mercoledì 12 dicembre 2012

Tristezza d'Amore

 
 
AMORE: Ciao Luigi, ti sento triste. Dimmi, qualcosa ti inquieta?

LUIGI: Sono triste per causa tua!

AMORE: Ti sei innamorato?

LUIGI: Dai non scherzare! Mi hai convinto che amare non è essere innamorati e ora, vuoi che io lo confonda con l’innamoramento?

AMORE: Conosco voi uomini! Mi tirate dentro discussioni che non mi competono e allora faccio buon viso a cattivo gioco.

Forza, sfogati! Dimmi che cosa non va.

LUIGI: Mi rattristo vedere associato il tuo nome a parole come “malefico”, “assassino”, “traditore”, e potrei continuare per molto.

Mi hai insegnato che l’Amore non conosce cattiveria, è piena dedizione al bene. Vederti accanto a quelle parole, immagino il declino dell’uomo, l’inutilità della sua storia.

AMORE: Ti comprendo, Luigi! 
Contemporaneamente, però, sono costretto a redarguirti. 

Hai dimenticato due elementi importanti che mi caratterizzano. 

Il primo riguarda la gioia di “essere” in Amore. 

La persona che mi porta con sé, deve sorridere, non essere mai profondamente triste, perché porta nel suo cuore la certezza e la consapevolezza dell’esperienza del bene. 

La seconda, non meno importante, l’Amore non è uno stato di reazione alle esperienze condotte con gli altri, non è passività interiore. 

L’amore è una forza che prescinde dall’amato e che mira dritta al suo bene. 

L’amore si presenta con la forza del dominatore e non ammette altro se non la vittoria.

LUIGI: Credo di averlo sempre saputo! 

Tu mi parli continuamente e mi rendi un guerriero frastornato nel mondo degli egoismi e della materialità. 

Alberghi nel mio cuore, ma continuo a chiedermi perché non invadi il cuore di tutti. 

Sei bello, splendente nel cuore di eroi e santi, mentre rimani eclissato fino ad annichilirti nell’animo di tantissimi uomini.

AMORE: Studiare d’Amore non si finisce mai!
In qualità di professore, dovresti saperlo.  

La mia volontà e ambizione, mira esattamente all’obiettivo che lamenti. 

Io opero in continua espansione e invasione del mondo buio al bene. 

Ho bisogno dell’apporto di tutti gli esseri viventi affinché io possa colonizzare tutti i cuori. 

Non posso impormi con i mezzi tipicamente umani, pressoché sbrigativi. 

Ho bisogno di consapevolezza e grande maturità dell’anima umana.

L’uomo in sé, è fondamentalmente buono, nonostante si tenti di dipingerlo come diavolo. 

Il suo problema è semplicemente di natura funzionale; un po’ come i tuoi programmi per computer, che inspiegabilmente compiono azioni non previste dal suo generatore (il programmatore). 

Tutti gli uomini vivono la realtà quotidiana come una propria proiezione mentale, assolutamente originale, e pertanto, costruiscono dei castelli ideologici responsabili per scelte comportamentali errate. 

Il vostro agire è frutto di un modello mentale incentrato su apparenti valori imprescindibili. Soltanto se questi valori sono in linea con il bene del prossimo, allora io posso invadere i cuori e regalare tutta la gioia che meritate.

LUIGI: Ragionar d’Amore è facile ma con le difficoltà di cui parli, operare d’Amore mi sembra un dono.

AMORE: Non disperare, Luigi! 

Le vie del Signore sono infinite e come tu ben sai, io mi trovo dove va Lui.  

martedì 11 dicembre 2012

Attimi eterni

 
 
 
Scorre il tempo,
or secondi or minuti,
frementi alla mente distratta,
estranei al cuor preso.

Lontano dall’esser crudo,
muovo la mia immagine.

Arduo è darle un contorno.
Illusorio, cercar principio.
Impossibile, fondar certezze.

Attendo invano miglior forma,
ma ingannato,
mi ritrovo ricurvo sui miei pensieri.

Rammaricato,
cerco bellezza tra i ricordi,
rivedo fogli staccati di calendari antichi.

L’infame somma  richiama gli anni trascorsi.
mi racconta della vita,
mi dipinge l’essere uomo.

Convinto che l’orizzonte sia un cerchio,
allor m’arrendo
 a contemplare solo quell’arco che volge alla vita.

Riflette pochi colori, pochissimi abbagli 
e molte rafferme.

Indomita, l’anima si rivolge all’orizzonte nascosto,
fiduciosa negli attimi eterni dell’amore.

venerdì 7 dicembre 2012

Viaggio tra i bit di una email


*** brano  tratto dal libro***  Viaggio tra i bit di una email   di Luigi Squeo
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LUCA: Papà, sei una fonte inesauribile di notizie! Immagino chissà quanto altro avresti da dirmi. Sono travolto dalle domande che vorrei rivolgerti, ma per la promessa che ti ho fatto all’inizio del nostro colloquio, mi limito soltanto a quelle necessarie. Per esempio, non mi hai ancora parlato dei programmi.

PADRE: Per mia convinzione, i programmi sono la parte più nobile di tutta la trattazione. Essi rispecchiano l’intelligenza umana e di riflesso, la sua sensibilità. Infatti, come per noi umani, l’anima, guidata dall’intelligenza, ci permette di essere vivi cioè ci consente di operare con una certa logica, così le macchine, grazie al software, riescono a essere operative e a scimmiottare le abilità umane. 

Il computer senza dei programmi è una ferraglia mista con circuiteria elettronica inerte. Ogni programma fornisce al PC (Personal Computer) una precisa abilità, iniziando da quelle più semplici, come attivarsi e spegnersi, fino a giungere a quelle più complesse, come permettere anche a me di redigere un messaggio e inviarlo al mio amico a Singapore.

Attenzione Luca!

Non ti fare ingannare dalla parola “complessa”, riferita all’abilità del PC!

Tutto quello che è complesso per un computer, discende dalla necessità di far girare programmi le cui istruzioni coincidono con altri programmi più semplici. 

Similmente alla matrioska russa, ogni funzione complessa è realizzata mediante tante altre funzioni più elementari. 

In tutti i casi, i programmi sono progettati da persone e la complicazione del software è legata alla difficoltà di organizzare il pensiero per formalizzarlo in successioni di azioni elementari. 

Insomma, noi umani siamo enormemente intelligenti e sintetizziamo con pochi gesti o con un semplice sguardo, quello che diventa impossibile comandare a una macchina.

LUCA: Papà, allora perché mi fai andare a scuola? Se siamo così intelligenti, tutti i bambini potrebbero imitare tutto ciò che fanno gli adulti, semplicemente osservandoli! Ci evitereste di farci perdere tutte le mattine a scuola e noi potremmo divertirci giocando.

PADRE: Luca, il tuo operato a scuola riflette esattamente ciò che hai detto! 

Voi bambini osservate e ripetete gli insegnamenti dei maestri i quali sanno come orientarvi per favorire l’evoluzione del vostro pensiero. 

Certo, potrei farlo anch’io, ma non avrei le competenze e l’esperienza di un vero maestro che consuma la sua vita nell’insegnare ai bambini. 
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giovedì 6 dicembre 2012

Ti lascio un fiore

 
 
 
Chiedo al mondo di rimpicciolirsi affinché non ci sia spazio oltre il tuo cuore.

Averti accanto è come scrivere gioia sulla lavagna dell’universo.

Le maree si sollevino al tuo dolce animo.

Le acque degli oceani si lascino trafiggere dal raggio luminoso della tua purezza.

Ti ascolto attraverso il suono dei sentimenti,
e nella dolce melodia,
mi addormento per tornare da te nel sogno,
dove freno la mano 
per allungare gli istanti di intensa emozione.

 Soffoco nel silenzio l’urlo di gioia
 per non poterne contenere di più.

Vorrei sentire il calore delle tue carezze.

Vorrei sentire l’ansimar del piacer infinito.

Vorrei parlare di te ai sordi 
per far dispetto alle parole.

Vorrei mostrare ai ciechi 
ciò che i sordi hanno letto dai miei occhi.

Domani sarò nel mondo,
con il suo freddo,
con le sue maschere,

e intanto,
ti lascio un fiore,
non appassirà fin quando sarò io a innaffiarlo.



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