martedì 26 marzo 2024

La goccia di rugiada


 

In un fresco mattino di primavera, senza preavviso, una goccia di rugiada sembra appesantire una foglia. Manifesta una certa timidezza. Vorrebbe scendere dolcemente scivolando sullo stelo del fiore, ma l’incertezza del percorso e la paura dell’ignoto la tengono ferma e avvinghiata alla foglia.
Il vento tenta di aiutarla. Le vibrazioni della sottile pellicola lasciano trasparire la paura.
Il tempo è il miglior amico della piccola goccia di rugiada. Il mattino che avanza incoraggia la goccia, la sostiene e infine la ingigantisce.La sua dimensione diventa tale da consentirle di rompere qualunque indugio e di farla scorrere felice per quei sentieri tanto temuti.
La corsa è forsennata e piena di emozioni. Lungo il percorso incontra altre piccole gocce che si uniscono e lasciano una scia esilerante, un sottile raggio d'argento . 
La folle corsa si ferma alla base del terreno, da dove il piccolo fiore prende slancio e nutrimento. La goccia di rugiada lentamente scompare assorbita dal terreno.
Il miracolo si compie!
La goccia di rugiada ha consumato la sua vita. Se pur breve, è stata inebriante. La sua esistenza, non richiesta, è servita per un disegno più grande. 
Forse la logica del disegno non è apparsa molto chiara, però, qualcosa di bello è sicuramente successo. 
Avrà fatto risuonare il cuore di qualcuno; avrà sollevato qualche emozione; avrà reso consapevole qualcuno della meraviglia della natura.
 

lunedì 25 marzo 2024

L'abitudine

 

L’abitudine è un’attività a ciclo chiuso, preconizzabile, monotono; il paradiso della stasi e del non far niente.

La routine è assenza di novità, fatica, movimento e gioia.

La routine è l’ombra lasciata dalla possibilità mancata, una minestra riscaldata. L’abitudine è l’attività del frustrato, dell’incapace, del deprecante, dell’invidioso. La routine si veste di nobiltà quando appare necessaria, inevitabile, sensata.

Per fortuna, qualunque abito che essa veste, col tempo diventa trasparente! La routine è la parvenza del vivere, vegetare, nascondersi alla fatica di crescere. La routine è la morte dell’anima che precede quella del corpo.

Se notate i sintomi appena menzionati, scattate dalla sedia e guardatevi intorno. Vedrete mille possibilità di agire; ognuna pronta a regalarvi qualcosa di nuovo.

Il nuovo che sperimenterete porta con sé il timbro del vostro essere, unico in natura, e gusterete sensazioni che vi attendevano da quando siete nati. Vi erigerete al rango di esseri viventi pervasi dell’elettricità emozionale.

L’esperienza di un nuovo atto è di fatto, crescere.

Si diviene, si cambia continuamente. Si diventa grandi senza invecchiare.

La fatica di un atto nuovo è paragonabile allo sforzo necessario per spingere un grande sasso dalla cima di un pendio. Il risultato che si ottiene è incredibile. La foga del sasso rotolante, nel bene e nel male, è incalcolabile, ma apre scenari attraenti e coinvolgenti, stracolmi d’imprevedibili nuove opportunità.

Se sei immerso in tanto piacere, sicuramente non troverai tempo per lamentarti.

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