mercoledì 18 ottobre 2023

Serena, la bambina che girava per il paradiso


 

Si racconta di una bambina che girava per il Paradiso, ansiosa di scoprire il modo per tornare sulla terra. Il suo comportamento era così straordinario in quel luogo celeste che suscitava dubbi perfino agli angeli circa il suo piacere stesso di essere in paradiso.

Serena era una bimba vivacissima e molto sensibile. Amava scherzare ed era facile che combinasse qualcosa di cui poi farsi perdonare. Soffiava sulle nuvole per spostarle su precise zone della terra. Giocava con gli uccelli invogliandoli a cinguettare continuamente. Agitava le chiome degli alberi per far cascar fiori sui chi voleva lei. Parlava ai pesci, disturbava animali pacifici e si divertiva a correre in modo forsennato intorno agli arcobaleni. 
La sua giornata la trascorreva nei modi più vivaci e imprevedibili.

Il fatto più curioso, che lasciava dubbiosi santi e angeli, consisteva nell’interrompere la sua frenesia per presentarsi puntualmente all’appuntamento di pubblicazione in bacheca dei nuovi arrivi in Paradiso.

In un primo momento, tutti pensavano che fosse l’ansia di leggere il nome della sua mamma tra i nuovi eletti in Paradiso a muovere il suo interesse verso quell’evento. 
Più tardi, si capì che non poteva essere questo il motivo perché accadeva che, dopo aver ripassato velocemente con lo sguardo la lista, correva felice verso la sua casa terrena. Forse non voleva la mamma in Paradiso?
Certamente, tornava a sedersi a quel seggiolino cha aveva tanto torturato durante la sua breve vita. Con le gambe intrecciate e le manine mai ferme, consolidava l’abitudine nel rimanere con lei in silenzio, mentre tutta seriosa si mostrava impegnata in attività che imitavano il mondo degli adulti. Quei suoi modi di fare erano molto comuni quando trascorreva molto tempo in compagnia della mamma.
Il tempo per gli angeli non esiste e per questo si ritrovava a rivivere quei momenti di intimità con la sua famiglia.

-“Mamma, sarò come te, da grande? - esordiva dopo lunghi silenzi –
-“Credo che diventerai una bella ed importante donna.” – rispondeva la mamma con tono serio.
-“Mamma, ma che significa essere importante?”- incalzava la bimba.
-“Essere importanti significa essere rispettati e amati” – precisava la mamma.
-“Devo imparare qualcosa per diventare importante?” – il colloquio si allungava.

-“Devi essere semplicemente te stessa e amare i tuoi cari, i tuoi amici, i tuoi vicini, i tuoi conoscenti.”

-“Non è poi così difficile farlo. Allora, sarò importante! Però, dimmi come mi potrò accorgere di essere diventata importante?” – continuava a domandare mentre era tutta intenta ad ascoltare la risposta della mamma.

-“Ogni volta che si compie una buona azione una stella nel cielo si accende e  il tuo buon umore ti spinge a sorridere e a gioire delle cose più semplici e belle della vita.” - rispose la mamma con un tono più caldo.
 
Al colloquio seguivano spesso lunghe pause che servivano alla piccola per riflettere e completare le sue faccende. Ora, il piccolo angelo vive nel cuore della sua mamma e vuole essere importante, in devozione alla promessa ricevuta. 
Sa che deve amare il mondo, sa anche quanto sia grande l’amore della sua mamma. 
Questo amore è così grande da rendere importanti tutti coloro che in dolcezza e serenità di cuore a lei si avvicinano.
La piccola anima, pazientemente, attende di scoprire il sorriso della sua mamma rivolto verso tutti i bambini del mondo, come se fossero i suoi fratelli, fiduciosa di vederla gioire per avere dato loro conforto. 
Anche gli umili, gli sfortunati, i poveri della terra parteciperanno alla sua gara d’amore. Un giorno tutte queste anime, ritrovandole in Paradiso, racconteranno della sua mamma e di come sia diventata importante.
Nel cielo le stelle, brillanti, si conteranno all’infinito e illumineranno la notte  a giorno.  Ci saranno baci, abbracci e scintille d'emozioni ovunque.

In attesa della grande festa del cuore, ogni abitante della terra che vuole essere importante sulla via dell'amore, illumini le sua casa con luci vivide e colorate, in segno di una speranza da mantenere sempre viva.
    

martedì 17 ottobre 2023

Il bacio di Giuda

 

 

Un uomo allevò un vitello, lo fece crescere e poi lo vendette all'arena per le corride.
Nel giorno i cui il suo toro doveva essere protagonista, partecipò come spettatore allo spettacolo, scegliendo un posto in prima fila.

Quando il toro fu nell'arena, ferito, sanguinante e non potendo più resistere, si accorse che il suo proprietario era lì e, disperato, corse da lui per chiedere aiuto. Lo fissò con lo sguardo e attese il suo intervento.

L'uomo scese nell'arena e baciò il toro prima che il toreador lo uccidesse senza pietà, al clamore del pubblico.

Vestendo i panni del toro, dovremmo ammettere che non esiste mostro più grande dell'uomo. 

Nessun animale è così corrotto, avido, freddo, spietato, come può essere l'evoluto umano.

Forse, il bacio di Giuda è stato meno crudele.

Quanto conosco?


 

A scuola abbiamo imparato tantissime nozioni; abbiamo appreso concetti, significati e valori che ci hanno strutturato il pensare; ci hanno permesso di organizzare il pensiero secondo una logica utile per comunicare. 

Spesso ci viene in mente una domanda. Se dovessi fornire una misura del mio sapere, come potrei conoscere la quantità del mio sapere?

La sensazione comune è quella che ciò che potremmo sapere, è molto maggiore di quello che sappiamo, ma poiché non ci appare chiaro quello che sappiamo, ci troviamo di fronte ad una percentuale ricavata dalla divisione di un numero piccolo con uno grandissimo. 

Ovviamente, il risultato ci fa sentire molto imbarazzati. 

Il numero insignificante che viene fuori dalla precedente divisione, diventa gigantesco se lo confrontiamo con quello ottenibile (in modo presunto) dall’elaborazione effettuata sul nostro vicino/amico/collega.

La differenza tra quantità piccolissime rende uno di noi sapiente rispetto all’altro. Se tale differenza è sostenuta da titoli culturali e si riversa in libri/riviste/conferenze, si ufficializza tale sapienza e diventa scienza. 

L’applicazione del sapere si chiama lavoro. 

Un lavoro produce beni e/o servizi per altri uomini.

L’uomo che lavora ottiene gratificazioni materiali e morali.

Immaginate quanta più felicità ci sarebbe sulla terra, se la quantità di sapere sparsa su tutta l’umanità aumentasse di una quantità se pur minima.

lunedì 16 ottobre 2023

Antonio vuole capire l'arte

opera di Silvia Senna

 

Ieri Andrea casualmente incontrò Antonio. L’argomento sull’arte pittorica lo aveva scosso. Probabilmente, quel mondo completamente estraneo nei suoi pensieri aveva toccato la sua sensibilità. Non perse occasione per riprendere il discorso con Andrea.

-“Andrea, sai, ho sognato quelle figure confuse dei quadri dell’amica tua.” Iniziò cosi, Antonio.

-“Ti riferisci ai quadri della pittrice Silvia Senna?”

-“Certo, chi altri conosco!”

-“Quell’opera deve averti scosso così tanto da portarla nei sogni?”

-“Succede così quando non comprendo bene la questione.”

-“Antonio, comprendere un’opera d’arte non è facile! Chi non è abituato si affida agli occhi e a ciò che il pensiero comune suggerisce come bello.”

-“Ora non capisco neanche te!” ammise sconsolato Antonio.

-“Ti faccio un esempio. Sai riconoscere una bella donna?”

-“Ma che domande mi fai? È ovvio che sì!”

-“Ebbene, per esserne così sicuro tu ti affidi a ciò che vedi. E cioè, un viso da angelo e magari un corpo da Miss Italia! Con questi elementi, riconoscibili da tutti, puoi senz’altro affermare di aver visto una bella donna! Per l’arte non funziona così!”

-“Allora dimmi come?” Antonio si senti quasi impedito a capire.

-“Antonio, ti avevo detto prima che non è facile perché intervengono molte componenti e non tutte disponibili nello stato dell’essere di una persona.”

-“Mi fai preoccupare! Dimmi che cosa serve … magari cerco di adeguarmi!” Antonio tentò una leggera ironia poiché già immaginava ciò che Andrea intendesse.

-“Antonio, lo stato dell’essere a cui mi riferisco non si acquisisce dall’oggi al domani, non si rimedia con la disinvoltura di chi si procura qualcosa. La maturità in questo campo ha bisogno di tanta sensibilità interiore che si acquisisce dopo un fortunato e lungo percorso educativo.”

-“Questo significa che gli ignoranti come me non possono ambire ai piaceri dell’arte?” Antonio si mostrò quasi risentito.

-“Beh, non è proprio così. La cultura rappresenta la via più sicura per giungere alla sensibilità di cui parlo. Per fortuna, non è l’unica strada. Esistono persone che non hanno frequentato grandi scuole, però per la sana educazione ricevuta, per la saggezza acquisita nel condurre una vita sostenuta da valori morali, hanno aperto la via all’essere speciali. La loro sensibilità si è formata in seguito a esperienze dure e a volte, drammatiche. Quindi davanti ad un’opera d’arte loro non ragionano molto, ma si lasciano trasportare da un “sentire” interiore con il quale apprezzano e catturano il messaggio di “cuore” che l’artista trasmette.”

-“Mi spiego solo ora, quel sentimento di paura che mi ha colto nel sogno. Avevo un senso di piacere nel guardare quel quadro ma nello stesso tempo temevo su cosa potesse realmente rappresentare.” Antonio rispose alle spiegazioni di Andrea.

-“Nota, Antonio, Tu hai immaginato il terremoto vedendo quel quadro. Hai avuto paura del terremoto, ma non lo hai visto con gli occhi … lo hai ricavato con la tua sensibilità. Vedi, questo è il miracolo che fa l’arte: ti esalta in quello che tu desideri o che temi.”

-“Grazie, Andrea … mi hai fatto dimenticare di essere ignorante.”

-“Consolati, Antonio … in misura diversa, siamo tutti ignoranti!”

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