
Uno squillo ... e nel mezzo delle
mie faccende, mi giunge una voce amica:
“Andrea, ti ricordi di me?”
Era Carlo, un vecchio amico
dell’età verde. Allora lo invidiavo perché parlava ai cuori con le note della
sua chitarra e con una voce graffiante che richiamava antichi romanticismi.
“Weee, Carlo! Come stai?”
“Bene! Come spero anche per te!
Caro amico, sicuramente sarai sorpreso di questo mia chiamata. Ho bisogno di parlare con
qualcuno che mi ascolti e che mi possa dare un consiglio. Credo che tu potresti
capirmi.”
Effettivamente restai sorpreso,
ma certamente fui felice di ascoltarlo: “Carlo, non temere di nulla. Dimmi cosa
vuoi sapere e se potrò fare qualcosa, lo farò con piacere.”
“Riconosco la tua onestà e la tua dedizione nel cercare verità nella vita. Certamente
un tuo consiglio mi aiuterà. Ora ti spiego.
In pratica dopo
40 anni di matrimonio, credo di essermi innamorato di un’altra donna. Il mio
attuale rapporto con mia moglie è fraterno, vegetativo, ravvivato soltanto da piccoli
litigi. Già da molto tempo si è spenta anche la fiamma dell’intimità, abbiamo
vedute diverse, io sono più aperto al mondo, più vicino alla modernità. Lei è
rimasta legata ai vecchi valori del casolare, chiusa in sé stessa. Rispetto i
suoi pensieri ma non li condivido. Sono stato un buon marito e padre, abbiamo
cresciuto in serenità i quattro figli, abbiamo una bella casa e, grazie a Dio, non
abbiamo problemi di soldi. Tutto bene
fino a pochi anni fa, prima che arrivasse una donna in aiuto nel mio lavoro d’ufficio.
Lei era cosi eccitante, con una voglia di vivere, che … UUAAHHHE ... svegliò in me quell’atavica
voglia maschile di possedere la preda. Ovviamente, fantasticavo scenari caldi come
un ragazzino senza che la donna nulla sapesse. Intanto il fuoco covava sotto la
cenere, e dopo anni di autocensura, giunse il momento in cui il vulcano esplose.
Le chiesi un bacio e … dopo un istante di sua titubanza, lei ha appoggiò dolcemente
le sue labbra sulle mie, confessandomi che anche lei avrebbe voluto farlo già
dai primi giorni della mia conoscenza. Sapeva che avevo una moglie ed ero un
marito onesto e per questo motivo aveva mantenuto il suo distacco. E così le
nostre lingue si unirono in un vortice pazzesco. La cosa non fini lì, da quella
sera, iniziò un continuo cercarci, baciarci, coccolarci come due ragazzini. Per
noi si aprì un mondo nuovo, travolti dal vortice di questo sentimento represso
da tanto tempo. Non ti nascondo che abbiamo fatto l’amore. Non lo facevo da
anni con mia moglie. Abbiamo cercato di troncare a questo "AMORE" proibito, senza soluzione di continuità. Ma non ci siamo riusciti, continuiamo a cercarci
morbosamente. Andrea, credimi, io sto impazzendo. Ti giuro, non è voglia di
sesso, figurati se alla mia età fosse questo il motivo per mettere subbuglio
nella mia vita. Lei vuole che stravolga la
mia vita attuale. Che vada a vivere con lei. Ma non voglio lasciare mia moglie
dopo tanti anni di convivenza. Non voglio buttare tutto quello che ho costruito
finora. Ma non voglio neanche reprimere le mie emozioni, i sentimenti che ho
per questo nuovo amore. Nessuno sa niente di tutto questo
e non ce la faccio più a tenermi dentro tutto. Forse dovrei rivolgermi ad un
psicologo. Lei è libera da diverso tempo, divorziata, dopo una fallita
esperienza matrimoniale. Posso nell’età della pensione,
innamorarmi nuovamente? Sono innamorato oppure infatuato?”
“Caro amico, tu sollevi un
problema moderno, il tuo caso è
simile a molti altri i cui attori, in silenzio soffrono e nascondono la ferita.
All’essere umano non si possono negare i sentimenti anche quando questi
appaiono chiaramente contrari al giudizio comune. È vero, siamo stati
formattati, sagomati da veti educativi che ci pongono in continua agitazione,
ci richiamano colpe, ci etichettano come traditori dei vecchi valori, ma in
fondo alla nostra anima, soltanto noi possiamo essere i giudici noi stessi. La
nostra forza d’amore deve prevalere e ci deve indicare come muoverci, quale
strada imboccare.
È triste decidere di scegliere
il male minore, ma in questi casi, l’unica opzione possibile è quella che chi
ama veramente può imporsi.
Se sei in amore, non lo sei per
la tua donna o per tua moglie o per i tuoi figli … sei in amore perché tu sai
usare i modi che conciliano, sai vedere la luce dove altrimenti vedono solo buio.
Forse sembro consigliarti in modo teorico
e quindi formale, inutile. In realtà, ti invito a riflettere sul tuo essere. Se
ami in modo sano, ti accorgi di essere amato allo stesso modo. In altre parole,
il tuo nuovo amore deve essere complice e partecipe alla tua sofferenza
interiore, non deve chiederti ciò che non vuoi fare, non ti deve obbligare a
niente, perché se ti ama veramente soffrirebbe all’idea che rispondendo alle sue
richieste non saresti più tranquillo e la decisione di mantenere la relazione vacillerebbe
in seguito ai colpi dolorosi di giudizi morali esterni, ma soprattutto porterebbe
ad alienare la stessa relazione. Qualora, per esempio, decidessi di lasciare
la tua vecchia vita, si aprirebbe una nuova … ma ti assicuro che sarà nuova
fintanto non diverrà vecchia soltanto perché la prima non esisterà più. Ogni
persona porta con sé aspetti belli e antipatici, ma una nuova relazione purtroppo
nasconde quelli antipatici per il tempo in cui resta nuova.
In conclusione Carlo, tu sei il
giudice di te stesso, ignora tutto, ma non disubbidire al tuo cuore. Lui ti potrà
chiedere tempo, ma alla fine ti suggerirà la decisione da prendere.”