martedì 19 agosto 2025

Elaborare il dolore

 

A volte siamo troppo umani, ci lasciamo prendere da un’infinita tristezza e in casi estremi anche da rabbia e violenza, perdendo cuore e ragione, in situazioni che meriterebbero una migliore gestione delle emozioni, ma che finiscono per portare altri dispiaceri. 

Ne abbiamo prova dalle notizie che scorrono in TV: coppie che si separano in tragedia, atti insensati negli ospedali, reazioni spropositate in diversi ambiti sociali. In questi casi, sembrerebbe che reagire forsennatamente sia causato da un virus che colpisce l’anima e che attanaglia sentimenti, nati puri e poi trasformati in ossessioni.

Dolore, tristezza e lutto sono emozioni che accompagnano il cuore infranto, che si tratti di una relazione, della perdita di una persona cara o di una profonda delusione da parte di qualcuno da cui meno te l'aspetti; Il dolore può far annegare in un oceano di lacrime o può spingere a commettere atti sconsiderati senza quasi rendersene conto.

Va bene concedersi di provare le emozioni che accompagnano la rottura di una relazione sentimentale o la perdita di una persona cara, perché è bene lasciarsi elaborare il dolore, piuttosto che cercare di reprimerlo o sforzarsi di soffocarlo.

È quasi sempre bene prendersi del tempo per elaborare il lutto e, se possibile, piangere per alleviare le emozioni oppure contare sul conforto delle persone care.

Occorre tenere in mente che la guarigione richiede tempo, bisogna essere pazienti con sé stessi e non farsi pressione per superare il trauma emotivo in fretta. 

Con il tempo, il supporto e la cura di sé, il cuore spezzato guarirà in men che non si dica. Inoltre, è da tener conto che non si è mai soli nel proprio dolore e che tante altre persone hanno attraversato la medesima situazione di sconforto e alla fine, ne sono uscite più forti. 

Occorre, quindi, fidarsi che i giorni migliori arriveranno.

lunedì 18 agosto 2025

Scopri chi sei

 

"Dimmi di più su di te." 

Se ti facessi questa domanda, quale sarebbe la tua risposta? Descriveresti cosa fai o parleresti di chi sei?
Pochissime persone si prendono davvero il tempo di conoscere se stesse. Trascorrono la vita inseguendo costantemente cose: denaro, prestigio, comodità, piacere. In questa ricerca, in genere trascurano il loro io interiore e ciò di cui potrebbero aver veramente bisogno.

C'è un grande potere nel conoscere se stessi e nel vivere autenticamente. 

In un mondo pieno di tendenze e classificazioni forzate, la capacità di essere pienamente se stessi è indispensabile. 

Anche Socrate lo disse millenni fa: "Conoscere se stessi è l'inizio della saggezza".

Cosa significa conoscere se stessi?

Conoscere se stessi significa semplicemente capire chi sei, cosa ti piace e cosa non ti piace, i tuoi punti di forza e di debolezza e cosa è importante per te. Si tratta di essere consapevoli dei propri pensieri, sentimenti e motivazioni, il che ti aiuta a fare scelte migliori e a vivere una vita più autentica e appagante.
Per conoscere te stesso, devi essere consapevole di te stesso. Ogni pensiero, azione o emozione è un'indicazione di una parte di te. Per ogni situazione in cui ti trovi, non importa quanto grande o piccola, chiediti il perché.
L'obiettivo non è criticarti, ma riconoscere le diverse parti di te stesso, sia quelle buone che quelle cattive. Ecco perché è importante essere onesti e disposti ad aprirsi a tutto ciò che puoi imparare. Da questo, puoi iniziare ad apportare modifiche per migliorare te stesso.
Viviamo in un mondo invaso da informazioni, opinioni e programmi. Tutti hanno qualcosa da dire o contenuti da condividere. Queste cose sono tipicamente perpetuate dal nostro ambiente, da chi ci circonda e dai social media. Hanno il potere di erodere il tuo senso di identità. Più tempo dedichi a concentrarti su di esse, più plasmano i tuoi pensieri, la tua personalità e le tue azioni.
È fondamentale dissociarsi da queste cose. Il mondo non dovrebbe dettare chi sei, questo dipende interamente da te. Ora, non sto dicendo che tutto ciò che si dice di te o si vede sui social media sia negativo. Sto solo dicendo che devi essere rigoroso con ciò che permetti di entrare nella tua testa.

Sei l'unico essere umano che potrà mai conoscerti nella tua interezza. Ogni altra persona può solo avere la sua percezione di te. Soffermati su ciò che pensi di te stesso e non su ciò che dicono gli altri. La vita è tutta una questione di apprendimento. 

Il giorno in cui smettiamo di imparare è il giorno in cui moriamo

Ogni giorno, incontrerai nuovi aspetti di te stesso. Man mano che cresciamo, ci saranno diverse fasi della vita che ci aspettano. Oggi potresti essere un lavoratore alle prime armi. Prima o poi, potresti diventare un manager, un dirigente o un imprenditore.
Ogni nuova posizione porterà con sé tratti e sfide unici che richiederanno un apprendimento specifico. Ecco perché la consapevolezza di sé è importante. Ti aiuterà sempre a comprendere nuovi aspetti di te stesso e ad adattarli al tuo io attuale.
"La vita è dura. Non complicartela ulteriormente.", questo è uno dei tanti detti che dovrebbe risuonare nella mente. 

La verità è che la vita accadrà, nel bene e nel male, ma ciò che conta davvero a lungo termine è come reagisci

Per assicurarti di prendere la decisione giusta, scopri chi sei. Quando conosci te stesso, la vita diventa un po' più facile.

domenica 17 agosto 2025

Essere con gli altri

 

La qualità essenziale degli umani è l’intelligenza. Gli umani sono intelligenti. Sono in grado di leggere tra le righe di un pensiero, entrare in empatia e risolvere tecnicamente un problema. Ma c’è un’abilità molto più forte e critica che definisce gli esseri umani come un essere unico di un tipo specifico: la capacità di porsi domande sulla propria esistenza.

Possiamo infatti pensare di dare una direzione alle nostre vite, decidendo quindi come vorremmo utilizzarle. Il bisogno è uno stato di allerta continua perché non ci pone semplicemente di fronte alla nostra intelligenza, ma alla nostra incompletezza, alla nostra mancanza di essere.

La mancanza di tale bisogno può, ovviamente, rivelarsi un trampolino di lancio per l’avvio di nuovi progetti, se gli esseri umani decidono finalmente di accendere il loro irrefrenabile desiderio di rendersi destinatari di una linea di fondo.

È anche vero che l’uomo immaginato dagli esistenzialisti – parafrasando il filosofo Martin Heidegger – è sempre stato gettato nel mondo indipendentemente dalla sua volontà, quindi sente il bisogno di creare un progetto per il futuro.

L’uomo è il proprio futuro ma è anche una domanda sul proprio futuro.

L’uomo non solo esiste, vuole sapere perché.

Secondo la saggezza ebraica, ogni persona dovrebbe chiedersi almeno una volta al giorno: qual è il segreto della vita?

Infatti la grandezza dell’essere umano, con tutto il rispetto per gli animali, sta nel porsi delle domande.

Quanto più le domande riguardano il fondamento ultimo della sua esistenza, tanto più significativa diventa la sua vita e presenza su questa terra.

Ciò che ci addolora, però, è l’idea che questa vita, la vita di tutti, sia priva di qualsiasi significato. Se la vita diventa un susseguirsi di eventi privi di significato e scollegati, allora dovremmo pensare a Sartre.

Eppure, il nostro vivere giorno dopo giorno ci espone continuamente a un forte bisogno di infinitezza; la vita ci spinge alla vita, a un’altra vita, a una vita migliore; e in fondo a quella domanda sulla vita, qualcosa ci reindirizza verso il mistero dell’essere.

Ecco il limite!

Il limite si realizza attraverso l’esistenza di altri che ci desiderano e noi che desideriamo la vita: un volto che annuncia presenza, semplicità e amore. È il volto dell’altro, il volto del “Tu”, quello dell’assenza.

sabato 16 agosto 2025

Se vuoi imparare in fretta, impara dagli altri

 

Stavo sfogliando il telefono quando la trovo. È una vecchia foto di me in Irlanda. Accanto a me ci sono i miei studenti e un tutor che ha cercato di insegnarci l’inglese con impegno.

C’erano libri di testo, film con sottotitolo; tutto il necessario per imparare in fretta la lingua. Ma quando ti ritrovavi a parlare con un residente diventavi un pesce: muovevi le labbra senza far uscire parole.

Qualche ragazzo era in grado di colloquiare perfettamente in lingua straniera, ma erano rare eccezioni.

Eppure, con tanti anni di studio della lingua alle spalle, la maggior parte del gruppo capiva con difficoltà e parlava ancora peggio. Non potevo crederci.

Evidentemente, c'era qualcosa di diverso nel modo in cui funzionano le nostre menti, nel far propria una lingua straniera.

Per curiosità, iniziai ad osservare chi migliorava l’apprendimento velocemente. Rimasi stupito dalla metodicità con cui il mio osservato lavorava su vocabolario e grammatica.

Era come osservare un muratore al lavoro. Nessun mattone veniva posato senza la dovuta cura o prima del tempo. Ogni mattone veniva posizionato nell'ordine corretto e cementato al suo posto.

Fu allora che mi resi conto neanche io avevo acquisito quella competenza necessaria per imparare una lingua straniera perfettamente.

Decisi allora, (non è mai troppo tardi per rimediare) di provare a migliorarmi. Purtroppo, non era qualcosa che mi era stata insegnata a scuola.

La mia convinzione dava grande importanza a una specie di predisposizione naturale e istintiva per interiorizzare la lingua. Quindi ritenevo la capacità di acquisire velocemente la lingua straniera come se fosse una dote per pochi fortunati. 

Alla fine, però, capii che quello che dovevo imparare era un modello che si adattasse al mio stile di apprendimento. Avevo bisogno di un quadro di riferimento per imparare.

In quel periodo, lessi una massima di uno scrittore americano che aveva scritto:

"Quando hai bisogno di imparare in fretta, impara dagli altri. Quando hai bisogno di imparare a fondo, impara dall'esperienza".

Questo mi aiutò a capire che avevo gestito la mia attività nel modo sbagliato. Cercavo di imparare in fretta quando avevo bisogno di imparare a fondo.

Cercavo di accelerare il processo quando avevo bisogno di tempo.

Certo, c'erano momenti in cui avevo bisogno di orientarmi velocemente tra le necessità del momento, quindi chiedevo aiuto alla memorizzazione di alcune parole chiavi.

Ma la maggior parte delle altre volte, come quando andavo in giro cogliendo occasioni di parlare, avevo bisogno di tempo per esprimermi. Avevo bisogno di allenare la lingua a usare schemi diversi. Ovviamente, mi sentivo insicuro, incerto e a disagio, come capita a tutti i principianti.

Ciò ha richiesto molta pazienza e perseveranza, ma alla fine sono arrivati i frutti. Ho solidificato l’inglese nelle ossa perché imparavo attraverso l'esperienza, non per imitazione.

Questo modo di apprendere si è tradotto in altri ambiti della mia vita.

Quando volevo calmare la mente dopo anni di comportamenti improvvisati, leggevo libri di ispirazione, ascoltavo musica e ne sentivo i benefici. Ho iniziato lentamente a essere più gentile e compassionevole con me.

E quando volevo liberare la mia mente, ho dovuto dedicare anni di pratica assidua nella solitudine del mio cuore e della mia mente per avvicinarmici.

Questo è ciò che la massima di quello scrittore americano intendeva dire.

Quindi, non importa cosa sia ciò che vuoi imparare, resta valido che le regole sono sempre le stesse: Se vuoi imparare in fretta, impara dagli altri. Se vuoi imparare a fondo, impara dall'esperienza.

La capacità di imparare è un dono e un'abilità; la volontà di imparare è una scelta. Ma ci vuole molta volontà, soprattutto all'inizio.

Post più letti nell'ultimo anno