sabato 17 maggio 2025

Il mentalismo: filosofia di vita

 

Viviamo in un mondo governato da risultati tangibili: il successo si misura in base a risultati, azioni e risultati. Ma sotto ogni successo o fallimento visibile, ogni realizzazione o delusione, c'è una fonte nascosta ma potente: i tuoi pensieri.

L'antica filosofia del mentalismo ci insegna una profonda verità: 

"Tutto è Mente; l'universo è mentale".

Ma cosa significa in pratica e come plasma la persona che diventiamo?

Il mentalismo afferma che l'universo stesso è fondamentalmente mentale: la tua realtà è plasmata direttamente dalla tua coscienza. Ogni aspetto della tua vita attuale – relazioni, carriera, felicità, difficoltà – è un riflesso dei tuoi pensieri e delle tue convinzioni persistenti. I pensieri non sono passivi, fugaci sprazzi di immaginazione; sono semi attivi e potenti che danno origine alla tua intera realtà.

Capire questo ti dà un enorme potere. Non sei semplicemente un prodotto del tuo ambiente o delle tue circostanze. Piuttosto, stai continuamente plasmando il tuo ambiente attraverso la qualità e la direzione dei tuoi pensieri. I pensieri diventano azioni: scegli con uno scopo

I tuoi pensieri non sono un dialogo interiore innocuo. Ogni pensiero porta inevitabilmente a un'azione, sottile o significativa.

Per esempio:Un pensiero di paura ("Non sono abbastanza bravo") porta a esitazione, procrastinazione e opportunità perse.

Un pensiero di potenza ("Posso farcela") porta ad azioni sicure, crescita e successo.

Quando coltivi costantemente pensieri di potenza, intraprendi naturalmente azioni potenti. Al contrario, i pensieri negativi causano paralisi, evitazioni e stagnazione. Pertanto, ogni pensiero è una scelta cruciale che stai facendo riguardo alle tue azioni future.

Le azioni, se ripetute con costanza, diventano abitudini. Le abitudini sono incredibilmente potenti: ti guidano senza sforzo attraverso la giornata, definendo chi sei.

Considera come le tue abitudini riflettono i tuoi schemi di pensiero interiori. Queste possono essere positive (esercizio fisico quotidiano, apprendimento regolare) o negative (procrastinazione, auto-sabotaggio, comportamenti malsani).

Per cambiare davvero la tua vita, devi prima affrontare i pensieri che alimentano le tue abitudini. Una nuova abitudine inizia sempre con un singolo pensiero che ti dà forza, ripetuto e messo in pratica nel tempo.

Le abitudini diventano identità: sei ciò che pensi e fai ripetutamente

Alla fine, le abitudini si consolidano in identità. La tua identità è semplicemente ciò che credi di essere, in base alle tue azioni ripetute e ai pensieri rafforzati. La tua mente non si limita a plasmare la realtà; definisce chi diventi:

Se pratichi ripetutamente la fiducia in te stesso, diventi sicuro di te.

Se pratichi ripetutamente la gentilezza, diventi gentile.

Se ti concentri ripetutamente sul successo e sull'abbondanza, incarni naturalmente queste qualità.

Non sei definito dal caso, ma da pensieri coerenti e azioni allineate, che trasformano la tua identità nel tempo.

La tua identità determina la vita che crei. Chi diventi determina le tue relazioni, la tua carriera, la tua ricchezza, il tuo benessere e, in definitiva, il tuo destino. Tutto ciò che diventi inizia come un seme: un pensiero che, una volta coltivato, diventa azione, abitudine, identità e, infine, il tuo destino.

Ecco la progressione:

Pensieri → Azioni → Abitudini → Identità → Destino

Quando comprendi profondamente questa sequenza, capisci perché il Mentalismo enfatizza la gestione della mente con urgenza e cura. Osservare i propri pensieri non è solo un buon consiglio, è una saggezza essenziale per plasmare consapevolmente la propria vita.

 La tua mente è la tua vita

Scegli i pensieri intenzionalmente, agisci con uno scopo, forma abitudini responsabilizzanti e abbraccia un'identità forte. Applicando consapevolmente il principio del mentalismo, sbloccherai il potenziale per creare la tua realtà ideale.

I tuoi pensieri ti definiscono. La tua identità plasma il tuo destino.

La tua vita è in gioco e il potere di coltivarla nel modo migliore è interamente tuo.

venerdì 16 maggio 2025

Costretti a sopravvivere


L’animo umano è complesso, tentare una sortita conoscitiva è un’esperienza affascinante che non crea nessun precedente.

Illustri psicologi si sono avventurati e hanno catturato qualche teoria interessante, ma hanno tirato fuori solo idee discutibili, anzi, hanno gettato benzina su un fuoco che già era parte di un incendio.

Un dato certo esiste. Ognuno di noi nascendo è costretto a sopravvivere.

Questa incombenza è un macigno che ci portiamo sulle spalle e che ci impedisce di guardarci attorno. Non riusciamo, per la fatica, nemmeno a guardarci fra noi, poiché rimaniamo paralizzati dalla diffidenza.

Solo parvenze di intimità ci leniscono il dolore di una solitudine voluta da una natura, di cui facciamo parte, ma non ne siamo padroni.

La coscienza di una vita che dovrà terminare ci forza il pensiero della morte.

Il crudele automatismo si innesca così: “Sono cosciente di dover morire e mi affanno a rimandare quel momento, occupando il tempo a trovare il sistema migliore per ritardarlo”. Alla fine del percorso molti si rendono conto che hanno rincorso la propria coda, consumando il prezioso tempo vita.

Mi ricorda la storia di un cane che, lasciato solo per intere giornate, al rientro del suo padrone, iniziava a rincorrere la propria coda impedendo al padrone di accarezzarlo.

Vi apparirà evidente che il cane divorato dall’ansia di rivedere il proprio padrone, chiedeva a se stesso di consumare un piacere per troppo tempo rimandato. Il meccanismo psicologico adottato dal cane ha funzionato in assenza del padrone, ma non gli ha consentito di raggiungere lo scopo per il quale il meccanismo era stato costruito.

In altre parole, il surrogato di un piacere ha fatto in modo che si sia dimenticato il vero piacere.

È verosimile pensare che, conducendo una vita in cui sbarcare il lunario ci impegna, diventi inevitabile posticipare o a non occuparci mai di questioni più vicine alla sfera umana.

Ed ecco che l’età e la cultura intervengono come bastone e carota per il povero uomo.

L’età, mentre avanza, ti costringe a sentire sempre più forte il peso del macigno e ti fa sperimentare a piccoli passi che cosa significa morire.

La cultura, come una droga, ti fa dimenticare il peso del macigno e abbassa la sensibilità alla stanchezza, sebbene a intervalli di tempo ti illuda di essere così speciale nell’universo fino a far apparire la morte come un’antipatica sosta o un angusto passaggio della natura.

Chi di noi è positivo al test della cultura è dominato dal super-IO (Freud e Nietzsche, mi perdonino) e pensa che grazie alla propria capacità di astrazione, di essere in grado di sopportare quell’antipatico passaggio senza rovinarsi i tratti finali della vita.

Allo sfortunato utente del proprio corpo, quel passaggio è durissimo. Solo la religione e il mistero potranno aiutarlo, poiché in questi sentieri non c’è bisogno di ragionare; basta la fede e la speranza.


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