venerdì 3 novembre 2023

L'eco dei ricordi

 

 
Rientro nei miei silenzi a cercar me stesso.

Sono lontano dal toccare.

Tento di vivere.

Mi rigiro il pensare,
 a scuotere nuove idee.

Trovo soltanto sogni.

Vedo i colori d’un tempo.
Riprovo l’ansia di quelle cieche promesse.
Assaporo la carezza della speranza.

D’un tratto l’anima si fa disegno e inizio a correre.

Or  sono lunghi sentieri verdi.
Or appaiono vecchi lastricati di vie antiche.

Il respiro è grave.
La gioventù è padrona.

Ogni barriera è nascosta da quella signora.

Porta con sé una grande borsa.

Al lento procedere,
attinge e sparge oblio ed illusione.

Sin che un dì, 
gli occhi vedono la grinza pelle sussultare 
alle stanche emozioni
di un cuore che non sa di essere solo. 
 

giovedì 2 novembre 2023

Un Calzolaio in Paradiso


 

Un modesto ciabattino volò in cielo. Il pover’uomo non aveva la cultura profonda con la quale poteva raffigurarsi il Paradiso, così, dall’alto della sua consueta umiltà si ritrovò insieme a moltissime anime in una specie di sala d’attesa. Si trovava in compagnia di illustri personaggi, tra cui, politici, dirigenti di grandi compagnie d’affari, ingegneri di ponti e strade, professori universitari e, addirittura, premi Nobel.
Giorgio, il ciabattino di uno sperduto paese dell’Italia meridionale, sedeva silenzioso in un angoletto della stanza. La timidezza caratteriale aumentava quella distanza reverenziale che lo separava dalle altre anime. Un’anima generosa, notando il suo isolamento, gli si avvicinò e iniziò a parlargli.
Perché sei così silenzioso? Non sei ansioso di entrare in Paradiso?

GIORGIO: Mi vergogno a dirtelo, ma sento molta timidezza per avvicinarmi a Voi.
                                                           
ANIMA: Che cosa ti intimidisce? Noi siamo morti come te?

GIORGIO: Sappi che io sono un umile ciabattino, ho riparato scarpe per tutta la vita, che interesse potrei suscitare?

ANIMA: Giorgio, tutti noi, qui in questa sala, siamo stati raccolti perché Dio crede che ci siamo distinti nel bene per quanto abbiamo fatto da vivi. Ognuno di noi è un maestro nella fede in cui ha operato.

GIORGIO: Temo che ci sia stato un equivoco! 
Tutto quello che ho fatto al meglio è stato nel riparare scarpe vecchie e consumate.

ANIMA: Non credo che Dio si possa sbagliare, se sei qui, significa che lo hai meritato.

GIORGIO: Bontà sua!

ANIMA: Caro Giorgio, affacciati alla finestra della tua vita e guarda che cosa ha pubblicato tua moglie dopo la tua morte.

Giorgio osserva con attenzione il manifesto funebre che pubblica la notizia della sua morte e legge ciò che è riportato sotto il suo nome:
E’ venuto a mancare ai suoi cari
GIORGIO ROSSI
Maestro calzolaio
GIORGIO: Quella mia moglie ha sempre esagerato nel volermi bene e dopo la mia morte mi ha voluto fare un grande regalo di stima e orgoglio.

ANIMA: Hai visto, Giorgio, sei anche tu, nel tuo genere, un maestro e meriti di stare tra i maestri della vita.
 
 

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