martedì 30 gennaio 2024

Esiste l'anima?

 

Chi non crede all'esistenza dell'anima, considera il sistema “uomo” come una semplice manifestazione di un prodotto biologico. Egli esiste soltanto alla presenza di un corpo che metabolizza. Tutte le idee che portano a una filosofia dell’essere, rappresentano una decantazione del placebo, tanto illusorio, quanto inutile. La morte corporea chiude qualsiasi discussione sull'essere che non è più. Nessuna comunicazione è possibile tra due mondi che non sono né alternativi, né paragonabili. Tanta forza e convinzione sprigionano l’amor proprio, al punto da trasformare l’illusione in una certezza.

Veniva da tanto lontano un uomo che non conosceva il nostro mondo. Le sue idee erano certe, oggettive e prive di colore sentimentale. Parlava con lo stesso stile con tutti, senza preferenze o simpatia e antipatia. Non conosceva la rabbia, l’impazienza, l’ansia, le malattie. Non aveva bisogno di mangiare e nemmeno di dormire. Se non fosse perché era in grado di esprimersi, dialogare e mantenere una logica riconoscibile, avremmo avuto dubbi sulla sua identità di “uomo”. Non facendo caso allo strano portamento di quest’uomo, un viandante gli si avvicinò e cominciò a parlargli.

Il colloquio che seguì fu semplice, appagante e del tutto diverso da quello che tentava con i suoi amici e conoscenti. Il fatto che maggiormente colpì, fu il distacco emotivo che traspariva in modo chiaro.

Il viandante, incuriosito da tale proprietà, invidiò il grande equilibrio interiore dello sconosciuto. Mosso dalla voglia di conoscere il suo segreto lo interrogò. La risposta, in linea con quanto aveva già ascoltato, lo lasciò attonito:

“Io non devo nutrirmi per assecondare il mio corpo che invecchia. La mia anima non piange per il tempo che passa. I tuoi occhi, le tue orecchie, la tua mente sono troppo occupati perché leniscano le sofferenze della tua breve esistenza. Ti prometto che fra non molto capirai il senso ultimo di queste mie parole”.

 

lunedì 29 gennaio 2024

Sintomi di volontà

 

Si sa che ognuno di noi vuole fortemente ciò che non ha o che non ha mai avuto, per cui l’energia che sviluppa per rincorrere l’oggetto ambito è direttamente proporzionale al livello del dolore provocato dalla sua mancanza.

Per esempio, l’affamato in cima ai suoi pensieri pone costantemente il cibo e tenta di procurarlo nella misura in cui i morsi della fame lo torturano.

Questo è un bisogno irrinunciabile, per cui la forza che sviluppa nella ricerca del cibo è enorme. Inoltre, dando per scontato che del cibo ha diritto, capacità, possibilità di procurarselo, non mostra nessuna incertezza nello slancio assunto per il raggiungimento dell’obiettivo. L’affamato ha molta considerazione istintiva di se stesso, la sua esigenza non è una scelta, è una necessità, quindi sposterà le montagne se sarà necessario per andare dritto e deciso sulla meta.L’affamato vuole risolvere un problema materiale legato alla sua alimentazione.

Il timido, l’arrogante, il presuntuoso, il vanitoso e tanti altri casi legati alla psicologia, ha lo stesso tipo di problema.

Tutti vogliono qualcosa.

Vogliono evitare il dolore!

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