domenica 27 agosto 2023

Il valore della riflessione

 

 
Specchiarsi in se stessi e rivedersi in un mondo meraviglioso, dipinto con i sentimenti e comandato dalle emozioni, è un’attività considerata strana e per questo, da rilegarla alla propria intimità.

In questo mondo, ogni parola è muta ma tutto intorno vive. Vestiamo di ciò che nessuna parola potrebbe descrivere. 

Esattamente come il pianto di bambino che riempie l’esistenza di una mamma alla quale egli tutto racconta, nell'eterna legge della vita. Spesso ci sorprendiamo nel prendere consapevolezza di vivere in modi estranei a noi stessi, assunti passivamente e dei quali vorremmo liberarcene. 

Siamo irrazionalmente convinti che il nostro esistere non può limitarsi al necessario e al logico; siamo fortemente convinti che possiamo prendere di più da questa nostra vita; siamo convinti di poter sperimentare una consapevolezza chiusa in uno scrigno interiore mai aperto. 

Diventa tutto magico, ci si vede in controluce e come sospesi in arcobaleni di mille colori, si vola a cavallo della fantasia, dove il pensiero dolce è il padrone. Si muovono i confini poiché regole e convenzioni non esistono. Essi inglobano tutto ciò che la mente ha scartato e ha etichettato come inutile, sciocco.

È sciocco o inutile ragionare del lato buio della luna? Tutto ciò che non si vede con la mente, è lì ad attendere pazientemente, come un dono riposto. 

È bello farsi prendere da quell’esplosione interiore che tutto avvolge. 

La riflessione è il filo di Arianna che potremmo usare per non girare a vuoto nel labirinto della nostra esistenza. 

sabato 26 agosto 2023

Le mani in tasca (di Fabio Squeo)


Camminavo con le mani nella tasca
tra le ombrate voci della gente.


Ci amalgamiamo bene
nell’oblio dei monumenti
mentre le città
in codice rosso
insistono


tra l’essere e il nulla
tra la speranza e la malattia
tra l’arroganza e lo scherno.


Intanto resto con le mani nascoste
infangate di poesia
per difendere l’ironia
dai presagi della mente

che non avvertono ormai
più alcun sapore. 


by Fabio Squeo - @-Inedito 2014-All rights reserved

venerdì 25 agosto 2023

Chi è buono non sceglie di esserlo

 

 
Non è vero che essere troppo buoni ci si rimette!!
Potrei concedere, al massimo, che ..... si prendono posizioni scomode!!!

Essere buoni* non è una scelta!

Quando ci si mostra tali, significa che si vorrebbe diventare buoni!

Quando si è buoni, ci si mostra drogati in positivo.....  drogati di bontà.

Buoni inconsapevoli sono i Santi e che per nostra sfortuna, non sanno di esserlo.

Un Santo, ragionevolmente parlando, per quale motivo dovrebbe far miracoli?

Per compierli, dovrebbe scegliere di volerli fare! Egli, però, è così beato in sé che non vede altro se non soltanto la bontà negl’altri per cui non "decide" e non sceglie di adoperarsi soltanto perchè stimolato dalla preghiera. Egli ama!

Daresti da bere a chi credi che abbia bevuto tanto?
Verseresti acqua in un bicchiere, se credi di vederlo pieno fino all’orlo?

Il problema di chi è veramente buono è che non sa di esserlo, né prova fatica per mostrarsi così e quindi non ha l'opzione di scegliere di essere buono in quanto non ha altra alternativa.
 

*Essere buoni è ben più che essere generosi, premurosi o gentili. La bontà, infatti, è una delle migliori capacità interpersonali, oltre che un valore psicologico che genera benessere in chi la pratica. 

 

giovedì 24 agosto 2023

Io sono il mio pensiero (ETT spiega)

 


ETT: Supponi che un uomo nasca cieco, in che modo potresti descrivergli il rosso? Quali argomenti useresti per fargli intendere la differenza tra il rosso e il giallo?

LUIGI: Secondo questo ragionamento, il mio rosso potrebbe non essere rosso?

ETT: Direi che il tuo rosso è il colore che ti è stato qualificato come tale; non importa se poi sia o no il “rosso” di tutti.

LUIGI: Non sono in grado di smentirti e non riesco nemmeno ad immaginarmi un pensiero senza un corpo da dove si è originato. Noi umani ci riferiamo all’anima quando vogliamo trascendere dal corpo.

ETT: Allora, ti sarà più facile pensare all’anima come un insieme di pensieri caratterizzati. Poiché, quando parli dell’anima, implicitamente ti riferisci alla persona a cui essa appartiene.

LUIGI: Certamente, perché ogni persona possiede un’anima!

ETT: Se ammetti quindi che il pensiero possa caratterizzare un’anima e che questa possa separarsi dal corpo, devi necessariamente convenire sul fatto che il pensiero può isolarsi dalla materia e rimanere espressione di un essere umano.

LUIGI: La tua logica mi prende per mano! Dimmi, però, dove vuoi portarmi?

ETT: Tento semplicemente di giustificarmi alla tua ragione quando affermo che noi extraterrestri possiamo essere ovunque a nostro piacimento. Essendo “pensieri”, non abbiamo peso, né limiti nel tempo e nello spazio.

LUIGI: Molti miei simili dicono di avervi visto e addirittura incontrati; come spieghi questo?

ETT: Questo non dovrebbe sorprenderti, visto che noi due colloquiamo tranquillamente già da molto tempo. In ogni caso, voi umani siete molto fantasiosi nel raccontare storie che sollevano scalpore. Credo che uno dei vostri piaceri è quello di cercare di impressionare, provando anche ad andare oltre le vostre convinzioni o le reali situazioni.
Ma non voglio dilungarmi su questo aspetto di noi extraterrestri.Voglio invece, stimolare la riflessione sull’idea che un pensiero possa esistere da solo e non abbia bisogno di un cervello da cui emergere.

LUIGI: Sono disorientato!

ETT: Prova a battere le mani.

LUIGI: Non ti seguo, però ti accontento.

ETT: Hai fatto rumore, vero?

LUIGI: Sì, certo!

ETT: Dov’era il rumore prima che tu battessi le mani? Dov’è ora mentre hai smesso di battere?

LUIGI: Non vedo il nesso logico con il pensiero.

ETT: Il pensiero è tale quando lo esprimi. Un attimo dopo, quando la mente si occupa d’altro, quello stesso pensiero non c’è più; ma non per questo puoi dire che non esiste.
Pertanto, tutto ciò che non si lega alla materia non puoi dire che non esiste.

LUIGI: Infatti, la materia (il corpo) è la prova tangibile del nostro esistere. Se gli umani possono pensare, lo devono al proprio cervello. I pensieri esistono fino a quando il cervello ha facoltà di generarli o richiamarli, in alternativa abbiamo la scrittura che consente al pensiero di continuare ad esistere in altri cervelli.

ETT: Allora, Luigi, se tu sei frutto del tuo cervello, allora non avrei più bisogno di parlare con te; mi basterebbe trafugare la tua massa cerebrale e stimolarla a generare pensieri. In realtà, oltre la materia c’è di più!
Ogni pensiero, come il rumore, è una frequenza, un’armonia, un messaggero di un esistere in sé. 
 

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