venerdì 3 novembre 2023

Imparare continuamente

 

E’ facile abbandonarsi all’abitudine, far parte di un meccanismo che ci fa muovere senza pensare e che, giustificato da puerili motivazioni, fa prosperare l’ozio mentale e celebrare la vita vegetativa.
I ragazzi inconsapevolmente sentono questo pericolo e come tori infuriati, caricano dove vedono rosso. 
Lo sballo del sabato sera, la voglia di farlo “diverso” o comunque, la ricerca dell’eccentricità a tutti i costi, sono i sintomi di questa pulsazione che madre natura ha concesso loro a occhi chiusi.

Per non dubitare di esistere, non basta respirare e mangiare, serve pensare

Purtroppo, le prime due attività si compiono automaticamente e ci fanno arrivare ai cento anni, mentre la terza richiede sforzo, e per qualcuno dura pochi anni.
Pensare, non significa applicarsi intensamente nel lavoro o difendersi evitando rischi e soprusi, le quali sono attività assimilabili al respirare e mangiare, ma chiedere di più alla vita. 

Pensare è staccarsi dal corpo per “vedere” la propria mente dirigersi verso l’altro, creando e curando relazioni vere, sincere e profonde con i propri cari, amici, colleghi, conoscenti. 
Pensare deve essere come l’attività dell’esploratore, cercare il “nuovo” attraverso la ricerca del confine della tua anima con quella di chi, tutti giorni, ti presenta solo un viso da guardare.
Pensare in questo modo ha senso vivere, altrimenti ci si ritrova a far passare il tempo nutrendosi e attendendo quel momento in cui, consapevoli di un corpo che non funziona più, rimaniamo inchiodati su una sedia, inebetiti e, spesso, calpestati nella dignità umana.

Per dar spazio alla mente, è necessario esercitarla alla lettura ed essere vittime della voglia di sapere, del piacere di confrontarsi, della passione di mettersi sempre in gioco, tentando nuove soluzioni, aprendo strade diverse, considerando il punto dove giungiamo sempre transitorio, e infine, possedere certezze del momento e una mente aperta.
Se vi sorprendete a dire “non so che fare!”, preoccupatevene!
Se l’attesa e il rimandare, sono una pratica comune nella vostra vita, preoccupatevene!
Con i mezzi di comunicazione, le risorse a basso costo e la tecnologia a disposizione è un delitto non approfittarne.

Si dovrebbe essere studenti per sempre!

La maggioranza dei giovani darebbe una connotazione negativa alla mia precedente affermazione, e di questo l’istituzione scolastica ha una responsabilità. 
D'altronde, è veramente difficile conciliare l’irruenza giovanile con la metodicità, l’applicazione e la fatica di studiare.
Gli insegnanti hanno poche armi che devono sfruttare al massimo, per far leva sull’interesse e la passione, da usare in modo da incanalare l’energia viva e libera, tipica dell’età della formazione. 

L'eco dei ricordi

 

 
Rientro nei miei silenzi a cercar me stesso.

Sono lontano dal toccare.

Tento di vivere.

Mi rigiro il pensare,
 a scuotere nuove idee.

Trovo soltanto sogni.

Vedo i colori d’un tempo.
Riprovo l’ansia di quelle cieche promesse.
Assaporo la carezza della speranza.

D’un tratto l’anima si fa disegno e inizio a correre.

Or  sono lunghi sentieri verdi.
Or appaiono vecchi lastricati di vie antiche.

Il respiro è grave.
La gioventù è padrona.

Ogni barriera è nascosta da quella signora.

Porta con sé una grande borsa.

Al lento procedere,
attinge e sparge oblio ed illusione.

Sin che un dì, 
gli occhi vedono la grinza pelle sussultare 
alle stanche emozioni
di un cuore che non sa di essere solo. 
 

giovedì 2 novembre 2023

Un Calzolaio in Paradiso


 

Un modesto ciabattino volò in cielo. Il pover’uomo non aveva la cultura profonda con la quale poteva raffigurarsi il Paradiso, così, dall’alto della sua consueta umiltà si ritrovò insieme a moltissime anime in una specie di sala d’attesa. Si trovava in compagnia di illustri personaggi, tra cui, politici, dirigenti di grandi compagnie d’affari, ingegneri di ponti e strade, professori universitari e, addirittura, premi Nobel.
Giorgio, il ciabattino di uno sperduto paese dell’Italia meridionale, sedeva silenzioso in un angoletto della stanza. La timidezza caratteriale aumentava quella distanza reverenziale che lo separava dalle altre anime. Un’anima generosa, notando il suo isolamento, gli si avvicinò e iniziò a parlargli.
Perché sei così silenzioso? Non sei ansioso di entrare in Paradiso?

GIORGIO: Mi vergogno a dirtelo, ma sento molta timidezza per avvicinarmi a Voi.
                                                           
ANIMA: Che cosa ti intimidisce? Noi siamo morti come te?

GIORGIO: Sappi che io sono un umile ciabattino, ho riparato scarpe per tutta la vita, che interesse potrei suscitare?

ANIMA: Giorgio, tutti noi, qui in questa sala, siamo stati raccolti perché Dio crede che ci siamo distinti nel bene per quanto abbiamo fatto da vivi. Ognuno di noi è un maestro nella fede in cui ha operato.

GIORGIO: Temo che ci sia stato un equivoco! 
Tutto quello che ho fatto al meglio è stato nel riparare scarpe vecchie e consumate.

ANIMA: Non credo che Dio si possa sbagliare, se sei qui, significa che lo hai meritato.

GIORGIO: Bontà sua!

ANIMA: Caro Giorgio, affacciati alla finestra della tua vita e guarda che cosa ha pubblicato tua moglie dopo la tua morte.

Giorgio osserva con attenzione il manifesto funebre che pubblica la notizia della sua morte e legge ciò che è riportato sotto il suo nome:
E’ venuto a mancare ai suoi cari
GIORGIO ROSSI
Maestro calzolaio
GIORGIO: Quella mia moglie ha sempre esagerato nel volermi bene e dopo la mia morte mi ha voluto fare un grande regalo di stima e orgoglio.

ANIMA: Hai visto, Giorgio, sei anche tu, nel tuo genere, un maestro e meriti di stare tra i maestri della vita.
 
 

martedì 31 ottobre 2023

Il televisore, ospite fisso in casa

 

 

Molte famiglie trascorrono molto tempo in cucina dove il televisore è quasi sempre accesso. L’apparecchio è un ospite fisso nelle ore di pranzo e cena. Esso è un esperto in tutto; sa trattenere piacevolmente gli spettatori; li tiene puntualmente aggiornati sui fatti che accadono nel mondo. Il suo chiodo fisso è sorprendere sia per scoperte sensazionali, sia per fatti di cronaca: non importa se quest’ultimi sono di tono allegro o triste. I servizi che offrono notizie clamorose, i giornalisti li chiamano scoop.

Ormai non ci fa caso più nessuno … nello spazio di pochi secondi si può passare da un vivace dibatto sulla guerra ad una ammiccante pubblicità di cibo per gatti. Se ti distrai, ti ritrovi a guardare una boccetta di detersivo mentre girava il servizio sulle bombe in Ucraina o su Gaza. 

Credetemi, diventa quasi difficile avere il tempo per preoccuparsi di ciò che succede nel mondo. Quantunque l’ansia ti dovesse prendere è facile che ti passi subito. Le pubblicità sui vari canali hanno raggiunto una sorprendente sincronizzazione che ti disarmano e soccombi decidendo di non cambiare canale.

Anche le scelte pubblicitarie non sono a caso! Vengono trasmesse nei momenti in cui il contesto trasmissivo incentiva meglio lo spettatore.

Non vi dico delle richieste di offerte umanitarie! Sacrosante, per carità! Ma sembra che si adeguino all’inflazione: sono passate dalla richiesta volontaria di qualche euro, fino a giungere a lasciti testamentari, passando per contributi fissi. È vero, le persone bisognose sono tante e i sostegni governativi non bastano più!

L’importante che la televisione ci lasci il rimorso e chissà se non lo compensiamo in altri modi! (Non siate malpensati se indirettamente vi rimando ad una tassa statale che ci obbliga avere il televisore soltanto se in casa abbiamo la luce o possediamo un computer.

Una donna mi diceva che seguiva molto i giochi televisivi dove si vincono tanti soldi. La cosa sorprendente consisteva nel fatto che per partecipare al gioco non serviva nulla! Al diavolo diplomi e lauree … basta solo un po’ di fortuna e ti ritrovi a vivere comodamente in agiatezza la vita che molte persone è durissima. Sorridevo quando quella spettatrice mi confessava che tifava per far perdere la concorrente! Probabilmente, spinta dal sentimento di invidia.

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