martedì 26 maggio 2015

Normalità

Siamo così imbevuti del proprio egocentrismo che inconsapevolmente consideriamo noi stessi al centro dell’universo, spodestando il sole dal suo piedistallo.


Esistono nella vita di tutti i giorni numerosi episodi che rivelano questa antica predisposizione mentale degli esseri umani.


Pensate che personalmente ogni giorno conto molte occasioni in cui questa mia convinzione si avvalora. 


Credo che anche voi spesso siete stati protagonisti o vittime di questa anomalia umana.


La cosa strana che rilevo è data dal fatto che quando un peccato non si commette spesso, la sua scarsa frequenza diventa motivo per eleggere il peccatore a santo.


 Per esempio, una persona non troppo occupata sui propri bisogni la definiamo sbrigativamente “generosa”. Oppure una persona che ti saluta educatamente diventa immediatamente “brava” persona.


Secondo questa regola dovremmo essere riconoscenti a chi NON ruba o NON ammazza; a chi NON è mai stato in prigione; a chi NON inganna, a chi NON ......


Tutto questo, però, significa che si perdono i riferimenti cosiddetti “NORMALI”.


Dovrebbe essere NORMALE rispettarsi reciprocamente, aiutarsi, comprendersi.


Invece, si tende a giudicare come meriti non fumare, non inquinare, non violentare, non urlare, non drogarsi.


Capirete che si accetta un principio assurdo per il quale non esercitare un qualunque abuso sulla convivenza sana e pacifica degli individui costituisce un vanto in una società di egoisti e falsi.


Mi piacerebbe essere lodato per qualcosa che va oltre la normalità; per qualcosa per la quale ho consumato il mio tempo vita dedicandolo al bene di qualcuno o in dedizione a una causa nobile.

giovedì 21 maggio 2015

Bare galleggianti









Interi popoli tra i più perseguitati al mondo stanno cercando di fuggire dalle violenze via mare, su vere e proprie "bare galleggianti", ma invece di soccorrerli, i nostri governi li stanno lasciando morire di fame o addirittura annegare in mare.

Ora non è più solo il Mediterraneo: anche l'Oceano Indiano sta diventando un cimitero.

E mentre siriani e africani continuano a rischiare di annegare a migliaia cercando di raggiungere le coste italiane, dall'altra parte del mondo la Birmania sta letteralmente cacciando un intero popolo: i Rohingya. Migliaia di famiglie che, in queste ore, dopo essere state respinte da Malesia, Thailandia e Indonesia, sono disperse in mare, arrivando a dover bere le proprie urine per non morire di sete.

Mai, dalla Seconda Guerra Mondiale, si era arrivati a un tale numero di rifugiati nel mondo, lasciati morire dai governi, a volte nell'indifferenza, altre addirittura per razzismo.

Con speranza e determinazione,

sabato 16 maggio 2015

Lettera aperta a Renzi

Carissimo Presidente Renzi,
sono un docente di informatica che le scrive. 

Non ho ricevuto la sua lettera però apprezzo il suo sforzo di cambiare la scuola.

La parola "cambiamento" implicitamente porta con sè l'idea positiva di un miglioramento ed è questa la luce che deve guidarla. 

Sono un docente da quasi trent'anni e ogni anno sperimento lo stesso senso di solitudine. 

Sento di essere abbandonato dalle istituzioni per come il mio lavoro potrebbe essere svolto e per come ricavare gratificazioni sul mio operato. 

Purtroppo non ho molto tempo per recriminare; il lavoro quotidiano assorbe e non mi riferisco soltanto a quello didattico. 

I problemi famigliari  (che tutti abbiamo) e quelli economici, sono sempre in agguato, per chi vorrebbe perdere tempo a lamentarsi. 

Lei sa bene quanto guadagno e se non fosse per l'arrotodamento derivante dall'esercizio della libera professione (super-tassata), avrei seri problemi per mantenere dignitosamente la mia famiglia, composta tra l'altro di due figli laureati disoccupati.

Capisco che vuole creare una scuola che si regge sul merito e sull'efficienza, ma si ricordi che non è facile far partire una rivoluzione culturale senza una lenta preparazione. 

Il clientelismo e la prevaricazione sono mali presenti in tutte le società dove esiste la diseguaglianza sociale. 

Inoltre, mi chiedo come potrebbe reagire tutto il personale della scuola, tenuto sotto scacco da molti anni, ai suoi venti innovativi? 

Tutti i giorni sono a scuola e non trovo nessuno tra i miei colleghi, collaboratori, amministrativi, studenti che sia felice della situazione attuale e della riforma che intende attuare. 

Possibile che siamo tutti disfattisti, oziosi, negativi?

La sua immagine mi arriva fresca e promettente ma non mi deluda allo stesso modo dei suoi predecessori.


Il momento giusto





Una goccia cade dalla bocca di un rubinetto rovinato dal tempo.

Sembra litigare con se stessa.

Non vorrebbe cadere, ma la necessità lo impone.

Trema prima di cadere.

Quando ogni esitazione si perde, spicca la caduta.

Un suono si ode.

Ha toccato qualcosa che riecheggia la passata esistenza.

La goccia si perde, non si vede più, anche se è caduta da poco.

Nostalgia e impotenza per l’acqua che scorre e va via inutilmente.

Altre gocce cadranno.

Il rubinetto non potrà trattenerle.

Aspettiamo sempre che succeda qualcosa o che arrivi il momento giusto.

Il tempo è certo che passi, mentre non è certo quale sia il momento giusto.

Ogni momento non giusto è una goccia che cade e che non sarà più utile.

Post più letti nell'ultimo anno