mercoledì 22 novembre 2023

Dio creò la mamma

 

 

Quando Dio creò il corpo delle mamme, era al sesto giorno di lavoro straordinario. Un angelo apparve al suo cospetto e chiese: "Perché Signore passi così tanto tempo su questo lavoro?"

E il Signore rispose: “Hai letto la scheda tecnica su di lei?"

“No, Signore.” Rispose l’angelo.

Allora Dio spiegò: “Deve essere completamente lavabile, ma non elastica; avere 200 parti mobili, tutte sostituibili; deve correre con un caffè nero e accontentarsi di avanzi per cena; deve avere un girovita capace di contenere almeno tre bambini contemporaneamente e che scompare quando si alza; deve avere un bacio che può guarire qualsiasi cosa, da un ginocchio raschiato a un cuore spezzato; e in più deve avere sei paia di mani."

L'Angelo restò sbalordito ed esclamò: “Sei paia di mani? No, Signore, è bruttissimo!”.

Il Signore rispose: “Oh, non sono le mani il problema. Sono le tre paia di occhi che le madri devono avere!”

“Sarà questo il modello standard?” Chiese l'Angelo, ormai abituato alle sorprese.

Il Signore annuì d’accordo: “Sì, un paio di occhi serviranno per consentigli di vedere attraverso le porte chiuse mentre chiede ai suoi figli cosa stanno facendo (anche se lei lo sa già). Un’altra coppia posta nella parte posteriore della sua testa sarà usata per le sue necessità di controllo anche quando la sua attenzione è diretta in un’altra direzione (anche se nessuno potrà vederli). E la terza coppia sarà posta qui davanti alla sua testa. Servirà per osservare il bambino quando sbaglia e senza dire una parola, fagli capire che comunque gli vuole bene.”

L'Angelo invitò il Signore a riposarsi: “Questo lavoro è troppo per un giorno solo. Magari domani si potrà finire con calma.”

“Non posso!” Il Signore obiettò: “Sono così vicino a finire questa creazione che sento la più vicina al mio cuore.”

L’angelo non disse più nulla, e il Signore compiaciuto continuò a spiegare: “La mamma sarà in grado di curarsi da sola quando sarà malata; potrà sfamare una famiglia senza troppi problemi. Gli darò un tocco di imprevedibilità e abbastanza inventiva da far stare un bambino di nove anni sotto la doccia in tranquillità.”

L'Angelo si avvicinò, toccò la donna e disse: "Ma tu l'hai resa così morbida, Signore".

Il Signore sorrise e replicò: “È vero! È morbida, ma sarà anche abbastanza dura. Non hai idea di cosa possa sopportare o realizzare.”

“Sarà in grado di pensare?” Chiese l'Angelo.

Il Signore rispose: “Non solo sarà in grado di pensare, sarà in grado di ragionare e negoziare".

L'Angelo poi notò qualcosa sul viso, allungò la mano e toccò la guancia della donna. “Ops, sembra che ci sia una perdita di liquido con questo modello. Forse state esagerando con i requisiti.”

“Non è una perdita.” Ribattè il Signore. “È una lacrima!”

“A cosa serve la lacrima?” Chiese l'Angelo.

Il Signore rispose: "La lacrima è il suo modo di esprimere la gioia, il dolore, la delusione, le pene, la sua solitudine e il suo orgoglio."

L'Angelo rimase impressionato ed esclamò: “Signore, sei un genio! Hai pensato a tutto in questa creazione. Hai persino creato la lacrima!”

Il Signore guardò l'angelo e sorrise ancora, poi disse: “Ho paura che tu abbia di nuovo torto. Io ho creato la donna, ma lei ha creato la lacrima!”

 

Dubbio d'esistere


 

 

 

 

 

Posar la mente sul vano quesito
sofferma il pensiero all'arcano dubbio.

Respirar aria è praticar d'illusione.

La rangion vaga per l'angusto confin d'essere.

L'occhio afferra nebbia,
a misurar bugia così grossa.

Al raccontare favole,
il fanciullo s'addormenta.

allor, d'esistere non importa.

 

martedì 21 novembre 2023

Avere consapevolezza delle proprie azioni


Testo tratto dal mio libro "AMORE - Lo stato dell'essere"

 

Non puoi comandare direttamente il cuore così come non puoi comandare sull’amore. Se vuoi sentirti vivo; se vuoi sentire il pulsare del tuo cuore devi emozionarti. Allo stesso modo se vuoi sentirti in amore devi essere consapevole; devi imparare a mantenere la consapevolezza. Il problema più grande che impedisce di intraprendere la strada della consapevolezza è l’incapacità di amare. Esattamente come succede per i freddi di cuore che non sanno emozionarsi. Manca quella sensibilità che viene da dentro l’anima e che consente il tocco emotivo. Alcune persone nelle relazioni personali appiano “staccati” dal loro io emotivo. Si ha l’impressione che siano fatti di pietra, adattati a vestire l’aspetto umano. Quando discuti con loro, non ti ascoltano; fremono nel rispondere e non riescono a cogliere il senso più profondo dalle tue parole. L’incapacità di amare li isola perché non è sempre possibile che arrivino stimoli esterni per innescare il sentimento.

Essere passivi in amore si risolve in una dipendenza dall’amato; ci si pone in condizioni di rallentare il processo di maturazione e di sospendere la consapevolezza. Il risultato finale si osserva nell’incapacità di sintonizzarsi con il pensiero dell’altro; non c’è collegamento con il cuore e il filo logico della discussione appare disconnesso, lucido a tratti. Gli argomenti richiamano elementi non strettamente coerenti con la logica, sospinti da esigenze interne alla ricerca di approvazione.  Se si provasse ad esprimere apertamente il disaccordo, si provocherebbe il disappunto, responsabile di una emergente antipatia. Al contrario, con il “dar ragione” si offre la resa incondizionata è l’imminente chiusura della discussione per fine battaglia.

È molto comune essere consapevole dei propri limiti in modo pressoché teorico e non riconoscerlo nelle proprie azioni. La tendenza psicologica induce a pensare che si sta facendo sempre la cosa giusta, salvo verificarlo a posteriori. Infatti, gli errori sorprendono sempre; si scopre soltanto dopo che erano possibili ed evitabili.

Per i “cuori freddi” l’unico modo utile per non sbagliare è “non avere” cuore. Cancellare dalla propria vita tutto ciò che emoziona. Innalzare ad idoli, l’efficienza, l’intelligenza, l’utile, la mente scientifica. Così si avrebbe un doppio vantaggio: assenza totale di incertezza e la convinzione per cui ogni errore è rimediabile. Non esistono gli errori spirituali, neanche storture mentali, sofferenze dell’anima. D’altronde, i robot non hanno cuore, quindi non sbagliano. Non importa se non suscitano empatia; per la vita meccanica di tutti i giorni il sentimento è un ostacolo. Gli obiettivi dell’uomo “moderno” sono il rendimento, lo sfruttamento, la competitività. Lo stato d’avanzamento in questa direzione determina la carriera di successo e il benessere materiale.

Nella società meccanicistica è la mente a dirigere le scelte; il cuore è una suppellettile da usare nella vita privata e per il tempo “rubato” alla produttività. Una società a valori invertiti forse esiste solo nelle menti delle anime pie. Per questi motivi il non-amore trova facile sostituirsi all’amore vero.

Il modo più efficace per non “soffrire” di mancanza d’amore è perdere la consapevolezza delle proprie azioni; diventare un vagone di un lungo treno merci che corre trainato senza pensieri fino alla sua destinazione. Il vagone porta con sé un limitato quantitativo di merce, esattamente uguale a quello di qualunque altro vagone. Forse porterà etichettato un numero di serie per essere distinto dagl’altri; per essere individuato tra i tanti anonimi costruiti per un preciso compito da assolvere durante tutta l’esistenza.

lunedì 20 novembre 2023

La musica nel cuore

 

Può la musica al giorno d’oggi trovare spazio nel cuore degli uomini, distratti dal rumore assordante della materia?

Nell'esperienza estetica della musica l’uomo si stacca dalle catene della materialità e dai falsi miti che essa genera, aprendo un panorama idilliaco, nuovo, dove gli incontri vivono la voce del silenzio melodico, dove l’occhio cinico dell’anima non si limita a vedere, ma con raffinata osservazione gode nel prospetto dell’oggettività.

Ecco che, con cristallina evidenza, l’occhio dell’anima determina il proprio campo d’azione, attraverso il proprio effetto dirompente e rivoluzionario sul mondo entro cui esso è calato. 

L’effetto dichiara solenne la propria scaturigine, specialmente in colui che si espone sensibilmente a “riconoscere energicamente” la musicalità del mondo, la propria linea d’onda ininterrotta.

La musica, qualora fosse “riconosciuta” offrirebbe sane e terapeutiche possibilità di ritrovarsi in sereno rapporto con le proprie forze psico-motorie.

Facendo leva sull'esperienza estetica della musica, l’ascoltatore annulla le barrire dei condizionamenti, oltrepassa gli argini delle preoccupazioni fino a ritrovare la giusta empatia compatibile con le singole energie del mondo, affinché egli possa trovare mutuo soccorso nei momenti più difficili.

La musica esprime tutta la sua saggezza, domandando continuamente al cuore degli uomini – assicurando la giusta dichiarazione d’amore all'universalità dei rapporti umani”.

E’ un appuntamento con l’Occhio dell’anima per un’esperienza unica del suo genere. Essa seduce inevitabilmente e ci appronta confidenzialmente alle acque più profonde dell’Io.
L’artista è l’emblema dell’ascoltatore energico che riconosce da lontano i propri spiragli di verità.

Egli ha la capacità di sintonizzarsi con le singole frequenze energetiche offerte dalla musica, partendo dalla propria pre-disposizione “al riconoscimento della Musicalità.

Egli non guarda gli oggetti nella loro utilità pratica, bensì, con pacata naturalezza, scorge essenze fine a se stesse, modelli moralmente giusti, e nell'ascesi del proprio io, l’anima si unisce all'eterno.
E’ importante abbandonarsi anche per un solo istante agli eterni richiami, perché solo così l’io, nudo da ogni sipario, pone l’intelligenza al servizio del bene cosmico. 
 
di Fabio Squeo


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