Imparare a scrivere è sicuramente difficile. Tra le diverse abilità
linguistiche (cioè parlare, leggere, comprendere e scrivere) lo
scrivere è sicuramente la più complessa, anche perché come ricorda un vecchio
proverbio latino, lo scritto rimane! Nella società di oggi si
scrive sempre meno e si parla sempre di più al telefonino. E’ una società
frenetica (cioè veloce) dove si mandano messaggi (sms) o e-mail e la
forma, la punteggiatura non sono sempre corrette.
Nello scrivere, ci sono delle regole che devono essere rispettate, altrimenti
si possono commettere (cioè fare) degli errori. Oggi parlerò di un aspetto
della scrittura: la punteggiatura, cioè dei segni che si usano
per creare pause, separare, evidenziare le frasi.
Inizia ora a conoscere i segni ortografici e d’interruzione della lingua
italiana:
La virgola (,) si usa:
- per esprimere una pausa breve e per dividere le frasi di un periodo, per
esempio: Luca corre sempre da solo, si allena per un’ora.
- per separare parole o gruppi di parole all’interno di una frase, per
esempio: Mangio mele, pere, banane, prugne.
- dopo un vocativo, per esempio: San Francesco, ascolta la mia preghiera.
- dopo un inciso (cioè, una frase che si inserisce e resta indipendente), per
esempio: Oggi, essendo il tempo brutto, rimango a casa.
- dopo una apposizione (cioè un sostantivo che si aggiunge ad un altro per
spiegarlo meglio), per esempio:
Giulio Cesare, re di Roma, è stato assassinato.
La virgola non si mette mai:
- tra soggetto e verbo, per esempio: Massimo legge un libro.
- tra verbo e complemento oggetto, per esempio: Io bevo il vino.
- tra un nome e il suo aggettivo, per esempio: Ho mangiato una buona
pizza.
I due punti (:) si usano:
- per riferire un discorso diretto, per esempio: Franco ha
risposto: “Ora, preferisco leggere un libro”.
- per introdurre un elenco, per esempio: Sono arrivati: Marco, Caterina,
Riccardo.
- per introdurre una spiegazione, per esempio: Il risultato di tutto ciò è:
E=mc2
Il punto e virgola (;) si usa:
- per una pausa maggiore della virgola e una minore del punto, per esempio: Bevo
sempre molta acqua; sento che mi fa bene.
Il punto (.) Indica una pausa, si mette alla fine di un
periodo. Dopo il punto ci vuole la lettera maiuscola. Se dopo il punto si
cambia argomento, si va a capo (cioè si inizia la frase in un’altra riga). Il
punto si può usare anche nelle sigle (N.A.T.O.) e nelle
abbreviazioni (Prof.)
Il punto esclamativo (!) si usa per evidenziare meraviglia, o
una certa emozione, per esempio: Che bella sorpresa!
Il punto interrogativo (?) si utilizza alla fine di una
domanda diretta, per esempio: Che ore sono?
I puntini di sospensione (…) lasciano qualcosa in sospeso,
qualcosa che non si può o non si vuole dire. I puntini di sospensione
sono tre, per esempio: Domani ci vediamo, vedrai …
Le lineette (- -) isolano una frase o in alcuni casi
sostituiscono le virgolette nel discorso diretto, per esempio: Non voglio
mangiare – ha detto Luca - e poi è andato via.
Le virgolette alte (“ ”) o basse (< > )
- aprono e concludono un discorso quando è in forma diretta, per esempio: Antonio
dice: “quando sto male, preferisco digiunare”.
- si usano anche per riportare citazioni: < Nella rinuncia di ciò che
abbiamo, otteniamo l’unica cosa che ci appartiene: noi stessi>, Franz
Grillparzer
- per indicare titoli, per esempio: Manzoni ha scritto “I promessi
sposi”.
Il trattino (-) si usa per indicare la divisione sillabica
quando si va a capo (cioè si cambia riga senza aver finito di scrivere la
parola) o si usa per unire due elementi di una parola composta, per esempio: L’alleanza
italo – tedesca.
Le parentesi tonde ( ) si utilizzano per racchiudere un
inciso, una spiegazione, un osservazione o frase che interrompono in una certa
maniera il discorso ma aggiungono informazioni alla frase, per esempio: Mi
piace mangiare (mai da solo) nei ristoranti economici.