domenica 17 dicembre 2023

Storia di un rimpianto

 

Marco era un ragazzo che credeva moltissimo nel vero amore. Cercava nella sua donna qualcosa di speciale che lo trascinasse nel sentimento e lo facesse vivere nel modo più idilliaco possibili. Credeva fermamente che questo tipo di donna esistesse veramente e che era lì ad attenderlo … doveva soltanto cogliere l’occasione giusta. Intanto, il tempo passava e l’attesa si dilungava.

Ogni anno a Natale, la sua ex-ragazza, Giulia, tornava da Toronto, dal lontano Canada, per cercarlo. Lei amava ancora il suo ex-fidanzato e celava in cuor suo la speranza di poter riaccendere la storia d’amore.

Puntualmente, al suo arrivo in Italia, Marco chiedeva ad una delle sue amiche di fingersi fidanzata con lui. Il ragazzo non voleva che Giulia si illudesse ancora e usava questa commedia per dissuaderla dal suo proposito. Quindi, ogni volta che Giulia tornava in Italia, ripeteva la stessa commedia, ma con ragazze diverse. Questo comportamento di Marco si ripetette per diversi anni, il fingendo il suo interesse romantico per un'altra donna.

Quindi ogni volta che Giulia si univa al gruppo di Marco, tutto faceva credere che tra lei e il ragazzo fosse tutto finito. La ragazza reagiva piuttosto bene, spesso cercando di prenderlo in giro con disinvoltura a riguardo delle sue diverse amiche, o almeno così sembrava!

In realtà, la ragazza spesso piangeva di nascosto tutte le volte che lo vedeva con un’altra ragazza, ma era troppo orgogliosa per dimostrare il suo dolore. Tuttavia, ogni Natale continuava a tornare in Italia, sperando di riaccendere in qualche modo l’antico romanticismo, ahimè, ogni volta ritornava a Toronto delusa.

Alla fine sentì che non poteva continuare giocare col suo sentimento. Pertanto, lo affrontò e dichiarò apertamente che, dopo tutti quegli anni, era ancora l’unico uomo che avesse mai amato.

Marco era consapevole dell’attaccamento affettivo di Giulia ma restò comunque sorpreso. Aveva sempre pensato che col tempo lei si sarebbe lentamente dimenticata di lui e si sarebbe convinta che tra loro fosse tutto finito.

Marco si commosse, ma la sua fissazione della donna ideale indurì il suo cuore e la rifiutò crudelmente.

Da allora trascorsero parecchi anni e Giulia non tornò più nei periodi di Natale. Smise di scrivere lettere e di chiamarlo per telefono.

Il ragazzo andò avanti con la sua vita... continuando a desiderare la ragazza speciale che aveva in mente. Stranamente, però, durante il periodo natalizio accusava una fastidiosa sensazione di mancanza di Giulia. Probabilmente, si diceva dovuto a una specie di abitudine consolidata negli anni passati.

Nell’ultimo Natale Marco festeggiò da solo da un suo amico.

“Ehi, come mai quest'anno sei tutto solo? Dove sono tutte le tue amiche? Cos'è successo a quella ragazza di Toronto che viene con te ogni Natale?" Chiese uno dei suoi amici.

Marco si sentì fuori luogo, forse anche imbarazzato, ma dovette dargli una risposta: “Non so più nulla di lei! Avrà preferito restare a casa sua.”

Anche le amiche, complici della sua commedia, richiamarono la storia di Giulia. Lui avrebbe preferito evitarle, ma ormai era lì e non poteva farsi vedere dispiaciuto. Si sentiva quasi come se fosse stato giudicato da loro. Un'amica chiese:

"Ciao Marco ... come stai? Ti stai godendo la festa?”

"Certo... sì!", rispose.

La donna era un po' ubriaca … forse a causa del whisky che aveva in mano. Intanto, continuò: “Perché...? Non hai più bisogno di qualcuno che si atteggi a tua ragazza quest’anno?" Lui infastidito, rispose: “No, non ce n'è più bisogno..."

Prima che potesse continuare, fu interrotto: "Oh sì! Forse hai trovato la ragazza che cercavi?  Non ne hai cercata una negli ultimi anni, giusto?”

L'uomo restò fulminato da quella domanda. Il suo viso divenne raggiante, puntò lo sguardo sulla ragazza ubriaca e rispose: “Sì! Hai ragione! Non ho cercato nessun'altra donna negli ultimi anni”.

Detto questo, l’uomo abbandonò in tutta fretta la festa, lasciando la ragazza molto perplessa.

Mentre correva verso casa, si rese conto di aver già trovato la ragazza dei suoi sogni, era lei ... la ragazza di Toronto, da sempre!

Quella donna ubriaca aveva detto qualcosa che lo aveva risvegliato dal quel torpore dell’anima e fatto svanire una stupida illusione.

Da sempre aveva avuto la sua ragazza ... la migliore per sé. Era questo il motivo per cui non si preoccupava di guardare le altre donne.  Era lei la donna perfetta che cercava!

Si rese conto di aver lasciato andare una persona così importante nella sua vita. Decise di chiamarla immediatamente. Tutta la sua mente era inondata dalla paura. Aveva paura che lei potesse aver trovato un altro uomo o che non provasse più gli stessi sentimenti. Per una volta, aveva paura di perdere qualcuno.

Poiché era la vigilia di Natale, la linea telefonica era intasata. Provò più volte a raggiungere la destinazione; non voleva arrendersi. Alla fine ci riuscì ... precisamente alla mezzanotte.

Le confessò il suo amore e la ragazza si commosse fino alle lacrime. Sembrava che non l’avesse mai dimenticato! Anche dopo così tanto tempo, lei lo stava ancora aspettando, senza mai arrendersi.

Marco era così entusiasta di incontrarla e di iniziare il nuovo capitolo della loro vita e non vedeva l’ora per riabbracciarla. Senza esitazioni, decise di volare a Toronto per raggiungerla. Quello fu il periodo più felice della loro vita! Ma quel periodo fu di breve durata.

Due giorni prima della partenza per Toronto, Marco ricevette una telefonata dal padre di Giulia. Piangendo, l’uomo gli disse che sua figlia aveva avuto uno scontro frontale con un automobilista ubriaco: dopo 6 ore di coma era morta.

Il ragazzo fu devastato, morso da un dolore incontenibile. Il destino gli aveva preparato un gioco crudele. Maledisse il cielo per averla portata via da lui, negandole anche un ultimo sguardo.

Quanto rabbia incendiò anima e cuore! Quante imprecazioni furono urlate verso il cielo!! Quanto si odiava ... per aver impiegato così tanto tempo per rendersi conto del suo errore!!

 

Morale: Fai tesoro di ciò che hai ... Il tempo è troppo lento per coloro che aspettano, troppo veloce per coloro che temono, troppo lungo per coloro che soffrono, troppo breve per coloro che gioiscono, Ma per coloro che amano... Il tempo è eternità. Per tutti coloro che sono lì fuori con una persona speciale nel cuore, sanno apprezzare il dono dell’amore, sanno apprezzare ogni momento che si trascorre insieme, perché nella vita tutto può succedere in qualsiasi momento.

Potresti pentirti dolorosamente quando ormai è troppo tardi.

venerdì 15 dicembre 2023

Attendere il mattone

 

Un giovane dirigente di successo stava percorrendo una strada del quartiere. Andava un po' troppo veloce a bordo della sua nuova Jaguar. La sua attenzione era nella misura consentita dall’abitudine quando si percorre la stessa strada per molto tempo. 

Attraversava il solito quartiere dove molti ragazzini giocavano e si rincorrevano tra le auto parcheggiate. Quando giungeva in quei paraggi rallentava per assicurarsi un cammino più prudente. 

Un giorno, mentre guidava, improvvisamente sentì un forte rumore proveniente dalla parte posteriore dell’auto. Diede un sguardo veloce allo specchietto retrovisore, ma non vide nulla. Si fermò e scese dall’auto per controllare cosa fosse successo: un mattone era stato lanciato contro la suona nuova Jaguar e aveva lasciato una evidente ammaccatura. Arrabbiatissimo l’uomo si rimise in auto e in retromarcia si portò nel punto dove aveva sentito il colpo. Lì trovò un ragazzo ancora con le mani sporche della polvere di mattone. Preso dalla furia, afferrò il ragazzo e lo spinse contro un’auto parcheggiata, gridando: “Sei Impazzito? Che cosa volevi fare? Divertirti?” Il ragazzo non rispose. Intanto l’invettiva continuò: “Quella è una macchina nuova e quel mattone che hai lanciato ti costerà un sacco di soldi. Dimmi perché l'hai fatto?"

Il ragazzo si scusò: "Per favore signore... per favore, mi dispiace... non sapevo cos’altro fare", implorò.

“Ho lanciato il mattone perché altrimenti nessun altro si sarebbe fermato…”

Con le lacrime che gli rigavano il viso e il mento, il giovane indicò un punto proprio dietro un’auto parcheggiata.

“È lì mio fratello”, disse. “È rotolato dal marciapiede ed è caduto dalla sedia a rotelle e non riesco a sollevarlo.”

Singhiozzando, il ragazzo chiese allo sbalordito dirigente: “Vorresti per favore aiutarmi a rimetterlo sulla sedia a rotelle? È ferito ed è troppo pesante per me.”

Commosso dalle parole e per la scena apparsa ai suoi occhi, l’autista cercò di ingoiare il nodo che gli si gonfiava rapidamente in gola. Rimise in fretta il ragazzo handicappato sulla sedia a rotelle, poi tirò fuori il suo elegante fazzoletto e tamponò i graffi e i tagli freschi. Una rapida occhiata e poi  gli disse che tutto sarebbe andato bene.

“Grazie e che Dio ti benedica”, disse il bambino grato allo sconosciuto.

Troppo scosso per parlare, l’uomo si limitò a guardare il ragazzino che spingeva il fratello costretto su una sedia a rotelle lungo il marciapiede verso casa loro. Il suo cammino verso la Jaguar fu lungo e lento. Il danno era molto evidente, ma l’autista non si prese più la briga di riparare la portiera posteriore ammaccata. Mantenne l’ammaccatura per ricordare a sé stesso che non era necessario condurre la sua vita sempre frettolosamente e poi attendere che qualcuno debba lanciare un mattone per attirare l'attenzione!

Dio sussurra nelle nostre anime e parla ai nostri cuori. A volte, quando non abbiamo tempo per ascoltare, è costretto a lanciarci un mattone.

La nostra scelta è: ascoltare il sussurro ... o aspettare il mattone?

 

giovedì 14 dicembre 2023

L'uomo che disegnava con i simboli

 

Si narra di un uomo, vissuto per molto anni, dotato di un talento straordinario. Era affetto da una grave paralisi cerebrale che gli presentava una vita sfortunata, senza nessuna prospettiva di miglioramento. La paralisi cerebrale spastica è una disabilità che impedisce di parlare e di muoversi. È facile immaginare la dolorosità dell’impatto di una malattia del genere sulla psicologia di un individuo.

Nel caso di Paul si può serenamente affermare che ci fu un miracolo. Egli non si arrese alla malattia, si adattò e trovò stimolo per lasciare la sua testimonianza d’amore per la vita, comunque essa si presenti.

Aveva imparato da solo le strategie scacchistiche fino a diventare un maestro, formidabile giocatore di scacchi. Non ebbe un’istruzione di alto livello ma fece tesoro di qualunque opportunità par studiare e informarsi.

Paul amava comunicare e voleva farlo nel modo più fantasioso possibile. La malattia gli aveva posto barriere insormontabili, ma non desistette dal suo proposito.

Paul si fece approntare una macchina da scrivere in modo che potesse usarla senza grandi sforzi nei suoi tempi di movimento delle mani.

Durante la digitazione, usava la mano sinistra per tenere ferma quella destra. Poiché non poteva premere due tasti contemporaneamente, quasi sempre bloccava il tasto Maiuscolo. In queste condizioni creava dei disegni utilizzando i simboli posti nella parte superiore della tastiera. In altre parole, le sue figure erano composte con i simboli: @ # $ % ^ & * ( )_.

Nel corso degli anni, Paul creò centinaia di immagini che spesso regalava. A volte conservava una copia per i suoi archivi. Man mano che la sua padronanza della macchina da scrivere cresceva, sviluppò tecniche per creare sfumature, colori e trame che facevano assomigliare il suo lavoro a disegni a matita o carboncino.

Quando morì lasciò una collezione delle sue straordinarie opere d’arte che furono fonte di ispirazione per molti suoi ammiratori.

Conosci il detto “Quando la vita chiude una porta, Dio apre una finestra”? Beh, penso che Dio abbia aperto a quest’uomo non soltanto una nuova porta, ma gli abbia dato tutti gli strumenti necessari costruire una casa completamente nuova.

mercoledì 13 dicembre 2023

Una difficile convivenza

 

Nel mondo che nessuno conosce esiste solo energia. 

Essa, per non so quanti miliardi di anni, si è sempre spostata da una forma a un’altra, cercando forse il sistema migliore per qualificarsi a livelli evolutivi superiori. La fantasia delle trasformazioni doveva essere molto lacunosa vista la modesta gamma di soluzioni individuate. Insomma, la nostra energia poteva liberamente oscillare tra estremi di densità, che si sono rivelati a noi, umili e insignificanti terrestri, come universo.

Dopo infiniti tentativi di combinazioni sperimentate, l’energia ha trovato modo di esprimersi negli esseri viventi. Non è stata tanto compattata da apparire inerte, né tanto rarefatta, per essere sfuggente.
Questa combinazione si è rivelata sorprendente perché come il cerchio di Saturno, si manifesta intimamente legata alla materia e contemporaneamente da essa staccata. Un vero alone di mistero! È una meraviglia come un corpo e un’anima si siano miscelati così bene. Entrambi sono legati, entrambi esistono perché coesistono. Sembrano fatti apposta uno per l’altro, fino a che Dio non li separi.
Deteriorabile, limitato, stupido, opportunista, materialista ed egoista, è il corpo mentre eterna, infinita, sensibile, emotiva e dolce, è l’anima.
Il sodalizio tra queste que parti cos' deverse, ha avuto grande successo perché, successivamente, è subentrato un fattore ibrido che continua ancora ora a essere l’arbitro della gara intrapresa dal corpo e anima.

La miscela corpo-anima si è rivelata come umanità, per cui ogni sua caratterizzazione è derivata dall’ereditarietà delle proprietà dei suoi elementi costitutivi.
Il legame corpo-anima è determinato, quindi, dal definito gradiente di densità di energia. 

Un valore troppo alto di questo gradiente, ammutolisce l’anima fino a farla scomparire nelle masse inerti; mentre un valore basso, conduce alla nobiltà dello spirito, all’idea di una vita staccata dal proprio corpo. 

Un’anima fortemente sensibile è quella che riesce a uscire, sebbene momentaneamente, dal proprio corpo, per entrare in aree di pertinenza di altre anime dove come vecchi amici ricordano le loro origini.

Per esempio, l’intrinseco desiderio di comunione degli uomini deriva dal desiderio dell’anima di sfuggire dal proprio corpo per ritrovare la propria dimensione nel confronto con altre anime.
Il corpo in tutto questo trambusto è un testimone passivo, portatore degli effetti indotti dall’anima. Poveretto! A volte è costretto a generare sudore quando fa freddo, ad accelerare i battiti del cuore quando si dorme, a far piangere senza dolore, a tremare senza paura.
L’anima e il corpo, in alcuni casi si comportano come due ragazzini capricciosi che si fanno dispetti.
L’anima tratta il corpo come il fratello stupido, lo costringe ad attività a lui estranee, a volte lo conduce fino all’esasperazione.
Il corpo, con memoria vendicativa, acceca l’anima quando le sue funzioni vegetative sono compromesse. 
Per questo motivo, l’anima è quasi assente nella giovinezza e molto cauta nella vecchiaia. La mancanza di coordinamento tra anima e corpo produce la malattia.
Diamo al corpo ciò di cui ha bisogno: stimoli per auto-sostenersi. Diamo all’anima ciò di cui ha bisogno: stimoli per auto-compiacersi.
Indovinando i gusti del corpo e dell’anima non vinceremo la morte, ma ci arriveremo con grande dignità
 

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