

 

Nell'apparente silenzio,
ascolto parole mai pronunciate.

Allineato al tuo viso,
mi perdo nello sguardo.

Piacer mio è venir dentro,
attraversare quell'intenso fiume di emozioni che scorre senza sosta.

Non c'è tempo,
nè misura.

Sei donna.

Sei amore.

 

sabato 11 novembre 2023

Duello verbale

 

 
Vi è capitato di partecipare a un colloquio passivo?
Forse è una delle forme di colloqui più usuali.
Nel colloquio passivo si parla di se stessi continuamente.  L’unica variazione che si nota, sta nello scambio dei ruoli tra chi ascolta (in pausa meditativa) e chi parla (in sindrome di egocentrismo).
Lo scambio avviene spesso sfruttando le pause accidentali o le difficoltà espositive di chi detiene il testimone del colloquio. 
Spesso, lo scambio è difficoltoso. Ci sono dei momenti in cui il ruolo di “parlatore” è duplicato. 
Vince (continuando a parlare) chi riesce ad assumere un tono di voce più alto e deciso. Sono commoventi i momenti in cui la voce perdente continua nei suoi tentativi di imporsi.
Alla fine del colloquio i duellanti si allontanano chiedendosi: “Ma di che cosa abbiamo parlato?”.
È stata un’inutile perdita di tempo che ha lasciato come effetti positivi lo sfogo verbale e una decisa voglia di bere (specialmente in estate!).

Il colloquio dovrebbe essere un momento magico in cui due esperienze diverse s’incontrano e colgono l’opportunità di arricchirsi e deliziarsi della vita.
 
L’elettronica dà un meraviglioso esempio.
Due punti a potenziale diverso non vedono l’ora che un filo di rame possa unirli. Se dovesse succedere, si scatenerebbe una corsa di elettroni, forsennata.Tutti correrebbero verso i fratelli protoni, pronti a unirsi a loro per riversare e ricevere la quantità di carica di cui hanno fortemente bisogno. La loro corsa è tanto più forte, quanto più alta è la differenza di tensione che esiste tra di loro. 
È facile intuire che se uno dei due è una fonte inesauribile di energia, il traffico di elettroni continuerà in modo indefinito. Diciamo che tra i due punti c’è corrente continua!

Un colloquio interessante si sviluppa tra persone che possono dare qualcosa in termini d’idee, poiché entrambe si arricchiscono dell’esperienza dell’altro. Ognuno è capace di tirar fuori il meglio dell’altro. L’interesse e l’attenzione sono elementi sempre presenti nel colloquio. La fine del colloquio porta la consapevolezza di aver trascorso un “bel” tempo. I due si lasciano con una stima reciproca accresciuta.

La voglia di bere verrà per brindare alla bellezza della vita! 
 

venerdì 10 novembre 2023

Pensieri in movimento

 

 
Ci sono momenti in cui il chiasso della vita vegetativa di tutti giorni, si attenua. Scende un silenzio interiore che favorisce il pensare. In queste occasioni, la mente è difficile collocarla.
Appare incerta su cosa concentrarsi. Dopo un’instabilità che ha il sapore di un equilibrio d’animo smarrito, si posa su piccole immagini e abbozza pensieri.
Quei pensieri che, come cari amici, vogliono consolarti, quasi a darti qualcosa. Leggeri, inutili, a volte, pretendono solo di farti compagnia. Essi sono con noi, ma vengono da noi come se fossero estranei. Vogliono plagiarci perché sanno ciò che desideriamo e soprattutto, ciò che amiamo.
Questi amici sanno anche che abbiamo molti nemici.
Chi non ha preconcetti, manie o fissazioni?
La personalità umana è un mare di sentimenti arginati da pensieri più o meno profondi. Nei suoi alti fondali giacciono al buio, paure, sofferenze e qualche nave di speranza naufragata. I nostri meravigliosi pensieri si affastellano nella mente e creano il prototipo di ciò che vorremmo. Si assemblano in un numero vertiginoso, se il nostro desiderio e forte. 
Spesso inducono in nostalgia e richiamano quello spirito di rivalsa che ci sorprende in scatti improvvisi. In alcuni casi ci prospettano un’anteprima di ciò che potrebbero raccomandarci.
Le scene che costruiscono ci appaiono reali fino al punto che presumiamo di agire subito secondo una replica di quello che è stato pensato.
Purtroppo, la realtà si determina con altre componenti che tengono conto di svariati fattori, molti di questi, fuori dalla nostra portata.
Soltanto alla fine si capisce che la nostra vita va avanti per approssimazioni successive.
La razionalità rimane tale fino a quando non esce dalla nostra mente.
  

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