martedì 26 settembre 2023

Coscienza giovanile

 

Svegliarsi la mattina e contenere l’energia del mondo, ignari di trascorrere solo una parte infinitesimale di tempo dell’universo, è l’esatta definizione di sentirsi giovane.
Altre proprietà discendono come corollari di uno stesso teorema. 

La presunzione di poter fare qualunque cosa, la convinzione di poter rimandare o ripetere un evento di vita, l’incoscienza di rimpicciolire il mondo alla nostra dimensione, la procurata cecità delle verità assolute che si alternano con la stessa velocità con cui si assumono, fa parte del pianeta gioventù.

Il corpo tace ed è un compagno opportunista dell’anima; da essa chiede opportunità per crescere e rinvigorirsi, sminuendo le necessità legate al bisogno di serenità, osservazione, riflessione e studio.
I giovani traducono il divertimento come movimento gioioso, intensa agitazione che trascina anche l’anima in un turbinio di sensazioni stimolanti molteplici emozioni.
Pause o inattività, quali possibili traditrici e promotrici di consapevolezza,  tendono a limitarle e se non è possibile, evitarle.
Flemma, pragmatismo, ponderazione, non sono qualità concilianti con l’essere giovane e sebbene queste possano essere qualità di alcuni ragazzi, danno senso di maturazione avanzata. 

Di conseguenza, il giovane maturo tra i suoi coetanei appare fuori dal tempo, colorandosi di grigio.
La necessità di divertirsi del giovane va oltre la conoscenza dei modi per arrivarci; istintivamente giunge attraverso lo stordimento procurato da stimoli esterni: musica, cibo, alcolici, sesso, droga.
L’apparato sensoriale è la porta d’ingresso attraverso cui gli agenti stimolatori trovano amico lo stupido corpo per portare in risonanza nel cervello quelle sensazioni che diventeranno emozioni, illusioni o allucinazioni.
Il divertimento, così inteso, è una tempesta nel corpo capace di far sentir “vivo” un corpo che per la giovane età non pone nessun problema di biologia e del quale si vuol sentire la presenza.
Arriverà il giorno in cui l’ex-giovane sentirà bussare il corpo all’anima chiedendole conforto per qualche inaspettato acciacco, allora si verificherà una strana commedia.

 L’anima comincerà a prendere spazio nella sfera delle attenzioni e non si potrà esimere nel fornire al corpo oltre alla sua comprensione anche il giudizio: “Amico mio, stai invecchiando!”.
La risaputa stupidità del corpo accetterà tale giudizio e si adeguerà.
Da quel momento in poi lo specchio vedrà più frequentemente scrutare il viso, pronto a riflettere alla vista dei primi capelli bianchi o delle prime percettibili rughe. 

Il dialogo anima-corpo continuerà in una battaglia che, per qualcuno assumerà la strategia di guerra di posizione, per altri, saranno battaglie lampo da cui deriverà nuovi modi comportamentali e un diverso spirito di intendere la vita. 
In questa fase le verità diventano poche, difficili da assumere e difficilissime da rimuovere.

Il sentirsi giovane diventerà strettamente dipendente dalla profondità del sentimento di apprezzamento concernente tutto ciò che fa parte della vita e dalla gamma delle passioni intellettuali che essa coinvolge.

La curiosità della persona matura va oltre a quella di un bambino poiché, non gli basta più conoscere, vuole godere di tutto quello che la vita offre. 


lunedì 25 settembre 2023

Il braccialetto

 

 

 

 

 

 

Amavo la mia ragazza. La amavo tanto da volerla stupire in ogni nostro incontro. La mia gioia di vederla sorridere era incontenibile … ed io sprofondavo nei suoi occhi.

Volevo regalarle un gioiello … quello che fa meraviglia ad ogni donna. Avevo pochi soldi e non potevo permettermi una grande spesa. Racimolai il massimo di denaro che potetti e mi recai in gioielleria. Comprai un braccialetto particolarissimo. Era un filo d’oro che raccoglieva tanti anellini.

Ognuno di quelli doveva essere una promessa d’amore.

In un pomeriggio, al sol calante … il momento più bello per un atto romantico, decisi di darle il mio regalo. Quello non era soltanto un braccialetto … era il sunto del mio bene e desiderio di vederla felice accanto a me. 

Eravamo in auto, ferma di fronte all’orizzonte. Sul mare, calmo per l’occasione, spirava una gradevole brezza che entrava dai finestrini aperti, dando la frescura del tramonto. Entrambi non parlavamo. Sorrisi, complici del nostro amore, erano parole senza suoni. Presi la sua mano e la accarezzai. Lei la strinse e con l’altra mi rabbrividì con un pizzicotto.

Colsi l’occasione per tirar fuori il mio braccialetto e ornare il suo polso. Sorpresa per l’inatteso dono, disse:

-“Caro, io ti amo così come sei … nessun oggetto potrebbe aumentare il mio amore per te.”

Volevo sorprendere, ma fui sorpreso. Allora risposi:

-“Le tue belle parole mi rendono orgoglioso di te. Questo braccialetto continuerà a dirti ti amo anche quando non ti sono vicino.”

Un abbraccio e un bacio sugellarono quel momento indimenticabile. 

 

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